mercoledì 16 luglio 2014

IL PUNTO SUL MERCATO aggiornato al 17-07-2014






                                                 A CURA DI: FERDINANDO BARONE

RITORNA L'APPUNTAMENTO CON IL CALCIOMERCATO TARGATO SERIE B, TANTI I COLPI, CHE ADESSO ANDREMO A VEDERE E SOPRATUTTO CI SONO LE CALDE TRATTATIVE. ANDIAMO ORA A VEDERE GLI AFFARI CONCLUSI E LE TRATTATIVE IN CORSO.

RIASSUNTO ODIERNO: 

Tra Spezia ed Entella già in passato ci sono stati diversi affari e adesso i due club ne stanno mettendo in tavola un altro: lo Spezia vuole l’esterno De Col (era a Lanciano) e potrebbe girare ai cugini di Chiavari in cambio uno dei diversi elementi che non rientrano nei piani, come Sansovini (era a Novara) e Baldanzeddu.

Molto attivo il Bari, che avrà Alberto Marangon (ora alla Sampdoria) per i ruoli di team-manager e responsabile dell’area comunicazione: avviata una trattativa con il Torino che dovrebbe rimandare in Puglia il centrocampista Gazzi e il difensore Chiosa, oltre all’attaccante Stevanovic (era a Palermo); niente da fare per il ritorno di Polenta dal Genoa, deve ancora entrare nel vivo la trattativa con l’Atalanta per i soliti Contini, De Luca e Ardemagni. Il Pescara ha ufficializzato l’ingaggio di Pesoli (Carpi). Anche l’Avellino ha annunciato l’arrivo di Comi (ex Lanciano) in prestito dal Milan e in più ha trovato il portiere: si tratta di Alfred Gomis, l’anno scorso a Crotone ma di proprietà del Torino. Due novità anche per il Carpi, che dopo aver aggiunto un altro talento della Serie D al suo organico (si tratta di Ferrara della Triestina), adesso ha la certezza di poter contare ancora in attacco su Mbakogu, dopo che il Padova ha rinunciato all’iscrizione. Il Frosinone ha trovato l’accordo con il Parma per avere il portiere Pigliacelli (era alla Reggina) e nell’occasione ha chiesto anche Gabionetta (ultima stagione in prestito al Nova Gorica), che è anche nei piani del Perugia.





TRATTATIVE:
Sono tanti i nomi sul taccuino del direttore sportivo della Virtus Entella Matteo Superbi. Non solo Franco Brienza, Andrea Mazzarani e Leandro Rinaudo: gli ultimi due giocatori che sono finiti nel mirino della società ligure, secondo quanto riporta TuttoMercatoWeb, sono Cephas Malele e Ignacio Lores Varela. Entrambi sono in uscita dal Palermo e la società vuole farli maturare in cadetteria. Ma la concorrenza è ampia, sull'attaccante ci sono anche Spezia e Crotone mentre su Varela Modena, Perugia, Trapani e Bari, con cui ha giocato nella seconda metà della scorsa 

Tony Letizia potrebbe volare in Serie B: il Matera crede tanto nella punta napoletana e puntava a rinnovare il contratto al classe '87, autore di parecchie reti nei Dilettanti negli ultimi anni. Al momento non è stato trovato alcun accordo. Sul giocatore è piombato il Carpi che potrebbe così ricomporre il tandem dei fratelli Letizia. Infatti negli emiliani milita già il terzino Gaetano Letizia, fratello dell'estroso attaccante.

Sempre in tema: in arrivo al Carpi c'è l'attaccante Kevin Lasagna dell'Este. Il giovane puntero classe '93 si è messo in luce in Serie D e piaceva a diversi club di Lega Pro.

Il Varese ha chiesto in prestito all'Udinese il laterale sinistro, classe '94, Douglas Costa. Nelle prossime ore la trattativa potrebbe decollare. In alternativa occhi sempre puntati su Tamas del Milan.

Il Cittadella è interessato all'attaccante, classe '92, Tommaso Ceccarelli della Lazio, ma nell'ultima stagione nelle fila della FeralpiSalò

Il Lanciano ha chiesto al Milan il prestito dell'attaccante, classe '92, Giacomo Beretta, che nell'ultima stagione ha militato nel Lecce.

Poi esclusiva il diesse del Pescara Peppino Pavone ha fatto il punto sul mercato del Delfino: "Prenderemo un centrocampista. In arrivo dalla Juventus c'è Gabriel Appelt Pires. Vacca? Mi piace e lo conosco bene per averlo avuto a Barletta, ma abbiamo trovato l'accordo con il brasiliano classe '93".

Sì lavora anche in casa Crotone scatenato sul mercato: il diesse Ursino progetta tre grandi colpi. Nel mirino una punta, un terzino destro e un esterno sinistro. Tre innesti per rendere i pitagorici sempre più competitivi.

Sempre in chiave Crotone, ci sono richieste per l'esterno sinistro, classe '89, Antonio Mazzotta fa gola a diversi club di Serie A. Al Crotone sono giunte le richieste di Hellas Verona, Parma e Chievo Verona.

Non è neanche cominciato il campionato è già c'è un derby in atto: dopo le ottime prestazioni sfornate che hanno portato a 17 reti nel campionato sloveno con la maglia del Nd Gorica, Massimo Coda ha attirato l'interesse di due squadre cadette. Secondo quanto riporta TuttoMercatoWeb si tratta di Latina e Frosinone, entrambe in cerca di un attaccante ed hanno nel mirino l'attaccante 26enne che ha vestito in passato le maglie di Siracusa, Cremonese e San Marino.

A Padova è iniziata la svendita: FUORI TUTTO!!!!!!  Le società di Serie B sono pronte a saccheggiare il club veneto, dichiarato fallito acquistando i calciatori biancoscudati a parametro zero. Il difensore brasiliano Thiago Cionek firmerà col Modena; mentre Elia Legati è diretto ad Avellino. Per Trevor Trevisan probabile un biennale a Varese. Per Osuj ci sono i corteggiamenti di Modena e Pro Vercelli. Per Melchiorri si è fatto avanti il Pescara, invece per Daniele Vantaggiato è duello fra Livorno e Crotone. Infine per il regista Giovanni La Camera c'è un tris di pretendenti: Pro Vercelli, Brescia e Modena.

A Terni sì cerca un sostituto di Antonio Zito che ha preferito andare ad Avellino, la Ternana è in cerca di un nuovo laterale sinistro. Secondo quanto riporta Corriere dello Sport, gli umbri sarebbero ad un passo da Alessandro Bastrini, terzino sinistro classe 1987 di proprietà del Novara che ha militato tra le file del Cagliari nella seconda metà della scorsa stagione senza mai trovare spazio.

Il Trapani segue l'attaccante, classe '89, Riccardo Bocalon che nell'ultima stagione ha militato nel Venezia.

E poi.... Dopo l'esclusione del Siena dalla serie B, tanti sono i giocatori appetiti dalle altre squadre della cadetteria. Uno dei questi è Agostino Garofalo. Sul terzino sinistro, secondo quanto riporta TuttoModenaWeb, c'è l'interesse del Modena e del Latina ma i canarini sono in contatto con l'agente del giocatore e in questo momento sono in vantaggio per comprarlo.

Il Lanciano per l'attacco pensa al centravanti, classe '92, Ernesto Torregrossa dell'Hellas Verona. Positivi i contatti fra i due club per impostare il prestito del calciatore.

Dopo il primo rifiuto da parte dell'Atalanta, il Bari continua ad insistere per cercare di acquistare Giuseppe Di Luca per la prossima stagione. Il tecnico Devis Mangia insiste per avere l'attaccante che lui stesso ha scoperto nella Primavera del Varese e fatto debuttare con l'Under 21. E, secondo quanto riporta Alfredo Pedullà sul suo sito, le carte in tavola sono cambiate e la società bergamasca è disposta a cedere in prestito l'attaccante. Da Bergamo potrebbe arrivare anche il difensore Matteo Contini che cerca il riscatto dopo la stagione deludente tra le file

AFFARI CONCLUSI:

Cominciamo col dire che la sessione perfetta in uscita è stata per i dirigenti dell'Avellino che sono riusciti a cedere tutti gli esuberi. Soncin si è accasato a Pavia; mentre Herrera si accasa alla Paganese. Al Viareggio sono stati collocati Massimo ed Angiulli. Niente rinnovo per Peccarisi e Millesi. Il settebello di elementi che non rientravano più nei piani di Rastelli è stato sistemato altrove.

Mercato in uscita anche in terra abruzzese, dopo aver chiuso l'esperienza al Pescara con qualche infortunio, la carriera calcistica di Emanuele Berardi continuerà non Italia, ma in India. Infatti, l'estremo difensore ex Reggina, Udinese e Juventus difenderà i pali della Pune FC, società acquistata dai Della Valle. Troverà Franco Colomba come allenatore e sarà raggiunto anche da Bruno Cirillo, esperto difensore che ha girato l'Italia tra Reggina, Inter, Lecce e Siena. E' la prima volta che un italiano approda in un campionato indiano. 

Altro colpo importante dopo l'acquisto per la porta di Raffaele Di Gennaro per il Latina, che ha ufficializzato sul proprio sito l'acquisto Andrea Petagna. Il giovane attaccante arriva in prestito dal Milan

Colpo del Perugia che ha chiuso l'ingaggio del centrocampista, classe '96. Vittorio Parigini dal Torino. La formula è quella del prestito secco.

Il Calcio Catania S.p.A. comunica di aver ceduto al Cosenza Calcio il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Emiliano Tortolano. La cessione avviene a titolo temporaneo, con opzione per il riscatto a favore della società calabrese.

il Frosinone ha annunciato l'acquisto di Mirko Pigliacelli. Il portiere, dopo aver battuto la concorrenza del Livorno, arriva alla corte del tecnico Stellone dal Parma in prestito con diritto di riscatto e controriscatto a favore della squadra emiliana. Per l'estremo difensore un'altra esperienza in cadetteria dopo l'avventura alla Reggina nella seconda parte della scorsa stagione. Questo il comunicato della squadra ciociara:

"Il Frosinone comunica l’ingaggio di Mirko Pigliacelli. Il portiere, classe 1993, di proprietà del Parma arriva in giallazzurro in prestito con opzione di riscatto e contro riscatto".

Libero da vincoli contrattuali dopo la mancata iscrizione del Siena, l'attaccante, classe '94, Valerio Rosseti è in procinto di firmare un quadriennale col Torino.

Ottime notizie per il grifone, il Perugia ha preso in prestito Marco Ezio Fossati. Il centrocampista arriva dal Milan. Questo il comunicato in meirto della squadra umbra:
"L'AC Perugia Calcio comunica di aver acquisito a titolo temporaneo dalla società AC Milan il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Marco Fossati, classe 1992. Il giocatore raggiungerà a breve i nuovi compagni nel ritiro di Temù".

L'Avellino scatenato dopo gli acquisti di Comi e Konè, la dirigenza Irpina ha preso in porta l'estremo difensore senegalese Alfred Gomis, un portiere deciso e con esperienza, ricordiamolo lo scorso anno a Crotone, ma non solo lui entro le prossime ore sono previsti i contatti con Elia Legati difensore e Tiago Cionek centrocampista, sono due giocatori che servono allo scacchiere di Rastelli e potrebbero arrivare a parametro zero, se così fosse l'Avellino metterebbe in cassaforte due bei colpi, staremo a vedere......

Attraverso una nota sul proprio sito ufficiale, il Carpi F.C.1909 comunica di aver definito la cessione a titolo definitivo del calciatore Emanuele Pesoli al Pescara Calcio.

Mercato in uscita anche per il Perugia: L'esterno destro Ferdinando Vitofrancesco è in procinto di lasciare: la formazione più accreditata ad aggiudicarselo è la Pistoiese.



Ed infine..... Nei prossimi giorni a Milano i dirigenti del Perugia incontreranno quelli del Genoa: nel mirino del Grifo c'è l'attaccante, classe '93, Riccardo Improta. Il calciatore ex Padova e Lanciano è appetito anche da altri club cadetti.


Barone Ferdinando











lunedì 14 luglio 2014

IL PUNTO SUL MERCATO aggiornato al 15/07/2014







RITORNA L'APPUNTAMENTO CON IL CALCIOMERCATO TARGATO SERIE B, TANTI I COLPI, CHE ADESSO ANDREMO A VEDERE E SOPRATUTTO CI SONO LE CALDE TRATTATIVE. ANDIAMO ORA A VEDERE GLI AFFARI CONCLUSI E LE TRATTATIVE IN CORSO.

l'ordine del giorno è sicuramente il Bologna, alla quale potrebbe essere una settimana piuttosto intensa dove è impegnato nell’allestire un organico competitivo per l’immediato ritorno nell’olimpo dei Pro. Il club felsineo, come riporta la gazzetta dello sport, procederà con la cessione di Rolando Bianchi prima di scegliere il suo sostituto in attacco. I candidati sono Nenè, giocatore che già è stato allenato da Diego Lopez a Cagliari e Daniele Cacia in forza al Verona. A centrocampo in arrivo Laribi dal Sassuolo, ma reduce dalla parentesi di Latina. Gli emiliani, infine, potrebbero puntare su Giannone e Stoian il primo della Pro Patria, il secondo di proprietà del Chievo.

TRATTATIVE:
Il Latina lavora a un grande colpo in difesa: i pontini sono alla ricerca di un difensore di spessore per completare il pacchetto arretrato. Piace moltissimo il profilo di Fabio Pisacane. Il classe '86 é reduce da una grande stagione ad Avellino e fa gola anche a Carpi e Novara. I nerazzurri sono però pronti a sbaragliare la concorrenza, sfruttando gli ottimi rapporti con l'entourage del calciatore.

Invece la telenovela per Paulinho sembra non avere un lieto fine. Infatti il Livorno chiede circa dieci milioni per il cartellino dell'attaccante brasiliano e, secondo quanto riporta Alfredo Pedullà sul suo sito, il Verona ha fatto un'offerta di circa sei milioni e mezzo più un bonus di cinquecentomila euro in caso di salvezza della squadra scaligera ed altri cinquecentomila euro legati a presenze e gol. La società toscana però ha rifiutata la proposta. Ma a queste cifre, nessuna squadra potrà farsi avanti per acquistare l'attaccante brasiliano.

La Virtus Entella è scatenata, e ci sono davvero parecchi nomi per allestire una buona corazza in grado di disputare un buon torneo cadetto, secondo fonti La Virtus Entella è alla ricerca di uno stopper di esperienza: pressing totale sul Modena per lo stopper Davide Zoboli, e non solo oltre lui è alla ricerca di un grande bomber: piacciono i profili di Nicola Ferrari (Hellas Verona), Davide Succi (Cesena) e Samuele Di Carmine (Juve Stabia).

Il Bari è alla ricerca di una punta importante, oltre all'interesse per Ardemagni, la dirigenza ha puntato su Giuseppe De Luca ma gli orobici hanno declinato l'offerta è quindi è arrivato un ''NO''secco per il classe '91. Pierpaolo Marino ritiene incedibile l'ex Varese e ha rispedito al mittente le avance pugliesi. A nulla è valso l'inserimento di Mangia che ha allenato la "Zanzara", come è soprannominato il giovane bomber, ai tempi della Primavera varesina. Anzi l'aver contattato direttamente il calciatore, scavalcando il club orobico ha irritato e non poco il diggì nerazzurro.

Ritornando brevemente a Chiavari, La Virtus Entella vuole costruire una squadra competitiva per la prossima stagione. Dopo le idee Mazzarani e Brienza per la trequarti, secondo quanto riporta TuttoMercatoWeb, la squadra ligure sarebbe interessata al difensore Leandro Rinaudo. Sul giocatore c'è forte il pressing del Bursaspor che vuole offrirgli un contratto biennale. Ma, la prossima settimana il suo agente Beppe Accardi incontrerà i vertici della squadra di Chiavari. Decisiva sarà la volontà del giocatore.

Nella Sfonda Pescara, Bikir Bjarnason centrocampista islandese riscattato dal Pescara interessa al Sassuolo che avvierebbe i contatti con la società abruzzese in caso fallisse la trattativa per portare Luca Cigarini, centrocampista dell'Atalanta, alla corte di Eusebio Di Francesco.

Il Perugia sogna in grande è lo fa puntando sullo svincolato Rodrigo Taddei, anche se il giocatore ha un ingaggio non alla portata del club umbro, sono solo dei dettagli ma vedremo nel corso dei giorni la trattativa come finirà, sempre sfonda Perugia piace il giocatore del Brescia difensore centrale Valerio Di Cesare, dove gli è stato proposto un triennale.

Spezia e Avellino è questa notizia è fresca di poche ore sì stanno contendo la posta, per assicurarsi il portiere ex Crotone, Alfred Gomis che potrebbe essere ancora in cadetteria. L'estremo difensore piace sia all'Avellino che allo Spezia, entrambe in cerca di un portiere dopo gli addii rispettivamente di Seculin e Leali. Ma il giovane si muoverà dal Torino solo se ci sarà la permanenza di Gillet.

Il Pescara è alla ricerca di un terzino destro: piace il profilo di Riccardo Fiamozzi, classe '93 del Varese. I primi contatti sono già stati avviati fra le parti e dopo l'iscrizione dei lombardi al torneo cadetto la situazione potrebbe prendere forma...

AFFARI CONCLUSI:

Ecco gli affari conclusi fino ad ora....

Il Catania, con una nota apparsa sul sito ufficiale, ha ufficializzato l'acquisto Marcelo Leite Pereira, meglio conosciuto come Marcelinho. L'esterno offensivo che in carriera ha militato tra le file del Flamengo, Atletico Madrid e Getafe, ha giocato nell'ultima stagione con la maglia del Baniyas Sports & Culture Club, squadra della massima serie degli Emirati Arabi Uniti. Il giocatore ha sottoscritto con il club etneo un contratto annuale con opzione per altre due stagioni.

Il Perugia ufficializza gli acquisti di: Fabio Ayres, meglio noto come Fabinho, con la maglia del Perugia. Il club umbro ha acquistato a titolo definitivo il cartellino dell'attaccante brasiliano dall'Udinese, proprietaria del cartellino. Contestualmente, sempre dalla squadra friulana arriva anche il centrocampista Valerio Verre, la scorsa stagione agli ordini di Beppe Iachini al Palerm. Due ottimi colpi di mercato del Perugia.

La Virtus Entella ha chiuso l'ingaggio del giovane terzino destro, classe '94, Francesco Belli dalla Pistoiese, e non solo infatti la Virtus Entella e l'Hellas Verona per il prestito del terzino destro, classe '93, Filippo De Col che ritorna così in biancoceleste dopo l'anno al Lanciano.
Per quanto riguarda le partenze, il club ligure ha ceduto Argeri in lega pro con la formula del prestito al Santarcangelo, il classe 1994 gioca come centrocampista.  

Il Bari ha ceduto a titolo definitivo l'esperto attaccante Alessandro Marotta al Benevento, è un ritorno visto che ha già giocato nel campionato 2012-2013 e ad Avellino lo conosciamo molto ma molto bene, ricordando inoltre che lo scorso anno ha totalizzato 11 reti con il Grosseto. Per lui un contratto biennale con il club Sannita.

In casa Brescia è tempo di partenze infatti Alessio Cragno è un nuovo giocatore del Cagliari. Il club sardo ha ufficializzato quest'oggi la trattativa col Brescia sbaragliando la concorrenza del Basilea, che lo aveva seguito a lungo. L'estremo difensore si trasferisce in Sardegna a titolo definitivo per cifra vicina al milione di euro.

Il Catania invece perde un pezzo importante dal momento che Souleymane Doukara è un nuovo giocatore del Leeds United. Cellino si è assicurato le prestazioni dell'ex Juve Stabia con un prestito con diritto di riscatto.

Mercato in uscita anche per la Pro Vercelli, infatti ci sarà un appuntamento a domani fra FeralpiSalò e Pro Vercelli per chiudere il passaggio dello stopper Alessandro Ranellucci ai lombardi.

Per quanto riguarda il Crotone ci sono dei buoni arrivi: il centrocampista Danilo Favia ha rescisso col Chievo e può approdare in rossoblù. Il classe '94 si aggregherà alla formazione pitagorica e potrebbe essere tesserato. Contatti in corso fra il diesse Peppe Ursino e gli agenti del giocatore Giovanni Tateo e Valeriano Narcisi.

Il Latina sì asicura Tiziano Salvatori attaccante classe '96 di proprietà del Monterosi, club che milita nel campionato di Eccellenza laziale. Di lui ne hanno parlato bene ed è un calciatore di buone prospettive.

Lo Spezia continua a sfoltire la rosa, infatti ci sono diversi giocatori in partenza: diversi elementi andranno via, soprattutto nel reparto difensivo. Hordur Magnusson è diretto al Cesena in prestito; mentre nei piani di Nenad Bjelica non sembrano rientrare neppure Andrea Lisuzzo e Martino Borghese. Il primo è seguito da Novara e Avellino; mentre il secondo piace ad irpini e Trapani.

Importante colpo di mercato il Cittadella ha ceduto all'Ascoli l'attaccante Leonardo Perez. Atteso l'annuncio ufficiale nelle prossime ore.

Il Bologna ovviamente non solo allestisce ma anche sfoltisce, infatti in uscita c'è il centrocampista Alessandro Marchi: il classe '89 è reduce da un'ottima annata a Catanzaro e in queste ore ha cambiato procuratore, affidandosi all'agente Giovanni Tateo.

Ottimo colpo di mercato del Modena, con una nota apparsa sul sito ufficiale, ha ufficializzato l'acquisto a titolo definitivo di Pablo Granoche dal Chievo Verona. "El Diablo" rimarrà cosi al "Braglia" dopo le ottime prestazioni sfornate nella seconda parte della scorsa stagione che hanno portato i canarini alle semifinali dei play-off.

Infine colpo del Perugia che ha ingaggiato il centrocampista, classe '92, Marco Ezio Fossati. Il Nazionale Under 21 arriva in prestito dal Milan. Anticipata la concorrenza di Cesena e Catania grazie ad un blitz del tandem Goretti-Pizzimenti che hanno chiuso l'accordo con l'agente del giocatore Vincenzo Buongiovanni.

Inoltre da segnalare un Gravissimo lutto famigliare per il tecnico del Livorno Davide Nicola: il figlio Alessandro, 14 anni, è morto oggi in seguito alle ferite riportate in un incidente stradale avvenuto a Vigone, nel Torinese. Il ragazzo è stato travolto da un autobus di linea a pochi passi da casa. La giovane vittima era in bicicletta quando, per cause in corso di accertamento, è stato schiacciato dalla ruota posteriore del mezzo.In nome della mia rubrica faccio tutte le mie e più sincere sentite condoglianze al tecnico Livornese.

Barone Ferdinando

giovedì 10 luglio 2014

IL PUNTO SUL MERCATO aggiornato al 11 luglio 2014







                                                        A cura di: Ferdinando Barone



Ecco il punto sul mercato di Serie B.Dopo Minotti preso in extremis, il Crotone prende anche Suciu del Toro (era alla Juve Stabia) e tratta Frascatore (Roma, era alla Reggina). La Ternana è pronta ad accogliere Crecco (Lazio) dopo l’infortunio nella finale Primavera, mentre è difficile il ritorno di Vitale (Juve Stabia): c’è il Modena in vantaggio. Mosse importanti per il Pescara, che è vicino a Buchel (Juve, era a Lanciano) e Pesoli (Carpi).
Il Latina tratta Vita del Monza. Al Livorno è rientrato Moscati dopo l’ottima stagione a Perugia: per lui 5 anni di contratto. Il Lanciano oggi incontra l’Atalanta per definire il ritorno di Gatto e l’arrivo di Conti (era a Perugia) e Agazzi (Savona).
Nomi giovani per il Bari, che alla Juve ha chiesto Boakye (Elche), Spinazzola e Schiavone (Siena), mentre Mangia rivuole Bianchetti, con lui allo Spezia, e da Palermo può tornare Lores Varela; intanto Defendi ha rinnovato: tre anni di contratto per lui. Al Frosinone interessa il portiere Pigliacelli del Parma (era alla Reggina). Imminente il ritorno di Nicola Rigoni dal Chievo al Cittadella.

 Ancora un colpo di mercato per il Football Club Crotone che si assicura le prestazioni sportive del giovane promettente Mattia Sprocati.
Sprocati è un esterno offensivo e arriva in rossoblù con la formula del prestito dal Football Club Parma con diritto di riscatto per il Crotone.
Mattia è nato a Monza il 28 aprile 1993, è un attaccante esterno molto forte tecnicamente, abile e veloce.
Nell’ultima stagione ha giocato con la maglia del Perugia in Prima Divisione, contribuendo in modo decisivo alla promozione in Serie B della squadra umbra".

 Il Frosinone comunica l’ingaggio di Raffaele Schiavi. Il difensore, classe 1986, ha firmato un contratto biennale con opzione per la stagione successiva.

 Lo Spezia Calcio comunica di aver raggiunto l'accordo con l'HNK Rijeka per la conferma in maglia bianca del possente difensore classe '93, Niko Datkovic, e del centrocampista classe '92, Antonini Culina. Entrambi i giocatori croati tornano in maglia bianca con la formula del prestito con diritto di riscatto e saranno alla Spezia il 16 luglio, per il ritrovo agli ordini di mister Bjelica.

 Il Lanciano per l'attacco è interessato al centravanti Pietro Iemmello. La punta classe '92 è in uscita dallo Spezia e i frentiani lo prenderebbero volentieri in prestito.

La Pro Vercelli comunica in maniera ufficiale di aver trovato l’accordo economico con il centrocampista Gianni Fabiano e con l’attaccante Daniele Ragatzu.
I due giocatori lunedì 14 apporranno la firma ai rispettivi contratti e martedì 15 si aggregheranno al gruppo per il primo allenamento previsto alle 15,30 allo stadio “Silvio Piola”.

Il Trapani ed il Lecce avrebbero l'accordo per il trasferimento di Filippo Falco in Sicilia. L'attaccante arriverà alla corte del tecnico Boscaglia con un prestito con diritto di riscatto a favore della squadra siciliana e controriscatto a favore del club pugliese. Sempre in casa Trapani è fatta per Barillà, il calciatore ha firmato un biennale, e quindi il giocatore arriva a titolo definitivo il centrocampista o ricordiamo ha giocato con la Reggina.

Per quanto riguarda in casa Livorno: Rebus in attacco per il Livorno. Paulinho va sistemato, ma potrebbe iniziare la stagione andando in ritiro perchè il Southampton non rilancia e Spinelli resta aggrappato alla valutazione di 10 milioni per il bomber brasiliano. Non si escludono altre cessioni eccellenti. Del resto sia Siligardi che Galabinov hanno un contratto in scadenza nel giugno del 2015 e finora non hanno manifestato l'intenzione di rinnovare. Il club toscano è alla ricerca di un portiere di riserva, di un numero dodici alle spalle di Mazzoni. Potrebbe essere Pigliacelli, di proprietà del Parma ed ex Reggina.

A Bari invece sì è fatto un possibile nome è quello di Matteo Contini il primo rinforzo per la difesa di Devis Mangia al Bari. Secondo quanto riporta gianlucadimarzio.com, il club pugliese e l'Atalanta stanno trattando e la situazione potrebbe avere un'accellerata nella prossima settimana. Dopo l'esperienza negativa in prestito alla Juve Stabia, Contini è pronto a ripartire dalla serie cadetta.



Ed ultima notizia in mercato di uscita: da Trapani parte il bomber Matteo Mancosu, per lui rientro in Sardegna sul quale Zeman ha espresso parole gratificanti. Francesco Marroccu aggiunge: "Mancosu arriva a Cagliari stasera dopo meritate vacanze e domani lo incontrerò. Le possibilità che arrivi in rossoblù sono tante". Queste le parole del direttore sportivo del Cagliari Francesco Marroccu a margine del raduno di Assemini del club sardo. Domani, dunque, potrebbe essere il giorno decisivo per l'approdo del capocannoniere della serie B alla corte di Zeman.

Barone Ferdinando 11 luglio 2014

a Lunedì con Barone & Mercato



giovedì 29 maggio 2014

Scopriamo il Padova

                             ''LA BARONATA''
 



                            A CURA DI: BARONE FERDINANDO

IL NOSTRO AVVERSARIO: PADOVA


Siamo arrivati al capitolo conclusivo di questa grande stagione di serie B, ultima squadra a salutare per ora ''La baronata'' è il Padova. La squadra di Serena come poi ho citerò anche nella sezione ''storia'' è retrocessa in lega pro una settimana fa, ovviamente la stagione patavina, non ha riscosso molto successo, anzi i disastri sono aumentati partita su partita, non è bastato un cambio allenatore, per risanare l'ambiente e non è bastata neanche una campagna acquisti degna, del calibro come solo il Padova ha saputo fare in questi ultimi anni di serie B, otto vittorie peggio hanno fatto soltanto Reggina con sei e Juve Stabia con due, il peggior rendimento dal 2009.
L'inizio stagione come citavo prima, sì è aperto con una sconfitta casalinga contro la neopromossa Trapani, che da qui in avanti sì rileverà una vera e propria ''sorpresa'' del campionato, ovviamente le varie sconfitte e pareggi, costringono a prendere una decisione ''seria'' esonerando alla settima di campionato: Dario Marcolin, al suo posto subentra l'esperto Bortolo Mutti su cui, la dirigenza patavina spera in un momento temporaneo come tutte le squadre di B, la musica ''sembrerebbe'' almeno all'apparenza, cambiare infatti arriva il primo successo stagionale con il Varese per 3-2 almeno per il momento sembra essere tornato il sorriso in casa biancoscudata, ma dopo la sconfitta nel derby col Cittadella, rilancia delle paure e scetticismo all'interno dello spogliatoio, visto che un derby come questo poi, è molto sentito, per calmare poi le acque sì arriva alla partita contro la Juve stabia è lì torna una vittoria che da morale, anche per la relativa questione ''salvezza'' perde poi a Lanciano, e sì rifa in casa poi contro lo Spezia, per ritornare a vedere un sorriso bisognerà aspettare il 7 dicembre con il Padova che torna a vincere su un campo difficile come quello di Cesena, da lì per lì il Padova chiude l'andata con 18 punti, il ritorno sì apre con la speranza di aver portato dei buonissimi benefici in casa, un mese di riposo e anche per valutare gli errori commessi nella prima parte di stagione, arriva un acquisto di lusso sì tratta di Tommaso Rocchi, sul quale il Padova tenterà di fare fortune, ma nello stesso tempo il Padova cede pezzi pregiati: vedi Ciano(all'Avellino), Cionek(Al Modena) che poi sì rivelerà un grandissimo protagonista di fine campionato, insomma sì va avanti e la stagione sì apre con una pesante sconfitta per 2-1 a Trapani, quattro gol presi dal Carpi in casa, grazie a questa sconfitta anche Bortolo Mutti viene esonerato e quindi secondo cambio di panchina, al suo posto viene chiamato: Michele Serena ex Spezia, a sperare almeno di salvare una squadra che non conosce più una sua identità, esordisce l'8 febbraio a Palermo e come c'era d'aspettarselo rimedia un secco 1-0. Con il seguire del campionato Serena, riuscirà a racimolare molti meno punti rispetto al girone di andata, fatale è stata la sconfitta di Siena, sul quale il Padova dopo ben 5 anni retrocede, il mio miglior augurio è una pronta risalita nel calcio che conta. Andiamo adesso ad analizzare i numeri.

Vittorie in casa: 6
Pareggi in casa: 7
Vittorie fuori casa: 3
Pareggi fuori casa: 4
Sconfitte in casa: 7
Sconfitte fuori casa: 14
Totale: 9 vittorie, 11 pareggi, 21 sconfitte, con gol fatti: 43 e subiti: 62, peggio hanno fatto soltanto Varese, Juve Stabia, e Reggina, differenza reti di – 19.

STORIA:1910 - 2010 UN SOGNO LUNGO UN SECOLO
ll 29 gennaio 1910 al Bar Borsa, in Piazzetta delle Garzerie, viene fondata l'Associazione Calcio Padova. Presidente fu nominato il barone Giorgio Treves de'Bonfili, vicepresidente il marchese Giuseppe Corradi. Il 20 febbraio in amichevole l'esordio contro l'Hellas Verona con un pareggio a reti bianche al campo "Giovan Battista Belzoni".
E’ iniziata la storia del Padova che vive i suoi primi giorni di gloria già negli anni ‘20 quando il club biancoscudato viene scelto per inaugurare il primo campionato di serie A a girone unico, poi sarà serie A anche tra il ’48 e il ’52. In questo primo scorcio del secolo biancoscudato sono molti i personaggi legendari. Uno su tutti, Silvio Appiani, il primo fuoriclasse del Padova che nella stagione 1914/15 trascinò la squadra con i suoi 18 gol in 14 partite.
Il 20 ottobre 1915 il giovane volontario Appiani muore sul Carso. Si spegne il suo grande talento, rimarrà negli anni come simbolo di giovinezza e ardore per il calcio padovano, immortalato nel cemento dello stadio che dal 1924 ha preso il suo nome.
L'ERA ROCCO 1951-1961
Nella storia di ogni nazione, di ogni città, di ogni vita, c’è sempre un periodo definito Età d’Oro. Un tempo più o meno breve in cui gli dei sembrano guardare dalla nostra parte, seguire con occhio benevolo le quotidiane fatiche di uomini che verranno ricordati in eterno. Esiste ovviamente un’Età d’Oro anche per i club calcistici. L’Inter di Helenio Herrera, il Napoli di Maradona, il Cagliari di Gigi Riva, il Verona di Osvaldo Bagnoli, la Sampdoria di Vialli e Mancini, il Milan di Capello e degli Invincibili ... e ovviamente il Padova di Rocco.

Nel calcio questa belle époque viene spesso ricordata con il nome del principale artefice dei successi di quel fortunato periodo. Così, per il Padova, gli anni che vanno dal 1955 al 1961 verranno per sempre ricordati come l’Era Rocco, anche se il merito delle vittorie di quegli anni straordinari va senz’altro diviso tra l’allenatore triestino, i panzer, come il tecnico chiamava i suoi giocatori, e il palcoscenico sul quale questi grandi attori si sono trovati a recitare: lo stadio Appiani. Un catino ancora amatissimo dai tifosi biancoscudati, in cui l’architettura era al servizio della passione sportiva e catalizzava il calore dei tifosi, esaltati dalle gesta dei loro beniamini e a loro volta capaci di esaltarli, facendoli sentire allo stesso tempo protetti e minacciati.

Sì, perché venire a Padova da avversari in quegli anni faceva venire il mal di testa a molti campioni blasonati, ma anche chi era di casa non poteva permettersi domeniche di riposo in campo, pena qualche “rimbrotto” fischiato o gridato a pochi metri di distanza da migliaia di accalorati padovani.
GLI ANNI DURI 1962-1980
Anni lucenti quelli dell’era Rocco. Anni di piombo (e non solo calcisticamente) quelli che seguono alla partenza del Paròn verso lidi meneghini a consacrarlo eternamente nell’olimpo del calcio. Ma Padova come sta?

Scorre la stagione calcistica 1961-62. La piazza è ancora in fermento per quel campio- nato culminato col terzo posto che resterà in eterno scolpito nella memoria di tifosi e della città. La matricola terribile, ricordata per i suoi panzer che hanno fatto del male alle grandi e solo grazie a situazioni non sempre ortodosse sono stati annientati da poche big del pallone nostrano giocato ancora su campi in terra battuta con un pallone di cuoio marrone.

Si ripercorreranno più i fasti di un tempo? La domanda serpeggia nell’aria di una Padova in preda alla rinascita sociale e vicina alla ripresa economica dell’Italia appena uscita dalla guerra. Il calcio resta una valvola di sfogo e l’Appiani la cassa di risonanza per tutte le vicende legate alla squadra cittadina. Ancora pochi lo sanno e solo l’immaginazione più pessimista riu- scirebbe a prevedere che in pochi anni la gloriosa squadra affonderà sino al baratro chiamato C2.

DESTINAZIONE PARADISO 1981-1995
Questo periodo parte con una promozione in C1 e termina con quella, storica, in A. 32 anni dopo la fine dell’Era Rocco. In mezzo, mille battaglie, cadute rovinosissime e resurrezioni miracolose sotto la guida del presidente Puggina. Giorni neri e giorni di gloria come quel 15 giugno 1994 nella calura di Cremona. Bonaiuti – Cuicchi – Gabrieli – Coppola – Rosa – Franceschetti – Pellizzaro – Nunziata – Galderisi – Longhi – Montrone. Glory days…
IL RITORNO IN SERIE B E LA RETROCESSIONE IN LEGA PRO
All’inizio l’era recente fa il percorso inverso del periodo ’80-’90. Si parte da una salvezza in serie A ottenuta dopo una delle partite più emozionanti della storia.

Uno scontro vita-morte contro il Genoa terminato ai calci di rigore dopo una partita dominata dal Padova.

E’ l’apice di una storia recente del Padova, seguito da un’incredibile discesa agli inferi che in quattro anni porta il Biancoscudo addirittura in C2. A risollevare le sorti del club ci pensa prima il presidente padovano Mazzocco e poi l’attuale patron Marcello Cestaro che il 21 giugno 2009, dopo 11 anni di C, riporta la squadra nel calcio che conta.

Il 25 maggio del 2014 dopo ben ''cinque'' anni dal ritorno in serie B, il Padova saluta la serie B con un turno di anticipo perdendo la partita contro il Siena. Tantissimi sono stati i rimpianti per una stagione che ha avuto come sapore, un sapore molto ''amaro''.

DOLCI RICORDI:ALESSANDRO DEL PIERO
nasce a Conegliano il 9 novembre 1974. Il giocatore passò l'infanzia nella frazione di Saccon di San Vendemiano (Treviso), giocando proprio nella società trevigiana, dove venne “scoperto” da mister Adriano Buffoni che avvisa l’allora ds biancoscudato Pastorello. Tocca allo scopritore di talenti Vittorio Scantamburlo visionare il ragazzo sulla mitica 126, che torna con una relazione entusiasta (tre stelline segnate sul mitico tacquino) che lo fa tesserare appena una settimana dopo. Del Piero alloggerà inizialmente nella foresteria biancoscudata in via Carducci, sopra lo Stadio Appiani e successivamente al centro sportivo del Petrarca alla Guizza. Molto riservato e timido, il giovane Alex trova delle difficoltà nell’inserimento
Alessandro Del Piero agli inizi con la maglia del Padova


Del piero(Padova)  contro l'Atalanta

Del piero e ''Soldatino Di Livio'' insieme anche nella Juve
perché più giovane di tutti, ma la sua serietà gli consente di crescere in fretta anche grazie a mister Carlo Sabatini. Giocherà nella formazione Giovanissimi ed Allievi allenato da Bozzao, Cavasin e Viscidi e guadagnerà sicurezza con il passare degli anni, trovando anche una profonda amicizia con il compagno di reparto Ivone De Franceschi.  Già nel 1991 Alex ha le idee chiare e il suo cuore batte per la Juventus, ma è all’ombra del Santo che Del Piero stupisce tutti a suon di giocate e reti pesanti. Racconta, con un velo di emozione, Loris Fincato (l’allora responsabile del settore giovanile): “Ricordo la sua prima volta in Nazionale, dove i responsabili azzurri si fecero incantare da una “Rabona” di Alessandro che lasciò sul posto due difensori, oppure una fantastica punizione, traversa-montante-gol, con la
Articolo sul giovane Del Piero(1991)
quale sbancammo lo Stadio Filadelfia di Torino, dopo un gol sempre su punizione da lato opposto del limite dell’area all’andata a Bresseo. Del Piero era solito segnare alla Fiorentina, che lo considerava un’autentica bestia nera, ai viola segnò anche tre reti in 14 minuti e quando sorteggiarono il Padova nel girone eliminatorio del Viareggio, qualche dirigente toscano si mise le mani tra i capelli! Ovviamente Del Piero segnò anche in quell’occasione! Segnava a ripetizione, arrivò anche a siglare 45-50 gol in una stagione
”. Su segnalazione di Fincato, il collega Fernando Zanetto realizzerà per Il Mattino di Padova l'8 marzo 1991, il primo articolo di giornale sul futuro campione.

All'età di 16 anni esordì in Serie B sotto la guida di Mauro Sandreani e, il 22 novembre 1992, realizzò la sua prima rete con la maglia del Padova, e prima da professionista, siglando il 5-0 finale ai danni della Ternana. Il mitico taccuino dove Vittorio Scantamburlo ha segnalato per la prima volta Alessandro Del Piero, tra l'ad Andrea Valentini, Marcello Cestaro, il Presidente Penocchio e il ds Alessio Secco:
Giampiero Boniperti lo porterà alla Juventus nell’estate 1993, per 5 miliardi di lire più metà del cartellino del portiere Adriano Bonaiuti. Esordì in Serie A il 12 settembre 1993, subentrando a Fabrizio Ravanelli al 74º minuto di Foggia-Juventus, terminata poi 1-1, e tre giorni dopo, nella gara dei trentaduesimi di finale della Coppa UEFA debuttò come sostituto nelle Coppe europee contro la Lokomotiv Mosca. A una settimana dall'esordio in campionato, realizzò il suo primo gol in bianconero, in Juventus-Reggiana, contribuendo al 4-0 finale. La storia in bianconero è conosciuta da tutti, 503 presenze e 208 reti in 19 stagioni, 56 presenze e 25 reti in Coppa Italia, 51 reti in 127 presenze nelle Coppe Europee, per un totale di 290 gol in 705 presenze.
Soprannominato “Pinturicchio” dall’avvocato Agnelli nell’estate 1995, è stato capitano della Juventus dal 2001 al 2012, segnando in tutte le competizioni a cui ha partecipato con la squadra, di cui detiene il primato assoluto di reti (290 marcature) e di presenze (705 presenze). È il terzo miglior marcatore italiano di tutti i tempi  con 335 gol, dietro a Silvio Piola, (364 gol), e Giuseppe Meazza (338 gol).
È stato inserito nella Squadra dell’Anno secondo l'associazione European Sports Media  per tre anni consecutivi (1995-1996, 1996-1997, 1997-1998), classificandosi al 60° posto per l'AFS (Association of Football Statisticians) tra i più grandi calciatori di sempre e nel 1996 vince il Trofeo Bravo.
Nel 2004 è stato incluso nella FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi redatta da Pelé e dalla FIFA in occasione delle celebrazioni del centenario della Federazione
Del Piero con la coppa del Mondo


L'addio di Alex nel 2012 alla Juventus

Del piero con la ''Champions League'' del 1996, dove in finale ha sconfitto l'Ajax ai calci di rigore
internazionale, ed è risultato 49º nell'UEFA Golden Jubilee Poll, un sondaggio online condotto dalla UEFA per celebrare i migliori calciatori d'Europa dei cinquant'anni precedenti. Inoltre è stato incluso sei volte tra i 50 candidati al Pallone d'oro, classificandosi quarto nel 1995 e nel 1996.
E’ campione del Mondo 2006 con la Nazionale Italiana, dove ha totalizzato 91 presenze e 27 reti, partecipando a tre Mondiali e quattro Europei. È stato il migliore calciatore italiano nel 1998 e nel 2008, nominato dall'Associazione Italiana Calciatori.
Nel 2007 lascia la sua impronta nella "Champions Promenade" vincendo il Golden Foot. Ha conquistato quattro titoli di capocannoniere, il primo in UEFA Champions League nel 1997 con 10 gol, il secondo nel 2006 in Coppa Italia con 5 gol, il terzo nel 2007 con 20 gol in Serie B e il quarto in Serie A con 21 gol nel 2008.
BENEFICENZA:
La maglietta n. 10 della Juventus indossata da Del Piero il 29 maggio 1998 è stata messa in un'asta di beneficenza, dove è stata aggiudicata per 5.200.000 lire, poi devoluti alla "Fondazione Bambini in Emergenza" presieduta da Mino Damato, che contribuirono alla realizzazione di una scuola e di una casa-famiglia per i bambini abbandonati e vittime dell'AIDS.
Nel 2006, usò la sua fama e denaro per promuovere e sostenere la ricerca sul cancro e in segno di riconoscimento ricevette dal Presidente della repubblica e dalla Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) il premio "Credere nella ricerca" nel novembre dello stesso anno.
Nel maggio del 2008, ha disputato un torneo di golf a scopo benefico organizzato dalla fondazione Gianluca Vialli e Massimo Mauro. Sono stati raccolti più di 100 mila euro da devolvere a favore della ricerca contro la sclerosi laterale amiotrofica. Il 7 e l'8 novembre 2008 è stato ambasciatore dell'iniziativa "Un gol per la ricerca” e le partite di Serie A e B sono state dedicate sempre alla ricerca sul cancro.
Il 18 maggio 2009, grazie alla Partita del Cuore tra la Nazionale italiana cantanti e la formazione Ale 10+, capitanata dallo stesso Del Piero e disputata allo stadio Olimpico di Torino, sono stati raccolti oltre 180.000 euro destinati a diversi progetti di solidarietà.
Il 1º aprile 2011 lancia il progetto "Ale10friendsforJapan" da lui ideato per aiutare gli abitanti del Giappone colpiti dalla tragedia dello tsunami creando un sito Internet per la vendita di alcune t-shirt, il cui ricavato sarà destinato alla Croce Rossa giapponese. L'iniziativa termina il 13 settembre 2011 con un ricavato pari a 303 880 dollari (circa 221 438 €).
L'impegno per il Giappone prosegue l'estate successiva, quando, il 21 luglio 2012, Del Piero si reca a Kashima per una speciale partita di beneficenza organizzata dalla J-League. Nell'occasione, tra l'altro, Del Piero segna il suo primo gol dopo gli anni trascorsi alla Juventus.



I PRECEDENTI: Sono 11 i precedenti tra Padova e Avellino. Il bilancio pende dalla parte dei biancoverdi che contro i veneti hanno vinto sei volte, pareggiato due e perse tre. I lupi hanno conquistato i tre punti in tutti i match disputati al "Partenio" ma non hanno mai vinto all'Euganeo. Nelle cinque gare giocate nel fortino dei biancorossi, infatti, gli irpini hanno totalizzato due pareggi e tre sconfitte. L'ultimo successo del Padova contro l'Avellino risale alla stagione 2004-05 nella ex Serie C1. L'incontro si concluse sul 3-2, con i lupi che, dopo essere andati in svantaggio per tre reti, tentarono una disperata rimonta nel finale con i gol di Montezine ed Evacuo che, però, non bastarono per evitare la sconfitta.
La partita d'andata, disputata allo Stadio Partenio, è terminata 2-1 con vantaggio dei padroni di casa con Arini al 4',





Le sei immagini della partita di andata, in alto le prime due il vantaggio di Arini(Avellino), la terza è raffigurato: Tommaso Rocchi(Padova), la quarta e quinta foto, il raddoppio del Avellino sempre con Arini(Avellino), l'ultima immagine il gol di Melchiorri(Padova) che portò momentaneamente in parità la partita.
momentaneo pareggio dei veneti con Melchiorri all'11' e vantaggio Avellino al 68' con la doppietta di Arini.

CONVOCATI:Michele Serena ha convocato 20 elementi per la gara di domani sera contro l’Avellino. Fuori dalla lista del tecnico patavino i vari Jelenic, Moretti e Buonaiuto. C’è invece l’ex centravanti di Inter e Lazio Tommaso Rocchi, anche se a mezzo servizio per via di un attacco influenzale.
Ecco l’elenco completo:

Portieri: Mazzoni, Nocchi.
Difensori: Almici, Benedetti, Carini, Di Matteo, Kelic, Vinicius.
Centrocampisti: Bellemo, Cuffa, Iori, Osuji, Pasa.
Attaccanti: Diakite, Feczesin, Improta, Melchiorri, Pasquato, Rocchi, Vantaggiato.

FORMAZIONE: Mister Serena per l'ultima gara interna contro l'Avellino schiererà un (4-4-2) classico con:Mazzoni; Almici, Benedetti, Carini, Vinicius; Improta, Moretti, Iori, Jelenic; Rocchi, Melchiorri.


TIFOSERIA:
Ultras Padova presenti all'euganeo

Amicizie: Palermo: i primi contatti nell’83-84, il gemellaggio non si fonda solo sulla politica, ma è ben radicato e coinvolge le due intere tifoserie. Nasce da una vacanza di cinque ragazzi padovani in Sicilia, che casualmente conobbero alcuni ultras
Ultras Palermo
rosanero, appartenenti ai Commandos Aquile, con cui strinsero amicizia. Il 20 novembre 1983 a Padova nacque un rapporto di forte rispetto grazie a questi “contatti estivi”, ma ancora non si poteva parlare di gemellaggio. Quello fu l’unico incontro in tutti gli anni ’80 tra le due squadre, che si ritrovarono di fronte dopo tanto tempo, nella stagione 1991/92 e, anche se le cose erano cambiate all’interno delle due curve, furono proprio alcuni ragazzi della “nuova generazione”, quelli di Piazza Cavour, a riprendere i contatti coi palermitani, memori dell’amicizia nata anni prima. L’8 dicembre ’91, all’Appiani, nasce ufficialmente, dopo anni di “fidanzamento”, il gemellaggio ufficiale coi rosanero, l’unico tutt’ora in piedi. Al ritorno a Palermo fu rinnovato il gemellaggio, presenti un centinaio di biancorossi. Bello e romantico quanto accadde nel maggio 1994, ultima gara del Padova all’Appiani che fa da preludio alla Serie A, in una domenica di festa, senza la minima ostilità tra le due tifoserie, con bandierine biancorosse nel settore riservato ai tanti tifosi rosanero e sciarpe del Palermo in curva Nord, per una strana varietà cromatica. Prima dell’incontro, il gemellaggio venne rinsaldato nel parco antistante l’Appiani. Le due tifoserie sono tornate ad incrociarsi quest’anno dopo ben 17 anni. L’ultimo incontro tra le due squadre risaliva infatti alla stagione 1996/97, col gemellaggio suggellato dallo striscione “Nessuna secessione potrà fermare la nostra unione!”, in un periodo storico particolare a livello politico, infatti Bossi aveva proclamato l’indipendenza della Padania. Una bella amicizia, un po’ inusuale se si vuole, capace di superare le classiche “barriere” tra Nord e Sud, e impedimenti logistici come la distanza o la differenza di categoria. “Warriors” e “Vecchia Guardia” Palermo presenti in Acireale-Pd 93/94, “Rosanero ovunque” in Pd-Venezia 92/93, “Warriors Palermo sez. Reggio Emilia” esposto in Reggiana-Pd 94/95, stendardo “W.u.p.” in Pd-Lazio 95/96. Nel 2002 una 70ina di padovani presenziò coi gemellati in Vicenza-Palermo; nel 2009, nella finale Playoff per la B vittoriosa di Busto Arsizio, erano presenti i ragazzi dell’ex-Meridiano Zero di Palermo, con tanto di pezza “Maggio 1996”.
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Ex-gemellaggi: Modena: con gli emiliani nell’81, in occasione di un match all’Appiani, nasce forse il primo gemellaggio ufficiale degli Ultras Padova, quando le due tifoserie scesero in campo sventolando i propri bandieroni in segno d’amicizia. Ma il rapporto durò molto poco, per trasformarsi, dall’85/86, in una feroce, ma sempre leale, rivalità, anche perché, poco dopo, i padovani strinsero amicizia coi bolognesi e i canarini coi veneziani, rivali acerrimi dei padovani. Bologna: l’importante rapporto coi bolognesi risale al 1984 e, per capire quanto il legame fosse profondo, basta pensare che Padova-Bologna è tutt’oggi considerato il legame più forte assieme a quello, altrettanto storico, coi palermitani. Ebbe inizio dai rapporti cordiali che alcuni vecchi ultras del Ghetto avevano coi bolognesi, anche per la comune rivalità nei confronti dei vicentini, e per anni le due tifoserie si scambiarono visite e aiuti in occasione dei vari derby e delle trasferte dei rossoblù a Vicenza. Il rapporto rimase vivo fino a fine anni ’90. Nell’87/88 5mila padovani andarono a Bologna per rinnovare il gemellaggio, che venne per l’ultima volta rinnovato nel 91/92. I vecchi del Ghetto, legati ai bolognesi, avevano passato la mano ai giovani di Piazza, che al contrario legarono coi palermitani. Quell’anno ci fu il classico giro di campo con le bandiere ma qualche gruppo bolognese (Mods in primis, ma anche parte dei Forever Ultras) e diversi padovani della nuova generazione iniziavano a storcere il naso. La storica amicizia iniziò a scricchiolare, per sciogliersi definitivamente dopo pochi anni, e gli “incontri ravvicinati” avuti coi rossoblu nel ’93 in Coppa Italia sotto la curva bolognese e due anni più tardi in un autogrill, coi padovani di ritorno da Napoli e loro da Salerno, non hanno fatto altro che accentuare la rottura.
Si perdono nella notte dei tempi le amicizie con Civitanova Marche (anni ’70) e Campobasso (primissimi anni ’80).
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Rivalità: Vicenza: adesso è quella che sentono di più. I berici oggi sono una delle tifoserie più odiate a Padova, ma nei primissimi anni c’era una sorta d’amicizia, visto che il Padova
Vigilantes Vicenza in azione
arrancava in C2 e il Vicenza lottava addirittura per il titolo in A, e capitava che qualche padovano si recasse al “Menti” per vedere da vicino la Serie A. Nacque così un certo rapporto con loro, che iniziarono a contraccambiare le visite facendosi vedere qualche volta all’Appiani di Padova, mettendo a disposizione la loro maggiore esperienza. Tuttavia la cosa non piaceva a tutti e nacquero i primi problemi, fino a un Vicenza-Juve del ’79, quando alcuni biancoscudati si presentarono al Menti fianco a fianco agli juventini, cosa che non sfuggì ai diretti interessati, che in un Padova-Venezia disputatosi poco dopo, si unirono ai lagunari. Fu l’inizio della rivalità, che divenne ben presto una delle più sentite, anche se, in quegli anni, il confronto vicentini-padovani era assolutamente improponibile. I primi si sono sentiti superiori per anni perché, in un Padova-Vicenza dell’82, occuparono la curva di casa, costringendo i padovani al settore ospiti: una vera e propria invasione di curva. La rivalità si mantenne “a distanza”, essendo le due squadre in categorie diverse. Lo striscione “Ultras”, prima che dai parmensi, fu rubato dai vicentini in un Vicenza-Padova 82/83 ed è l’unico perso in scontri, negli anni ’80, dai padovani, ancora acerbi per competere con una tifoseria come quella vicentina. Comunque se lo ripresero quando uno degli Hell’s riuscì a procurarsi le chiavi del magazzino vicentino, portando via anche lo striscione “Vigilantes”, esposto in Padova-Bologna 84/85 e Monza-Padova, stesso anno. I vicentini si vendicarono recuperando lo striscione qualche settimana dopo, ricambiando così la visita e portandosi via anche “Hell’s Angels Ghetto”, esposto in Sud e riesposto 14 anni dopo, quando scatenò una rissa tra giovani, ignari dello smacco, e anziani padovani (vedi sotto), “Collettivo”, “Hooligans”, “Alcool”, “Trips” e “Navajos Cavese”. Si salvò solo Leoni della Nord, all’epoca custodito da uno della curva a casa propria. “Alcool” divenne lo striscione di un gruppo della Sud vicentina, gli altri furono bruciati, a parte “Navajos”, dato poco dopo ai napoletani. Nell’87/88 nuova visita ai vicentini: trafugato lo striscione “Vigilantes Vicenza”. Questi però decisero di rompere gli schemi andando a riprendersi lo striscione di persona in un Padova-Messina: si mischiarono al pubblico della gradinata e, a fine gara, andarono sotto la curva di casa a cercarli, per poi caricarli. Furono attimi di tensione in un fuggi-fuggi generale, coi padovani che si riorganizzarono, cosicchè nel parterre, per alcuni minuti, successe il finimondo. I Vigilantes si dimostrarono un bel gruppo, anche se gli striscioni rimasero al loro posto, almeno fino all’intervento della polizia, che isolò i vicentini portandoli fuori dallo stadio e, tra altri tentativi di contatto, fecero riprendere al loro capo lo striscione “Vigilantes”, lasciando stare gli altri stendardi. In un agosto di fine anni ‘80, in un amichevole a Vicenza, nonostante il periodo 250 ragazzi rispondono “presente”: alte tensioni nel corso del match, ed alla fine, quando i vicentini si imboscarono in un parchetto vicino al Menti e tirarono di tutto al passaggio del corteo padovano. Le f.d.o. ebbero il loro bel d’affare per separare le due fazioni: berici caricati forte, 8 di loro arrestati, padovani che tentarono di sfondare il cordone di f.d.o., caricati perbene pure loro, alcuni denunciati. Nel marzo ’94 derby violento all’Appiani, coi padovani che persero la testa quando videro bruciare lo storico striscione “H.a.g.” in curva ospiti: partita sospesa e incidenti prima, durante e dopo la gara: 90 diffidati e decine di fermi tra gli ultras di casa. Due anni dopo i vicentini fecero striscioni ironici tipo “Padovani sfigati per voi più di una torcia sono soldi buttati”. Negli anni spesso incidenti con la celere. Venezia: una delle rivalità più sentite, campanilistica, forse la più sentita dopo Vicenza. Agli inizi del campionato 87/88 si disputò Padova-Lazio e un gruppo di ultras del Veneziamestre si unì ai biancoblù, ma negli scontri del dopopartita s’imbatterono in un gruppo padovano e persero lo striscione “Brigate Arancioneroverdi”, che venne bruciato in
Venezia - Padova, è un derby molto sentito in veneto
un derby all’Appiani. Mentre, qualche anno dopo, fu rubato “Tipi Loschi Venezia”, esposto in un Padova-Venezia 92/93. Per tutti gli ’80 la rivalità maggiore fu coi triestini, ma a partire dai primi anni ’90 salì alla ribalta il derby coi veneziani, una sorta di “deja-vu”, infatti la rivalità calcistica affonda le radici fin dagli anni ’50-’60. I primi incidenti tra ultrà nell’80/81, sia all’Appiani che a Venezia, dove volavano palline di gomma piene di chiodi in testa ai biancoscudati al seguito. Ma nel 1987/88 in un Veneziamestre-Triestina, giocato a Mestre influito le amicizie personali: un gruppetto di padovani, legati al Fronte della Gioventù, seguirono la partita coi triestini, accomunati dalla stessa fede politica, mentre altri padovani, più vecchi e non di destra, erano andati con gli unionisti. Nel post-partita per poco le due “fazioni” padovane, l’una all’insaputa dell’altra, non finiscono per darsele. Nel novembre ’91, primo derby in Laguna: durante il viaggio al “Sant’Elena” la motonave venne letteralmente smontata e, successivamente, gommoni e salvagenti vennero utilizzati come “coreografia” allo stadio, dove fu alta la tensione; i padovani tentarono di sfondare il cordone delle f.d.o., volarono manganellate, i veneziani fecero un paio di tentativi d’avvicinamento tirando qualche sasso dalle calli, scontrandosi con la celere nel tentativo di raggiungere il settore ospiti. I lagunari per Padova si mossero in 1.600 e lasciarono diversi segni sulle auto in sosta durante i due cortei di andata e ritorno. Durante l’incontro non mancarono sfottò e striscioni dall’una e dall’altra parte, oltre al rogo dello striscione “Brigate Arancioneroverdi” rubato alcuni anni prima in un Pd-Lazio. Coreografia nella ripresa con un bandierone raffigurante la Basilica di San Marco, che veniva coperto da cartoncini blu al grido “Alta marea portali via!”. Scontri anche nell’ottobre 2006 all’autogrill di “Monte Alto”, coi padovani che tornavano da Pizzighettone (C1) e i veneziani da Carpenedolo (C2). C’è da dire che erano rispettivamente due pullman a uno e che gli “Ultras Unione Venezia” si stavano sciogliendo. Nell’89/90, in un viaggio in treno verso Parma, trovarono i veneziani diretti a Carpi: i biancoscudati cercarono il contatto ma le f.do. fecero buona guardia. Striscioni veneziani in Pd-Venezia 06/07: “Da Prato della Valle a via Anelli…ne avete fatta di strada”, “Noi in due anni siamo risorti voi da 10 siete morti”, “Padovano dalla memoria corta, abbassa la cresta…ti ricordi ‘Vecchi’ tempi!”, mentre a Venezia (stesso anno) esposero “Vuoi fare il cittadino…resti solo un contadino!” e “Ecco il proverbio dei saggi padovani: meglio un uovo oggi che una promozione domani”. Incidenti piuttosto gravi, da “bollettino di guerra”, anche nel gennaio 2007: un ultrà del Padova denunciato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e bloccato durante gli scontri, tre agenti della polizia municipale presi a bottigliate e malmenati, due carabinieri contusi, un’Alfa 156 dei vigili urbani distrutta a sprangate, venti lacrimogeni sparati dalla polizia per disperdere i circa cento supporters biancoscudati, caricati in modo deciso, che volevano sfondare il “cordone” che separava i tifosi dal pullman delle squadre. Dopo la carica la situazione si era normalizzata, anche perché la tifoseria veneziana era stata, nel frattempo, accompagnata alla stazione e fatta salire sul treno. Trenta minuti di violenza e follia, con denunce a carico di diversi ultras. Triestina: il derby del Triveneto è sempre stato parecchio sentito dalle due parti; il tutto ha inizio in Triestina-Padova 81/82, visto che la settimana prima venne caratterizzata dalla tensione per l’invio di alcune lettere anonime, contenenti minacce e riferimenti al movimento “Autonomia Operaia”,
Ultras Triestina, non molto graditi a Padova.....
firmate Ultras Padova, a un giornale di Trieste. Le lettere minatorie non erano opera degli ultras padovani, che non avevano mai incrociato i triestini prima d’allora e non erano interessati a farsi una rivalità, ma furono prese sul serio dagli alabardati, una delle poche tifoserie schierate a destra fin dalla loro nascita. Quel Triestina-Padova viene ancora ricordato per scontri prima e dopo la gara, che videro coinvolti anche semplici tifosi. I Leoni della Nord si trovarono a dividere il posto con gli Ultras Trieste (come accadeva spesso in quegli anni le tifoserie erano mescolate, non essendoci ancora i settori-ospiti, venuti dopo la tragedia dell’Heysel nell’85) e dovettero difendersi dalle aggressioni dei triestini, finchè non furono portati dalla celere in un altro settore dello stadio. Da quel giorno, e per molti anni successivi, ogni incontro, sia al “Grezar” che all’”Appiani”, viene segnato da gravi incidenti: i triestini avevano colpito anche i tifosi normali e la cosa restò scolpita nelle menti dei padovani. In quegli anni gli scontri allo stadio riguardavano quasi esclusivamente le due tifoserie, e le forze dell’ordine erano il “terzo incomodo”, ed arrivavano a tirare su i feriti quand’era tutto finito. All’Appiani nell’82/83 le tifoserie, entrambe in Nord, se le dettero di santa ragione. L’anno successivo scoppiarono violenti tafferugli, sempre in Nord, coi giuliani che ritentarono il “numero”, comprando biglietti di quel settore. Alla fine l’intervento della celere respinse i padovani fuori dallo stadio e scortò i giuliani in curva ospiti, ma nel dopogara gli scontri si replicarono lungo il tragitto verso la stazione e nel piazzale della stazione stessa. Al ritorno gli Hag riempirono 4 pullman e l’intera domenica fu costellata da incidenti fuori e dentro lo stadio. Nell’84/85 i triestini ritentarono lo stesso stratagemma all’Appiani, ma trovarono un degno “comitato di benvenuto”; a fine partita le tifoserie entrarono in contatto e Prato della Valle fu teatro di una cruenta battaglia celere-padovani. A Trieste, nell’87/88, treno speciale con 500 ragazzi al seguito, con molti che, il sabato pomeriggio, si erano procurati centinaia di elmetti da cantiere gialli e grossi tubi arancioni. Arrivo molto movimentato a Trieste: le f.d.o. sbarrarono la strada al gruppone, pretendendo il sequestro di aste e elmetti, che per tutta risposta gli vennero scagliati contro. Vi furono alcune cariche, un ragazzo venne fermato con un sacchetto di biglie di ferro. Qualcuno approfittò della confusione aggirando i controlli e recandosi in centro, dove ci furono altri momenti di forte tensione e danni a vetrate di un paio di locali. Anche durante la gara non mancarono contatti sia dentro che fuori lo stadio. A fine partita i giuliani attuarono una violenta sassaiola verso i mezzi che riportavano i veneti alla stazione, dando inizio all’ennesima sarabanda. Ne fece le spese una volante della polizia che si ritrovò una macchinetta obliteratrice sul cofano. I 40 occupanti del mezzo furono portati in Questura, identificati e muniti di foglio di via da Trieste per tre anni. Altri quattro ragazzi vennero arrestati. Scazzottata vecchio stile a Padova nel ’90 con una trentina di ospiti presentatisi di buon’ora. Nel 90/91 solito contorno a Trieste di tafferugli e danneggiamenti. Prima della partita gli autobus dei biancoscudati transitarono davanti il bar dei locali e venne fatto un fitto lancio d’oggetti. I padovani tentarono di scendere, le porte di un bus vennero sfondate e tutti gli occupanti identificati. Al ritorno alcuni ragazzi cominciarono a raccogliere la neve, caduta abbondante, e a bersagliere il portiere ospite, ma la cosa, partita un po’ per gioco, degenerò, così la celere decise di entrare nel parterre di curva scatenando la reazione degli Hag. Sugli agenti s’abbattè di tutto (lattine piene, pezzi di cemento,…), un ragazzo finì in coma colpito da una manganellata e altri otto in questura. L’odio è stato rialimentato in occasione degli spareggi Playout di alcuni anni fa. Scontri a Trieste anche nel dicembre 2000, molto pesanti. Lì successe il finimondo, l’ambiente era carico fin dalla partenza, e il derby fu ancora una volta funestato da gravi incidenti, ripetuti i corpo a corpo, dalle numerose viette spuntavano i giuliani. Udinese: tafferugli in una partita di Coppa Italia dell’87/88; in un derby del Triveneto di fine anni ’80 all’uscita successe un gran casino e fu sottratto ai friulani il bandierone della “Brigata Ultrà”. Nel maggio ’91 a Padova, sassaiola fuori lo stadio verso i quasi 3mila friulani con cariche della celere. Nel 90/91, nello scontro diretto all’Appiani, si presentarono tremila friulani, con le prime scaramucce già nel pregara. Dentro lo stadio le due curve si beccarono di continuo e al triplice fischio circa 200 tifosi riuscirono a raggiungere il cancello che divide la gradinata dal settore ospiti e per 5 minuti volò di tutto, astate, cinghiate, pugni, finchè non intervenne la celere che caricò i padovani. Verona: i primi scontri si perdono nella notte dei tempi, addirittura nel 1921, quando le cronache dell’epoca parlano di rivoltellate (molte in aria) e scene di guerriglia. Nello spareggio col Trento a Verona del 1980, i veronesi, che come spesso succedeva in quegli anni non avevano una linea comune, seguirono la partita un po’ coi padovani e un po’ coi trentini. A fine gara volò qualche cazzotto coi veronesi ma niente di serio. Ora l’astio si è molto annacquato, visto che le due squadre sono state tanti anni senza incontrarsi e che è nata un’amicizia tra coloro che seguono la Nazionale italiana. La rivalità rimane comunque molto sentita dai “vecchi”. I primi “contatti” si hanno nell’estate ’84 all’Appiani: al tempo molti tifosi padovani tifavano Milan, qualcuno indossava materiale delle “Brigate R.N. sez. Veneto” e i veronesi presenti in Nord non apprezzarono per niente. I malumori si trascinarono fino all’amichevole successiva, quando una 50ina di gialloblù, appartenenti alla “Gioventù Scaligera”, dal momento che il Padova vinse 5-0 presero diversi insulti in curva Nord. In particolare, il clima di festa e l’alcool spinsero qualcuno a fare cori per il Milan, di scherno ai veronesi, che a fine primo tempo effettuarono il giro dello stadio ed entrarono in Nord causando una gigantesca rissa sugli spalti e finì completamente il clima d’amicizia che esisteva tra le due tifoserie. Nel 90/91 solo un imponente servizio d’ordine evitò il peggio a Padova. I padovani forzarono un cancello insieme ai gemellati bolognesi, che dava sui distinti, i veronesi fecero altrettanto riversandosi in massa verso i malcapitati padovani. Intervenne la celere che faticò non poco a rispedire gli scaligeri dentro il loro settore. I padovani decisero poi d’assaltare la curva ospiti fuori, ma s’infransero contro le f.d.o.; dopo la gara caccia alle auto targate Verona. Il derby di ritorno fu caratterizzato da assalti dall’una e dall’altra parte, respinti a fatica dalle f.d.o., e dal lancio di monetine dei veronesi. Treviso: all’inizio degli anni ’80 i padovani subirono una battuta d’arresto con loro, che a quei tempi erano gemellati coi vicentini, che in un match a Treviso si presentarono in gran numero, e i padovani mantennero un profilo basso. Nella partita d’andata i biancoblù improvvisarono anche un invasione di campo. Ma la “vendetta” scattò in un Treviso-Sanremese del 1983, quando un manipolo di ultras biancoscudati a fine gara fece irruzione nella curva di casa, sfondò il magazzino della Nord e trafugò lo striscione “Hooligans”, con al centro l’immagine di Che Guevara, al tempo il principale dei trevigiani. Ci fu una fitta sassaiola con intervento della celere, una dozzina di padovani finì la domenica in questura ma lo striscione era ormai loro. Striscione che venne poi riadattato per evitare discussioni (in curva esistevano simpatizzanti di sinistra e iscritti al Fronte della Gioventù), l’icona venne oscurata con una Union Jack, più consona alla dicitura “Hooligans” e divenne uno degli striscioni caratteristici della tifoseria padovana del periodo. Atalanta: Nell’88, 3mila orobici invasero Padova con ogni mezzo.
Gli Hag presidiarono la zona-stadio fin dal mattino. Sembrava andare tutto liscio anche dentro lo stadio finché qualcuno non si lasciò andare a cori di sfottò per la loro eliminazione dalla Coppa delle Coppe ad opera del Malines, e gli atalantini impazzirono di rabbia cominciando a tirare di tutto. Quasi tutti erano venuti in macchina e per ritornare ai parcheggi dovettero passare sotto la Nord. Le forze dell’ordine non provarono neanche a fermare la muraglia di atalantini che passò sotto la Nord, un centinaio poco più di giovani Hag contro almeno 5-600 atalantini tra i 25 e i 50 anni. La disparità delle forze fece sì che i bergamaschi facessero irruzione nella curva, ormai vuota, spazzando via le flebili resistenze padovane. Una debacle senza attenuanti, ricordata e citata dai “reduci” per molti anni. Una trentina di ospiti vennero intercettati in Prato della Valle, con a bordo bastoni, crick e cacciaviti, qualche cane sciolto la pagò ma ciò non mitigò il senso di sconfitta e frustrazione di quel giorno. La stagione 91/92 offre però la rivincita ai padovani, in Coppa Italia. I bergamaschi sottovalutarono la situazione e transitarono sotto la Nord, ma subirono le cariche. Un carabiniere, intervenuto per sedare gli animi, ricevette una catenata in pieno viso, mentre lo striscione da trasferta “Brigate Nerazzurre” venne salvato per poco dal ragazzo che lo portava nello zaino. Bologna: un tempo esisteva un gemellaggio vero e proprio, tramontato nei primi anni ‘90, quando a Padova emerse il gruppo di Piazza Cavour. Alla base
Ultras Bolognesi durante un corteo. Ci fu in passato un gemellaggio, poi sciolto, e quindi divenuta un accerima rivalità
dello scioglimento del gemellaggio motivi politici, ma non solo. Da allora non sono mancati gli incidenti, come a Bologna in Coppa Italia nell’estate ’93, quando i padovani in treno senza scorta finirono dritti sotto la curva bolognese, o come nel ’95, in autogrill, quando i veneti tornavano da Napoli e i bolognesi da Salerno. Cremonese: rivalità datata e piuttosto sentita; scontri nell’88/89 quando un manipolo di grigiorossi e gemellati vicentini, a Padova, si diressero verso la Nord, facendo nascere un parapiglia; volò qualche bella astata. Rissa ad un Autogrill a fine ’07, dove, ad avere la peggio, è un cremonese operato d’urgenza per l’asportazione della milza; l’indagine portò all’arresto di dieci ultras, di cui sette ai domiciliari. In Padova-Paganese del ’08, appese dieci magliette bianche alla vetrata della “Fattori” per i ragazzi ancora in carcere per quei fatti. Uno di loro si disse completamente estraneo alla vicenda, fece 15 giorni di carcere, con la faccia sbattuta su tutti giornali, vedendosi così rovinata la carriera d’avvocato. “Cremona invasion” nel ’91 (non lo spareggio col Cesena, sempre a Cremona, tre anni dopo): fermento e fibrillazione incredibile in città per quel Cremonese-Pd, col Padova in piena lotta per la A; i padovani disfecero completamente le carrozze dei treni speciali, e i due cortei (andata e ritorno) misero a ferro e fuoco un intera città: decine di auto fracassate, ribaltate, su cui saltavano gruppi di ragazzi, vetrine in frantumi, moto calpestate, con la gente che, impotente, dalle finestre, piangeva vedendosi deturpare i loro beni. All’arrivo allo stadio scontri con le avanguardie cremonesi (e vicentine), che presto si ritirarono, poi una carica delle f.d.o., un paio di fermi, un arresto, un ragazzo finì dietro le sbarre per aver steso con un pugno un carabiniere. Il corteo di ritorno fu un’orgia di vandalismo gratuito. Il viaggio di ritorno lo fecero su treni completamente devastati, coi pezzi lanciati fuori ad ogni stazione di passaggio; girava voce che i celerini di Padova li aspettassero in stazione per una massiccia razione di manganellate, cosicché venne tirato il freno d’emergenza e più di mille persone fuggirono tra i campi in piena notte, con la polizia alle calcagna. Una volta a Padova il treno era ridotto a ferrovecchio. Vennero diffidati in una decina, ma, soprattutto, da allora venne semplicemente impossibile imboscarsi sui treni senza biglietto e i controlli divennero ferrei. Il quotidiano “Il Mattino”, al martedì, dedicò un ampio servizio sui fatti. Spal: nell’85/86 i ferraresi portarono a Padova un buon gruppo e a fine gara una trentina di ragazzi della Nord tentò l’approccio con sampietrini che mandarono in frantumi le vetrate della stazione, per poi essere spazzati via dalla celere. Nell’86/87 furono portati via, entrando prima della partita in curva Ovest, a Ferrara, gli striscioni “Supporters” e “Gioventù Estense”, esposto in Pd-Prato e Pd-Cremonese dello stesso anno, e in un Pd-Bologna un po’ di tempo dopo (i bolognesi sono gemellati coi ferraresi). Dopogara movimentato, a base di aste e cinghiate, ma gli striscioni rimasero in possesso padovano. Tutta la giornata fu scandita da zuffe e disordini. “Supporters” venne esposto in una partita dell’Under 21 all’Appiani, poi sparì nel nulla; “Gioventù Estense” venne riadattato e modificato. Incidenti anche nel 2004. Spezia: senza settore ospiti, il “Picco” di La Spezia era uno degli stadi più ostici d’Italia; nell’86 il Padova vinse 1-0 e i padovani si trovarono stretti nella morsa del pubblico di casa inferocito, con pietre, sassi e oggetti vari che arrivavano da ogni parte; riuscirono ad aprirsi un varco, raggiungendo il pullman, che però, nel tragitto dallo stadio all’autostrada, fu letteralmente ridotto in frantumi. Il viaggio di ritorno fu un’odissea per il freddo con la gente avvolta in bandiere e striscioni. Al ritorno si cercò di rendergli il favore, invano per la presenza massiccia di f.d.o. A Padova nel 2006 scontri che portarono 24 diffide, da sei mesi a tre anni, molte con l’obbligo di firma. Primi contatti con gli spezzini, in tutto circa 5mila, sin dalla mattinata; a fine gara invasero il campo festanti per la promozione, alcuni di loro si diressero verso i padovani per sfotterli e la risposta non tardò ad arrivare, con diversi ragazzi che entrarono in campo scontrandosi prima con gli spezzini, poi con la polizia. Con due cariche e l’uso di lacrimogeni le f.d.o., che riportarono alcuni feriti, dispersero le due tifoserie. Piacenza: nell’86/87 tafferugli nel piazzale antistante lo stadio, scontri che se ne vedevano pochi anche a quei tempi, l’uno contro l’altro, senza polizia. I piacentini fecero valere il loro numero e il fattore-campo. Alcuni ragazzi si presentarono in macchina, a ostilità già aperte, molto prima della partita e subirono il furto dello striscione “Boys Tnt” e di alcuni stendardi. Al ritorno i padovani fecero “blocco”, con gli ospiti che per più di un’ora non riuscirono a muoversi ed alla fine caricarono coi blindati le forze dell’ordine. L’anno dopo i padovani si presentarono in più di 300 e i piacentini furono molto meno spavaldi. Genoa: rivalità storica che si è acuita dopo lo spareggio-salvezza di Firenze del 94/95, in cui venne esposto lo striscione rubato ai genoani “7 settembre 1893”, oltre a “Non c’è Lega che salvi il Genoa” e “Bastardi genoani”. Scontri e sassaiola nell’88/89, venne intercettato un gruppetto con lo striscione “Vecchia Fossa”, i rossoblù non si tirarono indietro, ma vennero condannati dai numeri. Chi aveva lo striscione fu bravo a tener duro fino all’arrivo delle f.d.o. Mestre: febbraio 2001, Padova in C2 che lotta testa a testa col Mestre per la promozione, 2.500 padovani al seguito, i mestrini provocarono fin dall’inizio con lo striscione “Profeta uno di noi”, noto serial-killer dell’epoca che agiva a Padova ma era di Mestre. Nell’intervallo un solitario invasore mestrino arrivò fin sotto il settore padovano, braccato e trascinato poi fuori dalla polizia mentre mostrava il “medio”. Tensione molto alta a fine gara, padovani arrabbiati per la sconfitta, una decina di loro tentò di forzare un cancello trovando la polizia schierata: carica di alleggerimento, un lacrimogeno sparato nell’antistadio senza alcun motivo, ad altezza d’uomo, rispedito al mittente, un altro sparato subito dopo, la gente che non restò certo a guardare e lanciò di tutto agli sbirri; seguirono altri 5-6 lacrimogeni, che non erano i soliti lacrimogeni ma quelli al gas CS, che verranno adoperati poi al G8 di Genova a luglio (i padovani fecero da cavie). Dei ragazzini smontarono letteralmente i bagni e lanciarono rubinetti e un lavandino verso la polizia che, messa all’angolo, fece aprire le porte e defluire i biancorossi. Gente svenuta e che vomitava trovava rifugio nelle case adiacenti lo stadio, coi residenti che, altrettanto intossicati passavano bottigliette d’acqua. Situazione incontrollabile. Alcuni padovani si aprirono un varco tra i “blu”, ritrovandosi in una via laterale, dove c’erano una decina di mestrini: breve colluttazione, poi arrivò i carabinieri. Gruppi di padovani sciamavano per il centro a cercar grane, un gruppetto trovò degli ultras del Veneziamestre, ai tempi in B, ma la Digos padovana intervenne prontamente. Alla stazione non c’erano tutti i 600 giunti in treno. Le f.d.o. non fecero ritorsioni non vedendo l’ora di mandare tutti a casa. Pistoiese: nel settembre ’98, a Pistoia, presenti circa 200 veneti, accolti da scritte sgrammaticate come “Padoda merda” e Setore ospiti”; il settore costava 18mila lire, tante per l’epoca. Cominciarono le trattative, poi i padovani, coi “blu” assopiti, si ritrovarono vicino il settore arancione. Ne seguì una battaglia celere-ospiti, venne arrestato un ragazzo di Padova, ammanettato a una transenna, con gli infami pistoiesi che lo colpirono più volte. I veneti cercarono di liberarlo, lottando contro i carabinieri (e coi pistoiesi fianco a fianco agli sbirri), ma poi furono costretti a ritirarsi. Ricominciarono le trattative per il biglietto e fu portato via un altro ragazzo, estraneo allo scontro, scaldando ancor di più gli animi, calmati, non più di tanto però, a suon di manganellate; dieci minuti di battaglia e un caricone spinse tutti verso l’ingresso, con alcuni entrati senza pagare. A fine partita arrivarono i rinforzi, qualche padovano non voleva partire finché non avrebbero liberato i due ragazzi, portati in carcere: non ci fu niente da fare. Tgr e Tg5 parlarono di tifosi padovani protagonisti di un’autentica guerriglia e undici poliziotti finiti in ospedale. I pistoiesi parteciparono al riconoscimento dei due arrestati. Tutti erano convinti che non ci fossero telecamere, ma in seguito arrivò a Padova una vagonata di diffide. Proprio a Pistoia, qualche giorno dopo, si svolse un raduno-ultras, con una delegazione di padovani che partecipò apposta per sputtanare di fronte a tutti gli arancioni, che per un po’ fecero girare la voce che i veneti erano armati, tanto che, al ritorno, presenziarono con due striscioni: “Basta lame basta padovani” e “Ultras Padova sez.1^ chirurgia”. Tali scontri furono fra i tanti motivi dello scioglimento delle “Brigate Arancioni”. Nel 2003/04 un gruppo di padovani si presentò a Pistoia alle 10 di mattina sotto la curva, ma loro non si fecero vedere, ammettendo che non avrebbero retto il confronto. Nel return-match, di lunedì, la notte nota come “Padova Zona Industriale”, dettero appuntamento ai toscani e ai gemellati per regolare i conti una volta per tutte, ma i presenti (3 veneziani, 2 modenesi, 1 pistoiese) vennero semplicemente graziati dalla 70ina di padovani accorsi. Da allora non sono più stati considerati, tranne che per un match di Coppa Italia. Brescia: prima c’era una sorta di “simpatia”, infatti in un Vicenza-Brescia del 1985 alcuni padovani seguirono la partita coi lombardi e alla fine, c’era stato un contatto. Si parlò di un rapporto un po’ più profondo ma non se ne fece niente. Nel settembre ’87 furono i bresciani a rompere subito gli indugi mandando subito affanculo i padovani. Poi scontri bresciani-f.d.o. e alla ripartenza del loro treno alcuni padovani trovarono il modo di lanciare alcuni oggetti contro il convoglio. Nel 91/92 tanti bresciani fecero la trasferta di Padova, tra questi una 50ina fece un bella “azione”, staccandosi dal corteo, inavvicinabile per la presenza delle f.do., presentandosi per un faccia a faccia davanti la Nord e facendo un’ottima figura, poi i padovani ebbero la meglio perché di più e arrivarono i “blu” a blindare gli ospiti; il resto del corteo, accortosi degli scontri fece casino con la celere per sfondare il cordone e dare manforte ai compagni. Ci volle un bel po’ per ripristinare la calma. Pescara: nel 1989/90 a Padova un gruppo di ultras biancazzurri in incognito, spalleggiati dai gemellati vicentini, fecero una visita a sorpresa al chiosco di via 58^ Fanteria, ritrovo abituale degli ultrà patavini prepartita, ma trovarono reazione e vennero condannati dai numeri. A Pescara, l’anno dopo, 400 biancoscudati seguono la squadra, durante la gara fitto lancio di monete, bottigliette e calcinacci coi settori attigui, specie la Sud, dove dovrebbero essere i tifosi cosiddetti “normali”. Verso fine gara, duro scambio d’opinioni coi carabinieri presenti nel settore, che provocano; scoppiano così violenti tafferugli che portano la ferimento di un ragazzo di Piazza Cavour, ritrovatosi con la spalla fratturata dal calcio di una carabina, un altro ragazzo viene fermato e diffidato. Fu il primo diffidato in assoluto della tifoseria biancoscudata! Nel 91/92 presente un folto gruppo di abruzzesi all’Appiani coi vicentini, nel post-gara decine di biancoscudati tentano di raggiungere il settore ospiti, ma trovano la strada sbarrata, dando l’assalto a delle volanti di passaggio; seguono cariche della celere e inseguimenti. Cesena: una delle rivalità più vecchie, faccia a faccia con loro nei dintorni dell’Appiani già a metà anni ’80. Nell’83/84 a Padova per poco non persero lo striscione “Brigate Bianconere”. Nel 91/92 a Cesena, i romagnoli fecero irruzione nei distinti del “Manuzzi”, di lì a poco imitati dai padovani. Ne nacque cinque minuti di scontri corpo a corpo, pugni, calci, cinghiate, poi l’intervento della celere ristabilì l’ordine. Torino: rivalità prevalentemente calcistica, risalente al campionato di due anni fa, quando i veneti estromisero il Toro dalla finale Playoff per la A e, soprattutto, per la telenovela infinita della partita di andata dell’11/12 all’Euganeo, quando si spensero improvvisamente i riflettori. Modena: astio antico ma sempre all’insegna del rispetto reciproco, inoltre vedi sopra. In Coppa Italia 88/89, a
Altro ex Gemellaggio è con i tifosi della curva sud del Modena
Modena, gli Hag vennero condannati dai numeri e costretti a fine partita a barricarsi nel settore. Nel ’92, con gli emiliani venuti quasi tutti in macchina per evitare i controlli, nasce una bella rissa tra le bancarelle del Prato della Valle, sedata dopo poco dalla celere. Parma: non poche tensioni già a metà anni ’80, il primo striscione “Ultras” fu trafugato dai parmensi. Nuovi scontri nell’85/86, con gravi incidenti e scene da guerriglia urbana, dopo che gli emiliani avevano “passeggiato” nel pregara sotto la Nord, rubando sciarpe. Durante la gara alcuni ultras padovani tentarono di fare irruzione in curva Sud. A fine gara 200 padovani ingaggiarono una dura battaglia con le f.d.o. Bilancio: 40 fermati, un ufficiale della celere con una gamba fratturata e il pullman parmense completamente distrutto e inservibile. Gli emiliani uscirono solo alle 21, ma non tornarono a casa a mani vuote: i padovani nella fretta di uscire dallo stadio avevano lasciato appeso lo striscione “Commando Ultrà Curva Nord”, così approfittarono della situazione gli ospiti per scavalcare e prendere lo striscione. Nell’88/89 a Parma, i parmensi fecero il giro dello stadio e entrarono in curva Sud, mischiandosi al pubblico normale, facendo nascere uno scontro che costrinse i ducali alla ritirata. Un tifoso di Padova venne arrestato per aver aggredito un poliziotto. L’anno dopo, sempre al Tardini, sassaiola verso il corteo biancorosso, ma gli Hag reagirono bene. Pisa: rivalità storica fin da metà anni ’80. Nell’86/87, tornando da Reggio Emilia, venne casualmente incrociato a Bologna un treno speciale di pisani di ritorno da Modena: dalle parole si passò ai fatti quando i biancoscudati, nonostante il numero risicato, raggiunsero il binario dei pisani brandendo aste arancioni. I toscani furono colti di sorpresa e non accennarono alcuna reazione, in compenso i celerini entrarono in azione caricando i padovani. Alla fine l’intero gruppo padovano venne trasferito agli Uffici della Polfer e identificato. Dopo le procedure di rito, i ragazzi fecero ritorno a Padova, ma una volta scesi dal treno ebbero un’altra sorpresa: la notizia degli incidenti era finita all’Ansa e ad attenderli c’erano giornalisti e fotografi, tutti curiosi di conoscere questi “giovani leoni”, che in 70 avevano sfidato un treno di pisani e il reparto celere. Il giorno dopo tutti i giornali parlavano dell’accaduto, con tanto di interviste ai “reduci”. Rubato inoltre uno stendardo dei “Rangers Pisa”, diversi anni fa. Nel ’91-92 un manipolo di ragazzi al seguito in Toscana provocò alcune scaramucce coi locali e un paio di giovanissimi vennero fermati e rilasciati. In Pisa-Pd 06/07 i pisani espongono gli striscioni “Padovano bastardo” e “Dal 1945 nelle fogne”, ma anche “Lo striscione per Mau non si può dimenticare: padovano eterno rivale, nemico leale”. Legnano: scontri violenti tra ultras a Legnano nel febbraio 2001, un addetto al campo dei “lilla” al Pronto Soccorso, per un colpo di cintura torchiata alla testa, due ultrà del Padova arrestati. Lo scontro è avvenuto dopo la partita, quando tre tifosi padovani sono entrati in campo e, ottenuta la maglietta dai loro beniamini sono andati sotto la curva dei legnanesi a sbeffeggiarli. Così, in pochi attimi, una decina di ultras dei lilla ha abbandonato gli spalti e ha raggiunto gli avversari in campo per replicare agli insulti. La situazione è subito precipitata: ai tre del Padova si sono aggiunti altri venti ultras, imitati sul fronte opposto dai legnanesi. I due schieramenti si sono affrontati per qualche minuto a colpi di cintura e solo l’intervento della polizia ha evitato il peggio. Inoltre, dodici tifosi padovani hanno circondato sei poliziotti, con questi che hanno arrestato i due più esagitati, per violenza, resistenza e oltraggio. Carrarese: incidenti a Carrara nel settembre 2001, a 5 giorni di distanza dall’attentato alle Torri Gemelle di New York. I primi screzi coi locali ce l’ha il Fronte, naturalmente non scortato. Poi arriva una 70ina di padovani e c’è il primo contatto alle biglietterie sotto la gradinata, poco più che una scaramuccia, coi locali che si ritirano in fretta. A fine primo tempo una buona fetta di carrarini esce dallo stadio, facendo cenno ai presenti di seguirli e ai veneti di vedersi fuori. Dalla strada di fianco ai Distinti cominciano a volare grossi sassi e cubetti di porfido verso il settore, un ragazzino viene colpito in fronte e sanguina. I padovani aprono le porte e si ritrovano in strada. Lì c’è una grossa carica verso i locali, che si ritrovano sotto i Distinti e si ricompattano, ma la forza d’urto dei padovani, anche se in netta minoranza (una 40ina), regge bene il confronto. Continua però il lancio di robe varie, coi padovani rinchiusi a fatica dentro e gli agenti della Digos che fanno capire che sono guai seri, tanti veneti vorrebbero uscire e spaccare tutto. Il ragazzino colpito prima è in piena crisi di panico. I ragazzi escono dallo stadio mezz’ora prima del fischio finale, con la promessa della Digos che li avrebbe lasciati stare se se ne tornavano a casa, altrimenti sarebbero finiti tutti in questura. Ma ormai, nonostante riprendessero la via di casa, erano nei guai. Il Tg5 dette subito notizia dei fatti e cominciarono ad arrivare telefonate di amici e parenti. Il giorno dopo si scatena il linciaggio mediatico. Sul “Gazzettino” compare un articolo gonfiatissimo, pieno di falsità e inesattezze. Due ragazzi vengono arrestati alcune ore dopo il match, altri due si rendono latitanti per qualche giorno. 14 ragazzi vengono diffidati per tre anni con obbligo di firma. Fu un periodo piuttosto duro, il clima da “caccia alle streghe” si stemperò pian piano, ma la curva per tre partite rimase zitta, esponendo solo lo striscione “Il silenzio degli innocenti”. La cosa fece scalpore, cosicché alla fine venne raggiunta una specie di “tregua armata” per il bene del Padova. Sette diffidati su 14 furono assolti e si videro togliere le diffide. I carrarini pagarono un conto salato con la giustizia: ben nove arresti nei giorni successivi. Al ritorno alcuni ragazzi del Fronte Opposto andarono a fargli “visita”, rimediando solo cinque diffide, pur non facendo niente. Lazio: numerosi “contatti” per Padova-Lazio 87/88, specie coi numerosi cani sciolti che ai tempi seguivano la squadra capitolina: il grosso degli scontri a Prato della Valle, con un tifoso biancazzurro finito pestato ben bene in una rissa e un padovano che ricevette una bastonata in testa, finendo entrambi al Pronto Soccorso. Per un Samp-Padova, bello scontro a un autogrill nel 95/96 nei pressi di Genova; i laziali andavano a Torino con la Juve. Avellino: memori della trasferta di Cosenza, dove non ricevettero certo il benvenuto, i padovani nel 90/91 lasciarono i due torpedoni a Benevento e si mossero verso Avellino. A Benevento trovarono anche il sindaco ad accoglierli, ma al “Partenio” l’atmosfera è ben diversa: tra una provocazione e l’altra si passò ai fatti, ma l’intervento dei carabinieri fu verso i padovani, tanto che tre ragazzi di Padova finirono in ospedale. Al ritorno un pullman irpino venne colpito da alcuni sassi. Trento: vecchia rivalità. Scontri sia all’andata che al ritorno nell’85/86; l’anno dopo si presentarono in pochi all’Appiani e gli venne sottratto, abbastanza facilmente, lo striscione “Viking”. Napoli: quando si sono incontrati c’è sempre stata tensione. Tra l’altro, nel settembre ’95, i padovani a Napoli intonano cori razzisti fin dall’inizio ed espongono lo striscione “Basta con gli esperimenti nucleari a Muroroa, facciamoli a Napoli”, suscitando la reazione inviperita dei napoletani al grido “fuori, fuori”. La polizia interviene sequestrando e distruggendo lo striscione. Dopo un lancio di oggetti all’interno del “San Paolo”, c’è qualche lieve scaramuccia.

Grazie per aver dedicato il vostro tempo quest'anno a visualizzare ''La Baronata'', vi aspetto il prossimo anno con la rassegna, per ora va in vacanza!

BARONE FERDINANDO.