''LA
BARONATA''
A
CURA DI: BARONE FERDINANDO
IL
NOSTRO AVVERSARIO: SALERNITANA
STORIA
All’inizio del 1900 a Salerno iniziò a prendere piede sempre di più un nuovo tipo di sport: il calcio.
Questo sport veniva praticato amatorialmente per strade e in grandi piazze o spiagge, come quella di Santa Teresa.
Nei primi anni dieci nacquero le prime società pioneristiche, tra queste c’era la Salerno Foot-Ball Club, il cui presidente era Donato Vestuti, il quale, il 22 febbraio 1913, organizzò la prima gara “ufficiale” della sua squadra: nel campo di Piazza D'Armi si affrontarono il Salerno e il FBC Settembrini, e la sfida si concluse con un 2-0 per i padroni di casa.
A partire dal 1913 nacquero diverse squadre nel territorio cittadino (come Audax Sport Club Salerno) e provinciale, ma con l'entrata in guerra dell'Italia tutte le attività furono temporaneamente sospese.
Nel 1918, con la scomparsa del presidente Vestuti, vittima della guerra, il Salerno FBC si sciolse, ma questo nuovo sport era ormai diventato sempre più popolare, tanto è che si sentiva sempre più spesso parlare di calcio nei bar e pub cittadini.
Uno dei maggiori appassionati di calcio era Matteo Schiavone, il quale, dopo numerose insistenze, convinse un gruppo di amici a formare una nuova società calcistica.
E’ così che il 19 giugno 1919, al n. 67 di Corso Umberto I a Salerno, si svolse l'assemblea della costituenda Unione Sportiva Salernitana, con presidente Adalgiso Onesti e soci fondatori Vincenzo Giordano e Matteo Schiavone, che furono anche i primi allenatori della Salernitana.
La maglia ufficiale di questa squadra fu inizialmente a righe verticali bianche e celesti.
La neonata squadra campana partecipò al suo primo campionato nell'inverno del 1920 iscrivendosi nel torneo di Promozione del Comitato Regionale Campano.
Venne inserita nel sottogirone B ed esordì nel match in trasferta contro lo Stabia, vinto per 1-0 con gol di Aliberti al 75'.
La Salernitana vinse 6 gare su 6, concludendo il proprio girone al primo posto e venne ammessa nel campionato di Prima Categoria della Campania.
In seguito a problemi di carattere tecnico ed economico la Salernitana, nel dicembre del 1922, decise di fondersi con i concittadini dell'Audax Sport Club, diventando Società Sportiva Salernitanaudax.
La presidenza del club fu affidata a Raffaele Schiavone ed i colori sociali sono il celeste-nero,fusione tra il biancoceleste della Salernitana ed il bianconero dell'Audax.
La presidenza fu, in seguito, affidata per pochi giorni ad Adalgiso Onesti, prima di passare a Settimio Mobilio e poi a Carmine Caiafa.
Nel 1924-25 la Salernitana evitò la retrocessione battendo lo Stabia in uno spareggio.
Purtroppo questa vittoria risultò inutile per l'istituzione al termine della stagione dei gironi interregionali.
Il conseguente aumento di spese spinse i dirigenti a rinunciare al campionato seguente.
Cosi la Salernitanaudax sparì.
Il calcio a Salerno proseguì con il Campania,appena affiliato alla FIGC, che nel 1925-26 partecipò al Campionato di Terza Divisione, ottenendo una splendida promozione.
La Salernitana venne rifondata attraverso la fusione tra due squadre,il Campania e la Libertas Salerno. Il nome sociale era Unione Sportiva Fascista Salernitana,mentre come colore sociale fu scelto quello del Campania,il granata.
La Salernitana ritornò in campo, dopo due anni, il giorno 2 novembre 1927, giocando nel girone campano (il "C") del campionato di Seconda Divisione 1927-1928.
Nel campionato 1937-1938 la Salernitana vinse il campionato di Serie C girone E, davanti a squadre blasonate come Catania, Foggia, Cosenza, Cagliari, Lecce.
I ragazzi guidati dal tecnico ungherese Ferenc Hirzer e dal nuovo presidente Giuseppe Carpinelli riuscirono per la prima volta nella storia del club a raggiungere la seconda serie nazionale.
Nella stagione cadetta 1938-1939 la Salernitana si mostrò molto prolifica sotto porta, e considerando che prima della promozione in B avvenuta nella precedente stagione militò per anni in terza serie, è da riconoscerle il merito di aver saputo fronteggiare a testa alta la fortissima Fiorentina di allora, dominatrice del torneo: i ragazzi guidati da Carpinelli pareggiarono 1-1 in casa contro i viola (11 dicembre 1938).
Per cui, anche se alla fine si classificherà al diciassettesimo posto, retrocedendo, la compagine campana si tolse anche qualche significativa soddisfazione.
La Salernitana tornò in Serie B nella stagione 1942-1943, ma a causa della sospensione dei campionati avvenuti per lo scoppio della seconda guerra mondiale vi partecipò solo quando l'Italia fu liberata dall'occupazione nazifascista.
Il 10 dicembre 1943 la Salernitana assunse definitivamente il colore granata sulle divise di gioco, e le attività sportive nazionali ripresero nel 1945.
Con la ripresa dell'attività calcistica nazionale la Salernitana venne ammessa al Campionato Centro-Sud Serie A-B 1945-46, mentre nel 1946-1947 vinse il proprio girone di Serie B e venne promossa in Serie A.
I granata giunsero primi in classifica, dominando dunque il torneo cadetto del girone meridionale grazie al contributo di giocatori come Jacovazzo, Margiotta, Valese, Onorato e Vaschetto.
Il tecnico della prima Salernitana in Serie A fu Gipo Viani, il quale si affidò al suo particolare modulo di gioco: il cosiddetto "Vianema", che ha come punto cardine il ruolo del libero, fatto interpretare ad arte ad Alberto Piccinini, padre del celebre giornalista sportivo Sandro.
La compagine di Salerno terminò il suo primo anno di Serie A al quart'ultimo posto, e retrocesse di conseguenza nella serie inferiore. La Salerno calcistica, in quell'anno di Serie A, venne danneggiata con arbitraggi ritenuti eccessivamente a favore della Roma, che ottenne la salvezza proprio a scapito del club campano. Il commento di Antonio Ghirelli nella sua "Storia del Calcio in Italia" ne dà un'idea: "...la Salernitana si vide sacrificata all'ultimo ad un club più potente e più ricco, la Roma, che poté salvarsi grazie ad un arbitraggio molto discutibile in occasione del confronto diretto, a due giornate dalla fine". L'arbitro del match decisivo, il fiorentino Vittorio Pera, qualche anno dopo sarà riconosciuto colpevole di un altro episodio di corruzione a favore della stessa Roma, e dopo un'inchiesta della Federazione sarà squalificato a vita.
Dal 1948 al 1950 la Salernitana disputò, in Serie B, dei tranquilli campionati di metà classifica. Nel 1950, durante la partita col Genoa, a causa di un gol non convalidato, si verificò a Salerno la prima invasione di campo del dopoguerra in Italia.
Nel torneo di Serie B 1952-1953 la Salernitana nella sua prima gara ospiterà il Messina, e in quell'occasione (Salerno, 14 settembre 1952) lo Stadio Comunale venne intitolato a Donato Vestuti.
Subito dopo la guerra infatti il campo Littorio venne rinominato Stadio Comunale, ma i giornalisti salernitani, tuttavia, erano concordi nel chiamarlo Renato Casalbore nei loro resoconti, in onore del collega perito nella tragedia di Superga. Il Comune risolse la questione intitolando lo stadio a Donato Vestuti e dedicando a Renato Casalbore la piazza antistante lo stadio.
La stagione di Serie B 1955-1956 vide la Salernitana retrocedere in Serie C.
Il 28 aprile 1963 si verificò a Salerno un episodio tragico: durante la gara Salernitana – Potenza (valida per il primo posto e per la promozione) alcuni tifosi locali, inferociti per l'andamento della partita, invasero il campo dello stadio Vestuti. Nel tentativo di disperdere i rissosi un poliziotto esplose alcuni colpi in aria e proprio uno di questi proiettili ferì mortalmente alla tempia destra il quarantottenne Giuseppe Plaitano, che stava assistendo la partita dalla tribuna. Plaitano è il primo tifoso in Italia a perdere la vita in seguito a incidenti negli stadi, e a lui è dedicato uno dei club del tifo più importanti della città.
Nella stagione di Serie C 1965-1966 la Salernitana ottenne la promozione in serie B sotto la guida tecnica di Domenico "Tom" Rosati.
Arrivata in Serie B (campionato 1966-1967) la società campana si costituì in s.p.a. (società per azioni) ma i granata, neopromossi, non riuscirono a reggere il confronto con le altre compagini cadette e ad evitare la retrocessione
Nel 1969 scomparve Gipo Viani, vale a dire l'allenatore della prima volta della Salernitana in serie A.
Sempre in quell’anno che la società granata ottenne un importante successo con la squadra giovanile (Juniores), che si aggiudicò il prestigioso trofeo del Campionato Nazionale Dante Berretti.
Nel campionato di serie C 1970-1971 la Salernitana sotto la guida di "Tom" Rosati, allestì una squadra per la promozione in serie B, ma arrivò seconda, alle spalle del Sorrento.
Nella stagione 1976-77 la società fu grave crisi con stipendi ai giocatori non pagati e un passivo di 1.359.000.000 di lire e questi problemi economici continuarono negli anni successivi, tanto è che il 6 Marzo del 1980 scattò la messa in mora della società e tutti i giocatori vennero svincolati dai loro contratti.
Nonostante tutto ciò, la Salernitana tutto sommato non sfigurò né in campionato né nelle altre competizioni: si classificò al settimo posto) e per la prima volta nella sua storia, nel 1979-80, disputò la finale di Coppa Italia di Serie C, in cui vinse all'andata (a Salerno) contro il Padova per 3-1, ma non vinse nella partita di ritorno (che finisce 4-0 per i padroni di casa), e a causa della differenza reti fu il Padova a vincere il trofeo.
A partire dalla stagione di serie C1 1981-1982 la Salernitana ebbe il primo sponsor della sua storia: la pasta Antonio Amato.
Con il grande acquisto Agostino di Bartolomei per il campionato 1988-99, partita con propositi di promozione riuscì miracolosamente a salvarsi, ma con una rinnovata società, la Salernitana ritornò in Serie B dopo 23 anni al termine del campionato di C1 (girone B) del 1989-1990. Grazie ad un campionato disputato brillantemente, i granata riuscirono ad abbandonare la C1 e ad essere promossi in B. Guidata dal tecnico Giancarlo Ansaloni, il capitano Agostino di Bartolomei e il presidente Peppino Soglia, la Salernitana concretizzò la sua promozione nell'ultima gara della storia dei granata disputata nello Stadio Vestuti, stracolmo per l'occasione, con lo 0-0 contro il Taranto.
Nella stagione 1990-1991 venne inaugurato il nuovo Stadio Arechi, e dopo 23 campionati di C1 la Salernitana si ritrovò di nuovo in Serie B, ma non riuscì a permanere nella categoria e tornò nuovamente in terza serie.
Nella stagione 1993-1994 dal Foggia arrivò a Salerno Delio Rossi, allenatore giovane, alla sua prima esperienza con una squadra professionista. Con una squadra composta dal portiere Antonio Chimenti, i difensori Vittorio Tosto e Salvatore Fresi, gli esterni Ricchetti e De Silvestro, i centrocampisti Strada, Breda e Tudisco, e il capocannoniere del torneo Giovanni Pisano la squadra arrivò terza e raggiunse i play off. Vinti i play off contro Lodigiani e Juve Stabia la Salernitana ritornò in B.
Nel torneo 1994-1995 la Salernitana sfiorò la promozione in serie A giungendo quinta, e ripetette lo stesso piazzamento nel campionato 1995-1996, quando ingaggiò l'allora poco esperto allenatore Franco Colomba.
Nel campionato 1997-1998 il presidente Aliberti decise di riportare a Salerno il tecnico Delio Rossi. La scelta sarà azzeccatissima: la Salernitana tornerà in Serie A. L'organico venne arricchito di forze nuove, come il portiere Daniele Balli, i difensori Ciro Ferrara e Vittorio Tosto (entrambi già ex), e poi Cudini, Franceschini, i fratelli Giacomo e Giovanni Tedesco, Ciro De Cesare, Greco, e Marco Di Vaio, il quale affiancò in attacco Edoardo Artistico (acquistato la stagione precedente) e con il quale formò la più prolifica coppia-gol della stagione. Di Vaio, inoltre, conquisterà il titolo di capocannoniere della Serie B.
La Serie A, nella stagione 1998-1999, vide per la prima volta dopo cinquant'anni la presenza della Salernitana.
La squadra campana, sotto la guida di Delio Rossi prima e di Francesco Oddo poi, per un solo punto non riuscì a mantenere la massima serie.
Nella stagione 2002-2003 la Salernitana non riuscì ad evitare la retrocessione in Serie C1.
In seguito a una vicenda sportivo-giudiziaria (il "Caso Catania") che si protrasse per tutta l'estate, la Salernitana venne ripescata in B con Catania, Genoa e Fiorentina.
I granata disputarono poi un campionato di media classifica, e riuscirono a salvarsi sotto la guida dell'allenatore Angelo Gregucci e grazie alle reti del giovane attaccante Raffaele Palladino, ma una volta ottenuta la salvezza, la Salernitana venne dichiarata non idonea a disputare il successivo campionato per inadempienze economiche.
Nell'estate del 2005 una cordata di imprenditori guidata da Antonio Lombardi, avvalendosi del Lodo Petrucci fondò la Salernitana Calcio 1919, e in questo modo la Salernitana venne fatta ripartire dalla Serie C1.
Nella stagione 2007-2008, dopo un ottimo girone di andata, la Salernitana si laureò campione d'inverno; tuttavia, dopo una sconfitta contro il Taranto, venne esonerato l'allenatore Agostinelli e ingaggiato il tecnico Fabio Brini, con il quale il 27 aprile 2008, grazie alla vittoria per 2-0 sul Pescara la Salernitana raggiunse la promozione matematica, tornando in Serie B dopo tre anni.
La Salernitana partecipò inoltre per la prima volta alla Supercoppa di Serie C1, che andò al Sassuolo. Al secondo anno consecutivo in B (stagione 2009-10), partita con l'intento di una salvezza tranquilla, la squadra campana concluse il campionato all'ultimo posto ritornando in terza serie.
Nel luglio del 2010, una volta iscritta la squadra al campionato, Lombardi annuncia le sue dimissioni da presidente del club (pur restandone proprietario) lasciandone la gestione ad Antonio Loschiavo e Nicola Salerno,che sceglie l'ex capitano granata Roberto Breda come allenatore.
Nel 2011, nacque il
Salerno calcio, dopo il fallimento della Salernitana, la città vive
uno dei momenti più neri del calcio salernitano, un intera provincia
sì stringe intorno alla squadra, così dopo varie ricerche e vari
acquirenti non trovati, un noto personaggio Claudio Lotito presidente
già della Lazio, prende le redini di una squadra che ha come
obbiettivo il pronto ritorno tra i professionisti, lo fa assieme ad
un altro volto noto del calcio Mezzaroma, il duo allestisce una
squadra competitiva e con un mix di giocatori tra questi Biancolino e
Caputo, in un solo anno la Salernitana torna in serie C, dopo questo
piccolo calvario, la Salernitana torna nel calcio che conta e dopo
molti anni torna in serie cadetta, merito è stato di una rosa
costruita per vincere il campionato di lega pro e avere in squadra
giocatori come: gabionetta, Calil, Gustavo, Pestrin, ed ecc.
Adesso raggiunta la B, la società granata vuole regalare ai tifosi quei risultati sperati, frutto di un duro lavoro portato con fatica dal duo Mezzaroma-Lotito.
Adesso raggiunta la B, la società granata vuole regalare ai tifosi quei risultati sperati, frutto di un duro lavoro portato con fatica dal duo Mezzaroma-Lotito.
IL
DERBY: SALERNITANA – AVELLINO, LA RIVALITA'
Curva sud Avellino |
Fortissimo
odio, rivalità acerrima, antichissima, regionale. In
Salernitana-Avellino 95/96, in un “Arechi” quasi esaurito, con
tifo di prim’ordine di entrambe le fazioni, si segnalarono
tafferugli tra tifosi irpini e polizia, con scontri fuori dallo
stadio e 15 ultras diffidati. Nel ’91, all’”Arechi” di
Salerno, sotto la curva ospite si presentò il Siberiano, capo-ultrà
salernitano, scomparso purtroppo alcuni anni fa, per sfottere e
cercare la rissa. Si narra che ne prese tante e che gli venne
sottratto tutti gli striscioni. L’esperienza più celebre resta
quella del 95/96. Da
Avellinesi a Salerno |
Salernitani ad Avellino |
I
PRECEDENTI:
Inutile nasconderlo: il match tra Salernitana e Avellino è un derby sentitissimo, da entrambe le parti. Per certi versi è il match dell'anno, quello più atteso per i tifosi delle opposte fazioni, ed in questo campionato si comincerà proprio
Salernitana - Avellino, l'ultimo derby all'Arechi, vinto dai granata con colpo di testa di Ganci. |
Massimo Ganci, da sempre goleador contro l'Avellino |
La prima gara in assoluto si è giocata in occasione del campionato di Serie C 1959-60, a Salerno, e ad avere la meglio furono gli irpini, per 1-0 (i granata ebbero modo di rifarsi al
Un azione di gioco di un derby di anni 90 al partenio |
C'è un'interessante curiosità, che emerge limpida andando a considerare le statistiche: a Salerno, finora si sono registrate ben 10 vittorie della Salernitana, a fronte delle sole 3 vittorie irpine (di cui una in Coppa Italia). I pareggi totali invece sono 8.
CONVOCATI:
Dopo la rifinitura di stamattina, mister Torrente
ha diramato l’elenco dei calciatori convocati per la gara di domani
contro l’Avellino. Per l’esordio in campionato, il trainer di
Cetara ha convocato 22 calciatori, tra cui i giovani Empereur, Odjer
e Milinkovic.
Di seguito i convocati di mister
Torrente:
PORTIERI:
Ronchi, Strakosha;
DIFENSORI:
Colombo, Empereur, Franco, Lanzaro, Pollace, Rossi, Schiavi,
Trevisan;
CENTROCAMPISTI:Bovo,Milinkovic,Moro,Odjer,
Perrulli,Pestrin,Sciaudone;ATTACCANTI:
Coda, Donnarumma, Eusepi, Gabionetta, Troianiello.
FORMAZIONE:
Questa dovrebbe essere
la formazione schierata dal tecnico Vincenzo Torrente;
(4-3-3): Strakosha; Franco, Bovo, Schiavi, Colombo; Sciaudone, Moro, Pestrin; Eusepi, Gabionetta, Troianiello.
(4-3-3): Strakosha; Franco, Bovo, Schiavi, Colombo; Sciaudone, Moro, Pestrin; Eusepi, Gabionetta, Troianiello.
TIFOSERIA:
Coreografia della Curva sud Siberiano, ultrà storico deceduto per un malore mentre lavorava in uno stabilimento balneare. |
CURVA SUD SIBERIANO:
Non
sono moltissimi i gemellaggi o le amicizie tra gli ultras salernitani
e le altre tifoserie. Fondamentalmente sono 2 i rapporti più sentiti
e che negli ultimi anni si sono potuti
rinsaldare grazie alla
contemporanea partecipazione delle squadre nella medesima categoria:
Bari e Reggio Calabria.
Il gemellaggio con i pugliesi nacque all’inizio degli anni 80, e fu suggellato nell’84, in una partita vinta dal Bari al Vestuti per 2-1, dalla presenza in curva sud dello striscione Ultras degli UCN. Negli anni il gemellaggio si è sempre più rinsaldato anche grazie al fatto che le 2 squadre hanno quasi sempre militato nella stessa serie.
Anche
il gemellaggio con i reggini, leggermente più recente,
risale agli
anni ’80. Si ricorda lo striscione WG nella curva sud di Reggio nel
1988. Ha toccato il suo apice nel 2002, quando la
Reggina
si giocò la promozione in serie A proprio a Salerno nella penultima
giornata di campionato. 5.000 tifosi amaranto, di cui almeno 1.500
insieme ai salernitani negli altri settori poterono festeggiare il
salto categoria con la vittoria per 2-1.Negli anni 80, quelli della serie C, ci furono altri rapporti di amicizia che però non hanno avuto seguito in quanto le squadre non si sono più incontrare: Andria, Monopoli e Barletta su tutte. Se nei primi 2 casi il rapporto fu subito basato su un reciproco rispetto, sfociato poi in un vero e proprio gemellaggio sancito con giri di campo e scambio di sciarpe, nel caso del Barletta gli accadimenti non furono proprio lineari. Infatti, negli anni 60 e 70 le 2 tifoserie erano acerrime rivali, ma a fine anni 80 un club salernitano, il Platano per la precisione, decise di instaurare un rapporto d’amicizia con la tifoseria biancorossa. Da quel momento, le partite tra Salernitana e Barletta divennero sicuramente più “tranquille”.
Negli
anni 90, quelli della serie B, nacque un rapporto speciale con i
tifosi bresciani: fin dal primo
campionato di cadetteria, anno 90/91, non ci fu mai nessun problema
tra le 2 tifoserie, ma nel 97, a seguito di un tragico episodio, il
rispetto si trasformò in un vero e proprio gemellaggio: un giovane
tifoso bresciano, Roberto Bani, perse la vita cadendo nel fossato del
settore ospiti dell’Arechi. La tifoseria salernitana si prodigò in
aiuti anche economici per le cure e per il soggiorno dei familiari di
Roberto a Salerno, che dopo qualche giorno di coma, purtroppo non ce
la fece. Da quel momento, le 2 tifoserie, accomunate da quel tragico
ricordo, hanno instaurato un bellissimo rapporto di amicizia.
Nell’ultimo
campionato di B della Salernitana Sport, è nata una bellissima
amicizia con la tifoseria aretina,
non ancora sancita da un vero e proprio gemellaggio, ma
contraddistinta da ottima ospitalità sia all’andata a Salerno sia
al ritorno ad Arezzo. Amicizia forse agevolata dal comune odio verso
i perugini, che siamo sicuri si tramuterà in un gemellaggio al
prossimo incontro tra le squadre.
Infine, vanno citate anche le tifoserie del Ravenna, con la quale sarà rinnovata l’amicizia quest’anno, della Turris e della Pagananese.Ecco le rivali....Partiamo con i derby, e in ordine temporale vanno subito menzionate Cavese e, in misura minore perché rivalità cercata soprattutto da loro, Nocerina. Sono queste delle rivalità che vanno oltre il semplice aspetto calcistico, rivalità vere, di campanile e che hanno caratterizzato i campionati di terza serie degli anni 70/80.
In ambito campano altra rivale storica è senza alcun minimo dubbio la Casertana. Anzi, per una certa generazione, quella dei nati intorno al 1970, forse rappresenta la rivalità più
sentita, perché l’incontro tra le 2 squadre era di routine, avendo
sempre militato in serie C. Ad onor del vero, i salernitani hanno
sempre effettuato la trasferta in terra di lavoro, la stessa cosa non
si può dire per i cugini, che hanno fatto la loro prima apparizione
ufficiale in un Salernitana-Casertana del 92 all’Arechi. Al
Vestuti, in effetti, i rossoblu non sono mai riusciti ad appendere i
loro drappi, l’unica volta che organizzarono la trasferte, nel
campionato 89/90 quando le 2 squadre battagliarono a lungo per la
promozione, furono respinti alle porte del Vestuti senza avere
l’onore di assistere a quella partita.
Infine, vanno citate anche le tifoserie del Ravenna, con la quale sarà rinnovata l’amicizia quest’anno, della Turris e della Pagananese.Ecco le rivali....Partiamo con i derby, e in ordine temporale vanno subito menzionate Cavese e, in misura minore perché rivalità cercata soprattutto da loro, Nocerina. Sono queste delle rivalità che vanno oltre il semplice aspetto calcistico, rivalità vere, di campanile e che hanno caratterizzato i campionati di terza serie degli anni 70/80.
In ambito campano altra rivale storica è senza alcun minimo dubbio la Casertana. Anzi, per una certa generazione, quella dei nati intorno al 1970, forse rappresenta la rivalità più
Fedayn della Casertana |
Di
quegli anni sono altre 2 rivalità molto sentite: Messina e Taranto.
Con i peloritani tutto ruotò intorno alla nostra
amicizia con i loro
dirimpettai, e sfociò in incidenti abbastanza
gravi a metà anni 80,
teatro degli scontri fu soprattutto il sottopassaggio di Via SS.
Martiri Salernitani, strada adiacente al vecchio Vestuti. Anche negli
anni seguenti, ad ogni occasione, gli incidenti non sono mai mancati:
va citato l’episodio del campionato di serie B 90/91, quando i
messinesi poterono lasciare lo stadio Arechi intorno alle 20, ben 3
ore dopo la fine della partita.
Un episodio relativo ai tarantini è quello del campionato 82/83. Il Taranto venne a giocarsi la promozione a Salerno, contro una Salernitana che non aveva nulla da chiedere al campionato. Per andare in B, i pugliesi dovevano vincere a Salerno. Erano in soprannumero, occupavano l’intero settore distinti, e la curva nord. Ad inizio partita ci fu la distribuzione di volantini che recitavano: “I tifosi tarantini salutano i tifosi salernitani”. Ma al fischio finale, il risultato rimase inchiodato sullo 0-0, e in B ci andò il Pescara. Gli incidenti che scoppiarono furono notevoli, e anche in quel caso i tifosi granata seppero tenere alto l’onore.
Da citare anche le rivalità con le umbre, prima con la Ternana, con gli episodi più significativi all’inizio degli anni’90, e successivamente con il Perugia dopo una partita di Coppa Italia a Salerno che segnò la rottura dell’amicizia prima esistente.
Ultras Messina, altra rivalità molto sentita |
La nord del Taranto |
Un episodio relativo ai tarantini è quello del campionato 82/83. Il Taranto venne a giocarsi la promozione a Salerno, contro una Salernitana che non aveva nulla da chiedere al campionato. Per andare in B, i pugliesi dovevano vincere a Salerno. Erano in soprannumero, occupavano l’intero settore distinti, e la curva nord. Ad inizio partita ci fu la distribuzione di volantini che recitavano: “I tifosi tarantini salutano i tifosi salernitani”. Ma al fischio finale, il risultato rimase inchiodato sullo 0-0, e in B ci andò il Pescara. Gli incidenti che scoppiarono furono notevoli, e anche in quel caso i tifosi granata seppero tenere alto l’onore.
Da citare anche le rivalità con le umbre, prima con la Ternana, con gli episodi più significativi all’inizio degli anni’90, e successivamente con il Perugia dopo una partita di Coppa Italia a Salerno che segnò la rottura dell’amicizia prima esistente.
Venendo
agli anni 90, le rivalità che si sono sviluppate hanno interessato
anche le tifoserie settentrionali, ma il decennio è segnato
soprattutto da quelle con Napoli e Avellino. Mai emerse ufficialmente
causa partecipazione a campionati differenti, in quegli anni le
rivalità sono esplose con tutti i crismi dell’ufficialità. Sfottò
sugli spalti, e incidenti fuori dalla stadio hanno caratterizzato i
campionati di B. Ad una trasferta di Avellino è legato uno degli
striscioni più belli che i salernitani abbiano concepito: “CHE
L’ITALIA LO SAPPIA, BREDA AL 76°”, striscione portato al seguito
per parecchio tempo in ogni
stadio d’Italia, per celebrare la rete
del capitano che permise alla Salernitana di espugnare il Partenio
(unico successo esterno negli scontri diretti tra le 2 squadre).
Con il Napoli tutto è nato allorquando i tifosi partenopei affiancarono gli stabiesi nella finale play off tra Salernitana e Juve Stabia. Fino ad allora si può dire che il rapporto tra le 2 tifoserie era di assoluta tranquillità, anche perché il Napoli ha sempre veleggiato in massima categoria. Da quel momento invece nacque l’inimicizia che è sfociata in vera e propria rivalità allorquando la Salernitana cominciò ad andare meglio
del Napoli. Il sorpasso, mal
digerito dai tifosi azzurri, avvenne nel 98, quando la Salernitana fu
promossa in serie A e il Napoli retrocesso in B. 2 campionati
successivi le squadre si ritrovarono rivali in cadetteria, e da
allora gli scontri tra tifosi hanno
sempre fatto da scenario alle
partite in campo.
Per quanto riguarda le tifoserie settentrionali, vanno elencate sicuramente le rivalità con i fiorentini, i veronesi e i bergamaschi. Anche in questo caso c’è un aneddoto per ognuna delle 3 squadre.
Striscione che in modo sarcastico, ricorda il gol di Roberto Breda al Partenio. |
Con il Napoli tutto è nato allorquando i tifosi partenopei affiancarono gli stabiesi nella finale play off tra Salernitana e Juve Stabia. Fino ad allora si può dire che il rapporto tra le 2 tifoserie era di assoluta tranquillità, anche perché il Napoli ha sempre veleggiato in massima categoria. Da quel momento invece nacque l’inimicizia che è sfociata in vera e propria rivalità allorquando la Salernitana cominciò ad andare meglio
Ultras Napoli |
Sfottò della curva sud siberiano verso i cugini Napoletani |
Per quanto riguarda le tifoserie settentrionali, vanno elencate sicuramente le rivalità con i fiorentini, i veronesi e i bergamaschi. Anche in questo caso c’è un aneddoto per ognuna delle 3 squadre.
In
ordine cronologico, la rivalità con l’Atalanta nasce nella
stagione 94/95, quella del ritorno in serie B della Salernitana. Le 2
squadre furono impegnate fino all’ultima giornata in un
entusiasmante testa a testa per la promozione. Lo scontro diretto
allo stadio orobico, sancì la promozione in A dei bergamaschi, ma i
5000 salernitani al seguito si fecero molto onore prima durante e
dopo la partita, dentro e fuori allo stadio.
Con
il Verona, l’apice fu toccato nella stagione 97/98. Negli anni
precedenti pur con qualche scaramuccia, l’incontro tra le 2 squadre
non segnò mai incidenti gravi, ma nella stagione che vide il ritorno
della Salernitana in serie A, la partita al
Bentegodi fu funestata da
scontri durissimi tra salernitani e veronesi prima della partita, e
con i celerini durante.
Con i fiorentini, i rapporti furono immediatamente burrascosi, già la partita d’andata al Franchi fu caratterizzata da incidenti intorno alla stazione di Campo Marte, ma la causa scatenante fu l’incontro Fiorentina-Grasshopher di coppa Uefa che si svolse all’Arechi per la squalifica del Franchi. Un petardo esploso ai piedi del guardialinee svedese, fece scattare la sconfitta a tavolino per la Fiorentina e la conseguente eliminazione dalla competizione europea.
Ce ne sono tante altre di squadre da citare, come non ricordare gli scontri con cosentini, pescaresi, stabiesi, foggiani.
Butei del Verona |
Con i fiorentini, i rapporti furono immediatamente burrascosi, già la partita d’andata al Franchi fu caratterizzata da incidenti intorno alla stazione di Campo Marte, ma la causa scatenante fu l’incontro Fiorentina-Grasshopher di coppa Uefa che si svolse all’Arechi per la squalifica del Franchi. Un petardo esploso ai piedi del guardialinee svedese, fece scattare la sconfitta a tavolino per la Fiorentina e la conseguente eliminazione dalla competizione europea.
Ce ne sono tante altre di squadre da citare, come non ricordare gli scontri con cosentini, pescaresi, stabiesi, foggiani.
Grazie
per aver dedicato il vostro tempo quest'anno a visualizzare ''La
Baronata'', vi aspetto il prossimo anno con la rassegna.
Barone
Ferdinando
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