venerdì 2 ottobre 2015

Scopriamo il Vicenza

                                ''LA BARONATA''



                                     A CURA DI: BARONE FERDINANDO


IL NOSTRO AVVERSARIO: VICENZA



Stavolta però al Partenio si presenterà la squadra col maggior numero di segni X in questo avvio di cadetteria, il Vicenza, che con Cagliari e Trapani detiene anche il primato di imbattibilità (il più recente KO in Serie B risale a Pescara-Vicenza 1-0 dei play-off 2014/2015).


Da segnalare che i 4 punti in classifica dell’Avellino sono arrivati tutti fra le mura amiche (1 successo ed 1 pari) con la scarsità di 2 gol fatti e zero incassati.
Di sicuro la partita di domani, darà due risposte: la prima se il Vicenza seriamente metterà fine alla pareggite e quindi da una chiara risposta a questo campionato che qìil Vicenza dello scorso anno non se trovata ai playoff per sbaglio e la seconda che l'Avellino conferma la sua legge del partenio e porta altri punti a casa, che ribadisco, i quattro punti sono frutto delle partite maturate in casa un pareggio(Col Novara) e una vittoria(col Modena).



STORIA:
Il Vicenza Calcio è una delle più antiche società di calcio italiane perché fondata nel 1902. Il debutto del Vicenza in un incontro amichevole avvenne il 18 maggio 1903 nel campionato Provinciale per Scuole.
È fra le squadre italiane che hanno giocato il maggior numero di campionati di Serie A, 30 di cui 20 consecutivi fra il 1955 e il 1975; la squadra occupa il 16° posto su 60 nella classifica perpetua della Serie A ed è inserita tra le 15 squadre italiane della lista dei più importanti club europei del XX secolo, stilata dalla International Federation of Football History & Statistics (organismo riconosciuto dalla FIFA).



Fra i migliori piazzamenti della squadra ci sono la finalissima per lo scudetto del 1911 e il titolo di vice-campione d'Italia del 1978, la Coppa Italia di serie C del 1982, la Coppa Italia del 1997, il raggiungimento della semifinale della Coppa delle Coppe del 1998.
Il Vicenza ha inoltre avviato alla Serie A il campione del mondo
Luca Toni e lanciato nel mondo del calcio due campioni che hanno vinto il Pallone d'Oro: Paolo Rossi e Roberto Baggio.




I PRIMI ANNI

Il Vicenza Calcio, già
Associazione del Calcio in Vicenza (spesso siglato ACIVI) nel 1902 e Lanerossi Vicenza nel 1953, è fondata ufficialmente il Domenica 9 marzo 1902 da un gruppo di vicentini guidati dall'allora preside del Liceo Lioy, Tito Buy (bisnonno dell'attrice Margherita Buy) e dal professore di educazione fisica dello stesso liceo, Antonio Libero Scarpa. Composta da giocatori tutti rigorosamente locali e capitanata dalla sua prima bandiera il mitico Gino Vallesella conclude il suo primo decennio di vita sfiorando lo scudetto contro la Pro Vercelli.
L'esordio ufficiale risale al campionato 1910-11: l'
Acivi (come venne chiamato il Vicenza per i primi cinquant'anni, dall'acronimo della denominazione ufficiale) inaugurò il 12 febbraio 1911 il nuovo campo di Borgo Casale con una larga vittoria sul Bologna e a marzo terminò a punteggio pieno il girone Veneto-Emiliano, qualificandosi per la finalissima per il titolo. Tuttavia dovette soccombere, sia in trasferta che in casa, alla Pro Vercelli nei suoi anni d'oro.
Negli anni precedenti alla prima guerra mondiale prese parte in più occasioni alle finali nazionali dell'Italia settentrionale, che si disputavano in un girone fra le vincenti dei gruppi regionali. Il Vicenza incontrò così varie volte
il Bologna, la Juventus, il Milan, l'Inter, affermandosi fra le migliori squadre italiane.




LA RISCOSSA VERSO LA SERIE B

Gli anni trenta furono gli anni della riscossa biancorossa, dopo un decennio da dimenticare. Nel 1932-33 venne promossa in Serie B, dove la squadra rimase per due stagioni (venendo ripescata la prima), per poi provare più e più volte la nuova promozione fra i cadetti.
L'8 settembre 1935 era frattanto stato inaugurato il
nuovo stadio lungo il Bacchiglione, abbandonando definitivamente il campo di Borgo Casale. Nella partita inaugurale contro gli ungheresi del Saroksar esordì l'appena sedicenne Romeo Menti, il giocatore a cui, per un curioso gioco del destino, lo stesso stadio sarebbe stato intitolato nel 1949 dopo la scomparsa nella tragedia di Superga.




SERIE A, LANEROSSI E IL VENTENNIO D'ORO

All'inizio degli anni quaranta il Vicenza conquistò la massima divisione nazionale, grazie anche ad una linea mediana passata alla storia come una delle migliori dell'epoca e formata da Osvaldo Fattori (poi all'Inter), Alfonso Santagiuliana (che giocò anche nel Grande Torino) e Luigi Abeni.
Nell'estate 1953 accadde un evento che cambierà la storia della società vicentina per molti decenni: la vecchia Acivi fu acquistata dal colosso laniero di Schio, la
Lanerossi, fondata nel XIX secolo da Alessandro Rossi.
Non si tratta del primo caso di sponsorizzazione in Italia (anche se siamo molto vicini a ciò), ma di una vera e propria acquisizione, per cui la società calcistica divenne una costola dell'azienda tessile, portandone anche il nome e il simbolo (la mitica R) sulle maglie.
L'iniezione di fiducia e soprattutto di denaro liquido permise di allestire una squadra che ben presto, dopo una stagione di assestamento, tornò in Serie A.  Ai fasti della prima squadra si aggiunsero quelli della formazione primavera, che proprio nel 1954-55 conquistò il prestigioso
torneo di Viareggio, facendo bis l'anno dopo, quando la prima squadra conquistò una sorprendente salvezza con un nono posto.
Dalla squadra del Viareggio uscirono giocatori del calibro di Azeglio Vicini, Sergio Campana, Renzo Cappellaro, Mario David, Mirko Pavinato, Luigi Menti e molti altri che in seguito vestirono la maglia biancorossa in Serie A.
 


Nel 1962 arrivò il centravanti brasiliano trentenne Luis Vinicio, ex Napoli e Bologna, che diede ulteriore lustro alla squadra, conquistando il sesto posto nel 1963-64.
Nel suo anno di grazia, il 1965-66, nel quale conquistò la classifica cannoniere con 25 reti (si dovranno aspettare 26 anni perché un giocatore di Serie A segni tanto: sarà Marco van Basten nel 1991-92), il Lanerossi giunse quinto.








1977-78: IL REAL VICENZA

Dopo un'opaca stagione 1975-76, il Lanerossi si presentò nel 1976-77 con un’intuizione del nuovo tecnico
Giovan Battista Fabbri: trasformare il giovane Paolo Rossi da ala destra dalle scarse prospettive in un eccellente centravanti.
Dopo aver vinto il campionato cadetto con il titolo di capocannoniere per il giovane pratese, il Lanerossi si ripresentò al cospetto della massima divisione nella stagione 1977-78. Dopo un inizio titubante, la formazione biancorossa si dimostrò travolgente, grazie ai gol di Rossi, la sicurezza del libero Giorgio Carrera, le giocate di Franco Cerilli e Giancarlo Salvi, la diga di Mario Guidetti a centrocampo, l'inarrestabile Roberto Filippi.




Solo la Juventus poté fare meglio: tuttavia, se si escludono le prime cinque giornate, i biancorossi conquistarono più punti di tutti, nonché la simpatia di tutta Italia.
Caddero sotto i colpi del micidiale attacco biancorosso, il migliore della stagione con 50 reti, squadre del calibro di Napoli (4 a 1 al S. Paolo), Lazio, Fiorentina, Roma, Bologna. La squadra chiuse il campionato al 2º posto, preceduta solo dalla Juventus ed approdando di diritto alla Coppa UEFA.

Paolo Rossi divenne il nuovo fenomeno del calcio italiano, a dicembre 1977 fu convocato in nazionale. A fine stagione vinse il titolo di capocannoniere surclassando tutti gli altri attaccanti italiani con le sue 24 reti, un bottino considerevole per i campionati a 16 squadre. A fine stagione venne convocato per i mondiali argentini, segnando anche 3 reti e mettendosi in ulteriore luce.






L'estate 1978 fu il momento delle celebri buste, con cui il presidente del Lanerossi Giussy Farina tentò di strapparlo alla Juventus comproprietaria del giocatore.      Le cifre messe in gioco furono le più grandi dell'epoca: il presidente vicentino mise sul piatto della bilancia 2 miliardi, 612 milioni e 510 000 lire contro gli appena 875 milioni dai bianconeri.




Nei primi anni ‘80 Farina lasciò la società a Dario Maraschin, che diede l'avvio alla nuova riscossa grazie all'operato di Bruno Giorgi e ai gol di Toto Rondon e della giovane stella Roberto Baggio (nella foto qui a fianco è in piedi vicino al portiere).
Nel 1984-85 il Vicenza tornò in Serie B grazie allo spareggio con il Piacenza e l'anno dopo arrivò terzo.











DA ULIVIERI A GUIDOLIN

Nell'estate 1990 la società cambiò nome dando
l'addio al Lanerossi e alla sua R: la società rilevata l'anno prima da Pieraldo Dalle Carbonare, divenne Vicenza Calcio. L'inizio non fu dei migliori, ma presto Renzo Ulivieri, insieme a Pippo Savoldi, dopo un'ulteriore stagione di assestamento, portò il Vicenza dalla C1 alla Serie B.
Nel 1993-94 l'allenatore toscano, pur senza grandi attaccanti, riuscì a salvare il Vicenza con un gioco corale che sarà la caratteristica di tutto quel periodo della società berica. Anche il suo successore, Francesco Guidolin, adottò una strategia volta a mettere in risalto le doti del gruppo e l'azione di tutta la squadra più che quella dei singoli giocatori.
Con il nucleo forte della squadra proveniente dalla C, cioè il portiere Sterchele, il capitano
Lopez, il terzino D'Ignazio, il mediano Domenico Di Carlo, il centrocampista Viviani e il piccolo ma veloce Gasparini, nel 1994-95 la squadra di Guidolin sorprese tutti con la promozione in Serie A grazie anche all'apporto deciso nel girone di ritorno di Roberto Murgita. Il centravanti genovese esplose letteralmente con l'anno nuovo e realizzò 17 reti in 19 partite, rendendo inarrestabile la marcia del Vicenza verso la massima serie.

GLI ANNI D'ORO: LA COPPA ITALIA 1997



Rafforzata dall'arrivo di alcuni giovani e di tre stranieri come Joachim Björklund e gli uruguaiani Marcelo Otero e Gustavo Mendez, la matricola Vicenza sorprese tutti per il suo gioco, capace di mettere in crisi anche grandi squadre.




La salvezza fu conquistata facilmente con un nono posto a fine stagione. Addirittura meglio l'anno successivo, quello della consacrazione: dopo aver conquistato per qualche giorno il primo posto nel novembre 1996, il Vicenza superò una dopo l'altra le sue avversarie in Coppa Italia.
Nei quarti fu il Milan di Baggio a dover lasciare il passo a Lopez e compagni, in semifinale il Bologna e infine si arrivò alla finale col Napoli.
All'andata al San Paolo i biancorossi cedettero per 1-0, ma al ritorno, il 29 maggio 1997 Maini pareggiò subito i conti. Si arrivò ai supplementari e fu Maurizio Rossi ad entrare nella storia del Vicenza segnando un gol a due minuti dalla fine, seguito due minuti più tardi dal 3 a 0 di Iannuzzi, e ad assegnare al Vicenza il più importante trofeo della sua storia.






COPPA DELLE COPPE 1998

Nel 1997 la società inglese dell'
ENIC (finanziaria nel campo del petrolio) rileva la maggior parte delle quote societarie del club biancorosso. Il Vicenza diventa la prima squadra italiana ad avere una proprietà straniera.
Nel 1997-98, dopo l'ottavo posto dell'anno prima, il Vicenza si salvò senza patemi, mentre in
Coppa delle Coppe arrivò in semifinale col Chelsea dopo numerosi successi grazie ai gol del suo bomber Pasquale Luiso, alla fine capocannoniere della manifestazione.
Dopo la vittoria all'andata con i blues, (1-0 marcatura di Lamberto Zauli) al ritorno a Londra i biancorossi si portarono prima sullo 0-1 con Pasquale Luiso, poi sullo 0-2 ancora con Luiso, ma si videro annullare il gol per fuorigioco inesistente: finirà 3-1 per il Chelsea.
L'anno successivo corrisponde ad una retrocessione con una seguente promozione e vittoria del campionato di Serie B, con il tecnico
Edoardo Reja in panchina, grazie ad un ottimo attacco in cui si distinguono Gianni Comandini, poi ceduto al Milan, il solito Pasquale Luiso e il giovane Christian Bucchi.




IL RITORNO DELLA "R"

Dura solo un anno la permanenza in Serie A, poi il Vicenza torna a disputare campionati di Serie B senza più riuscire ad avvicinarsi alla promozione.


La stagione 2006-2007 porta come prima novità un ritorno all'antico: sulla maglia torna la "R" simbolo della Lanerossi. Alla quinta giornata viene esonerato l'allenatore Giancarlo Camolese, per aver collezionato nelle prime cinque giornate quattro sconfitte e un pareggio, e al suo posto viene nominato un allenatore emergente Angelo Gregucci: dopo una partenza in salita, la squadra ritrova la vittoria e inanella un successo dopo l'altro, scongiurando a metà campionato lo spettro della retrocessione. Un brutto finale di campionato porta la squadra a lottare per evitare i play out retrocessione, trovando la salvezza all'ultima giornata, ottenuta grazie alla vittoria sul Crotone con un gol di Gabriele Paonessa a pochi minuti dal termine.
La retrocessione in lega pro e il ripescaggio:
Da questo momento la storia del Vicenza vede un decennio in Serie B fatto di salvezze all'ultima giorn (che sceglie come vice, il suo ex compagno Antonino Praticò) e con la penalizzazione di 4 punti in classifica. Il lavoro del duo Lopez-Praticò porta a concludere il campionato al 5º posto (3º senza penalizzazione), permettendo di disputare i quarti di finale dei play-off, persi in casa ai rigori contro il Savona.Nonostante ciò il 29 agosto 2014 il Vicenza viene ripescato in Serie B in sostituzione del fallito Siena A ottobre viene esonerato l'allenatore Lopez[ sostituito il giorno seguente da Pasquale Marinoche porta incredibilmente
La formazione biancorossa in: Bologna - Vicenza 0-2 del 27 febbraio 2015
la squadra dal terzultimo al terzo posto, accedendo ai play-off per la Serie A, persi in semifinale contro il Pescara.

I PRECEDENTI:
Fra Serie A e cadetteria, sabato pomeriggio sarà il nono scontro diretto Avellino-Vicenza di campionato.
Prima di oggi contiamo infatti
1 precedente in Serie A: stagione 1978/1979, 2-1 il risultato finale alla 26a giornata, autorete di Carrera e Piga per i locali, Rossi per gli ospiti.
Andrea Cocco(Vicenza) da questa prodezza ci fu la risalita del Vicenza fino ad ambire alla serie A, questa foto ritrae l'ultimo precedente disputato al Partenio contro i Veneti, in quel'occasione fu la prima vittoria esterna dei biancorossi.

Cui dobbiamo aggiungere altri
7 precedenti in Serie B: il primo nel torneo 1975/1976 in occasione del primo turno (2-1, Franzoni e Gritti per i biancoverdi, D’Aversa per i biancorossi), l’ultimo la scorsa stagione alla 14a giornata (0-1, Cocco).E proprio il 2-1 e lo 0-1 sono i risultati più ricorrenti in caso di successo dell’Avellino (comparso in 3 occasioni) oppure del Vicenza(2presenze).
A colpire è, soprattutto, l’assenza di pareggi in ben 8 incontri disputati.


I CONVOCATI:  

 Ecco la lista dei 21 convocati, al netto di Manfredini, Brighenti, Pozzi, Urso, Mantovani e Gentili, indisponibili, oltre a Laverone, fermato dal giudice sportivo e a Pazienza, Sbrissa, Gagliardini, Ranaudo e Vita non la pieno della condizione. Due Primavera Bianchi e Gora nell’elenco dei 21 convocati.



Portieri: Kerezovic, Marcone, Vigorito.Difensori: Bianchi, D’Elia, El Hasni, Pinato, Rinaudo, Sampirisi.Centrocampisti: Cinelli, Gagliardini, Gora, Modic, Pazienza, Sbrissa.Attaccanti: Galano, Gatto, Giacomelli, Pettinari, Raicevic, Vita.

FORMAZIONE:
Questa è la probabile formazione che schiera Marino contro l'Avellino, Modulo, 4-3-3 con: Vigorito, Sampirisi, El Hasni, D’Elia, Pinato; Galano, Modic, Cinelli; Gatto, Raicevic, Giacomelli.

TIFOSERIA:
la curva sud Vicentina dei ''Vigilantes''

Amicizie: Pescara: è il più antico gemellaggio ancora in piedi tra due tifoserie, essendo nato il 9 gennaio 1977, quando oltre 3mila pescaresi invasero Vicenza. L’amicizia nasce in quell’occasione, con il Pescara che espugna il Menti e coi sostenitori vicentini che, nonostante la delusione, applaudono l’uscita dallo stadio dei pescaresi. Così, anche nella gara di ritorno, i sostenitori biancorossi vengono accolti calorosamente dai pescaresi, che ricambiano l’ospitalità ricevuta in Veneto. Al termine del campionato le due tifoserie festeggiano insieme le rispettive promozioni in A. L’anno successivo, il primo del Pescara in A, grazie agli accordi presi tra i capi-ultrà, viene sancito il gemellaggio ufficiale, in occasione di Vicenza-Pescara (1977/78), quando, nel prepartita, i leader Ciro e Moreno, rispettivamente dei Pescara Rangers e degli Ultras Vicenza, si scambiano le sciarpe a centrocampo. Patto d’acciaio al grido “Pescara, Vicenza nessuna differenza”, “Vicenza, Pescara nessuno ci separa”. Sbandierata in campo in Pescara-Vi 85/86 e, da rimarcare, in Pescara-Vicenza, andata Coppa Italia 97/98, una bellissima coreografia della Nord pescarese con strisce bianche-azzurre-rosse a coprire tutto il settore, uniti agli striscioni vicentini “Caneva Berica” e “Fabio Group”, con in campo sbandierata e striscione dei Vigilantes “Salutiamo i fratelli pescaresi”. Al ritorno solito cerimoniale di bandiere in campo, con la Sud che restituisce il favore agli abruzzesi, con una fumogenata bianca-rossa-azzurra. Sbandierata in campo,
La curva nord del Pescara 
 
sempre a Vicenza, anche nel 2004/05 e nel 06/07. In quest’ultima occasione con lo striscione “30 anni di amicizia” dai colori dei due sodalizi, tenuto in mano, che fa il giro del campo, mentre in Sud campeggia il bellissimo messaggio “In onore dei nostri colori, in memoria dei vecchi amori”. Diversi striscioni vicentini presenti nel recente Pescara-Verona (gennaio 2012). In Vi-Parma 08/09, esposti gli striscioni “Ciao Bubù” e “Bubù vive”, nell’anniversario della scomparsa dell’ex capo dei Pescara Rangers, Marco Mazza. In Vicenza-Pescara 05/06, poco dopo la sua morte, esposto “Ciao Bubù guerriero della Nord”. Bellissima sbandierata in campo a Pescara nel 2002/03, con lo striscione tenuto a mano “1977-2003, un’amicizia storica, Vecchi Ultrà Lanerossi Vicenza”. Numerosissime nel tempo le visite reciproche, tra cui ricordiamo: “Pescara Ovest” e “Orgia Totale” in Juve-Vi 97/98 , nel 96/97 a Verona “Orgia Totale” e “Cherokee” e visita in Bologna-Vi Coppa Italia 96/97; striscione dei “Rangers” in curva Sud, in Vicenza-Pescara 85/86; in Vicenza-Empoli 91/92 presente una forte rappresentanza pescarese, tra cui “Bad Boys”, “Park Kaos” e “Cherokee”; “Pescara Rangers” a Messina 01/02 e in Vicenza-Juve 2000/01. In massa anche ai Playout con la Triestina 04/05. Striscione “Bad Boys” Pescara in Fermana-Vi 99/00. Rappresentanza vicentina nel recente Pescara-Roma 12/13. Udinese: forte gemellaggio di vecchia data, fortificato negli anni. Sbandierata in campo in Vicenza-Udinese 96/97 e in Vi-Udinese 00/01. In Vi-Crotone 06/07 esposto lo striscione “Roby Fex is my friend”, dedicato a un leader scomparso della curva friulana. In Vicenza-Bologna 05/06 esposto dal gruppo “Ultras Vicenza” lo striscione “Il rispetto e il calcio ci hanno uniti…ora e per sempre amici!!! Onore ai Nord Kaos” (gruppo di Udine scioltosi in quel periodo). Numerosissime le visite di favore e gli scambi di cortesia, tra i quali ricordiamo: gli striscioni “H.t.b.” e “Vecchia Guardia H.t.b.”, presenti rispettivamente in Vi-Triestina 85/86 e Reggiana-Vi 87/88; lo striscione “Ultras” Udine presente in Vi-Frosinone 06/07, Vi-Cesena 09/10, Triestina-Vi 09/10; il “Collettivo IncUdine” presente svariate volte a Vicenza; la presenza massiccia dei gruppi udinesi nei Playout con la Triestina del 2004/05, sia in casa che fuori, e nei Playout con l’Empoli nell’11/12. Como: gemellaggio tra i più vecchi e forti della Sud. Un rapporto sincero e particolare, che non si esaurisce solo nell’ambito calcistico, un po’ come quello coi pescaresi. In Como-Vicenza 90/91, giro con bandieroni e scambi di sciarpe. I vicentini presenziarono poi al fianco dei comaschi in Venezia-Como (2-1), nello spareggio di Cesena, con striscioni “Vigilantes” e “Berici” da trasferta. Sbandierate in campo con striscioni anche nel 91/92 e 92/93, sempre a Vicenza, e nel 94/95 a Como. Anche lo striscione “Fossa” Como è presente in Monza-Vi 91/92, mentre nel 93/94, sempre a Monza, è esposto “Maestri Comacini”. In Vi-Cesena 94/95 e Vi-Venezia 93/94 è presente lo striscione “R.A.M. Como”. Lo striscione “Como 1907” è a Vicenza in alcune partite della stagione 08/09. In Como-Vicenza 01/02 esposto lo striscione “Panthers 1975”; bandiera del Como presente in Vi-Piacenza 06/07, e tante altre volte. Messina: una bella amicizia, nata grazie soprattutto al fatto che i messinesi sono gemellati coi pescaresi, legati ai vicentini, come già visto, da un fortissimo patto. In Vicenza-Cesena 09/10 la Sud espone la scritta “Vicini al dolore di Messina”, riferita all’alluvione che colpì le zone del messinese nel 2009. Bandiera del Messina in Napoli-Vi 00/01, stendardo della “Gioventù” Messina presente in Catania-Vi 02/03. In Vi-Sassuolo 09/10 esposto lo striscione “Ultras Messina non mollate”. Messinesi presenti a Vicenza anche alla vigilia di ferragosto, in Coppa Italia, nel derby col Verona del 2011, e in
La maestosa curva sud del Messina, gemellaggio che sì è istaurato grazie al forte gemellaggio che sì ha con i pescaresi
Vicenza-Empoli, Playout 11/12. Cremonese: Forte gemellaggio risalente ai primi anni ‘80. In Vi-Carrarese 84/85 esposto lo striscione “Red Grey Supporters” Cremona. Nello spareggio di Firenze 84/85 col Piacenza, i cremonesi affiancarono i veneti, esponendo la scritta “Vicenza: Cremona è con te” e lo striscione dell’allora gruppo principale “Red Grey Supporters”. Striscione “Red White Panthers” esposto in Cremonese-Vi 85/86 in curva dei cremonesi, con sbandierata e scambi di sciarpe in campo. Invasione di campo di entrambe le tifoserie, che si macchiano di atti vandalici, quali porte divelte ecc., in Vi-Cremonese 86/87, come “sfogo” per la retrocessione del Vicenza. Inoltre, i “Sanitarium” Cremona presenti in Vi-Ancona 94/95, gli “Ultras Cremona” presenti in Vicenza-Brescia 99/00, Modena-Vi 06/07 e Verona-Vi 04/05. Presenza vicentina in Cittadella-Cremonese 99/00. Reggiana: forte gemellaggio, datato 1982. In Vicenza-Fiorentina 98/99 presente lo striscione “Reggio Emilia”. In Vi-Albinoleffe 09/10, nella zona dei “Lanerossi Crew 1902”, minicoreografia con cartoncini con su scritto “Onore alle Teste Quadre”. Lo striscione “Teste Quadre” ha fatto bella mostra di sé, sia a Vicenza che in trasferta, diverse volte, ad esempio col Parma e con la Salernitana, nella stagione 08/09; a La Spezia e a Modena nel 2006/07; col Torino, a Lecce e a Padova nel 09/10. A Vicenza anche nei recenti Vicenza-Sampdoria, aprile ’12, e Vicenza-Empoli, andata Playout, giugno ‘12 . Altre volte ci sono stati giri di campo con bandieroni, come in Reggiana-Vicenza 96/97. Ravenna: bella amicizia, risalente a una ventina d’anni fa. In Ravenna-Vicenza del 92/93, striscione “Forever” vicentino in curva ravennate. In Vicenza-Ravenna 93/94, sbandierata in campo, accompagnata dallo striscione “Ra e Vi for ever”. Lo striscione “Ultras Ravenna” è stato presente diverse volte alle partite del Vicenza, tra cui Vi-Atalanta 93/94, Vi-Venezia 94/95, Rimini-Vi 06/07, Vi-Cesena stesso anno ed a Padova 09/10. Metz: amicizia internazionale, che risale all’incirca a metà anni ’90. A Empoli, nel ritorno dei Playout 11/12, presenti le pezze “Metz 1932” e “F.C.Metz”. Ma i francesi sono stati presenti tante altre volte al fianco dei berici, tra le quali si ricordano diverse partite di fine anni ’90-inizio anni ’00, in Serie A, oltrechè Padova-Vi 09/10, Vi-Piacenza 06/07 e i Playout con la Triestina 04/05. Mentre in Metz-Marsiglia (3-2) del 97/98 sventolano alte le bandiere del Vicenza, con la scritta, esposta dai supporters del Metz, “Benvenuti ai nostri fratelli vicentini”. Bari: reciproco rispetto che da tanti anni accomuna le due tifoserie. Quando loro vengono a Vicenza, i vicentini vanno a salutarli sotto la curva ospite e stessa cosa, a parti invertite, avviene a Bari. In Bari-Vicenza dell’anno scorso, i vicentini arrivano con un certo anticipo rispetto alla partita, fermandosi nel capoluogo pugliese anche il giorno successivo per rinsaldare l’amicizia.
 .
Ex-gemellaggi/amicizie: Genoa: gemellaggio risalente agli anni ’70, finito per alcuni screzi nel 2006. Uno dei primi contatti diretti vi fu in Genoa-Vicenza 79/80, coi vicentini muniti di sciarpe biancorosse nella Nord genoana. Sbandierata in campo in Vicenza-Genoa 85/86. Varie visite reciproche in passato, ad esempio gli striscioni genoani “Grifoni Ovunque” e F.G.”, della Fossa dei Grifoni, erano presenti a Modena nell’89/90, e, sempre “Grifoni Ovunque”, più “Belin”, eran presenti in Vi-Chelsea, semifinale Coppa delle Coppe 97/98. In Vicenza-Chievo 90/91 presente lo striscione genoano “Sgreuzzi de Votri”, ed in Sud, per Vi-Lazio 97/98, era presente lo striscione “Grifoni Ovunque” genoano. Pisa: era un forte gemellaggio, nato sul finire degli anni ’70, miseramente naufragato nel tempo. Treviso: più che altro c’era un amicizia con alcuni esponenti della tifoseria trevigiana. Quando, nel ’98, morì il trevigiano cardiopatico Fabio Di Maio, a seguito di una carica della celere, alcuni esponenti della Sud andarono al suo funerale. Ora l’amicizia si è trasformata in rivalità (vedi sotto). Milan: amicizia di vecchia data, finita per futili motivi, durante un Vicenza-MIlan di fine anni ’90: dal settore dei milanisti sbarcati a Vicenza si levò il coro irridente “Serie B, Serie B” e la Sud vicentina ovviamente non gradì. Di lì allo scambio di insulti il passo fu breve. Non era però un gemellaggio ufficiale. Presenza rossonera in Juve-Vi 97/98 e Vi-Verona 91/92, con la sezione vicentina delle Brigate Rossonere. In Vi-Verona 93/94, presente lo striscione “Armata” dei milanisti, più altre pezze.

Rivalità: Verona: rivalità sentitissima, odio acerrimo. Vicenza-Verona, sin dagli anni ’70, è sinonimo di derby caldo. Una sfida anche politica che metteva di fronte “compagni”, autonomi e camerati. Fin dai primordi del calcio le sfide con Verona sono sempre state un macello. I veronesi si sono visti per la prima volta nel 76-77, penultima di campionato, per un Vicenza-Atalanta. Arrivarono alle spalle dei vicentini, che si trovavano
I ''Butei'' dell'Hellas Verona, da sempre rivali numero uno del Vicenza, non sono mancati gli scontri nel corso degli anni, sopratutto per via anche dei loro gemellaggi fra questi quello col Pescara, di cui i Vicentini hanno sempre difeso in maniera eccellente.
sull’argine vicino alla tribuna, cogliendoli di sorpresa. L’anno dopo, per rendere ai veronesi quello che avevano subìto, i vicentini andarono in giro a cercare gli “autonomi” per portarli allo stadio. La stagione 77/78 è ricordata proprio per gli incidenti durissimi coi gialloblù. Nel 1978, in occasione di Verona-Roma, le due tifoserie, all’epoca gemellate, posarono con lo striscione “Ultras” rubato dai veronesi ai vicentini. Nel 78/79, in Vi-Verona, venne esposta una bandiera veronese. Bare e croci in curva, come usavano all’epoca, in Vi-Verona 79/80, con tumulti in campo e sugli spalti. In Vicenza-Padova 82/83, stendardo “B.G. Verona” esposto in Sud. Nell’85/86, in Vicenza-Genoa, esposto striscione delle “Brigate” Verona. In Verona-Vicenza 93/94, esposto dai veronesi lo striscione rubato “Tartan Army”. Incidenti a Verona anche nel 94/95, esterno stadio e a Vicenza, nel novembre 2000, quando gli agenti dovettero effettuare cariche per disperdere le opposte fazioni, con protagonisti anche una 50ina di tifosi vicentini, caricati dai carabinieri, che effettuarono una fitta sassaiola, con il bilancio di sei agenti e un vigile contusi, più due veronesi feriti. A Verona, nel 2003/04, esposto lo striscione “Scalette”, rubato ai veronesi, accompagnato dalle scritte “Prima ‘scalette’ dopo ‘ascensore’”, “Do you remember?” (accanto a “Scalette”), più altri di sfottò quali “Zigo cula”, “Teste rasate, banconote arrotolate, ecco le nuove Brigate” e “Hellas Valona”, città albanese assonante con Verona. Padova: rivalità molto sentita, anche se il vero derby è sempre stato col Verona. I rapporti coi padovani sono sempre stati piuttosto ambigui. Nel ’77, alcuni vicentini poco più che 15enni si recavano a Padova, con loro che militavano in C2, magari quando il Vicenza giocava molto lontano fuori casa. Per un Padova-Reggiana, i padovani li contattarono per affiancarli, avendo ancora poca esperienza ultras, portandogli anche alcuni tamburi (allora avevano solo 3 tamburi e un piccolo striscione). Però lo stesso anno in Serie A, stadio esaurito, loro andarono insieme agli juventini, anziché andare coi vicentini, alimentando sospetti. Nell’81/82, in Serie C, si ritrovarono insieme nella stessa curva: nella parte inferiore i vicentini, nella parte superiore i padovani, che subirono il furto dello striscione “Ultras”, portato in varie gare in casa, ad esempio in Vi-Padova dell’82/83 e Vi-Bologna 83/84 (i bolognesi avevano buoni rapporti coi padovani, successero casini in curva) e fuori. Comunque i padovani se lo ripresero, quando uno degli Hell’s Angels riuscì a procurarsi le chiavi del magazzino vicentino, portando via anche lo striscione “Vigilantes”. I vicentini si vendicarono recuperando lo striscione qualche settimana dopo, ricambiando la visita, prendendosi anche “Hell’s Angels Ghetto”, esposto in Sud, e riesposto poi 14 anni dopo, scatenando una rissa tra giovani, ignari dello smacco, e anziani padovani, più “Collettivo”, “Alcool”, “Trips” e “Navajos Cavese”. Lo striscione “Hell’s Angels Ghetto”, così come quello del “Collettivo”, vennero esposti diverse volte in casa e in taluni casi anche fuori. Ad esempio il primo venne esposto in Vi-Modena 83/84 e 84/85. Era normale a Vicenza in quel periodo. Nell’87/88 nuova visita ai vicentini per trafugare “Vigilantes Vicenza”, poi i vicentini però decisero di rompere gli schemi andando a riprendersi lo striscione di persona in un Padova-Messina: si mischiarono al pubblico della gradinata e, a fine gara, andarono sotto la curva di casa a cercarli, per poi caricarli. Furono attimi di tensione in un fuggi-fuggi generale, coi padovani che si riorganizzarono: nel parterre, per alcuni minuti, successe il finimondo. I Vigilantes si dimostrarono un bel gruppo, anche se gli striscioni rimasero al loro posto, almeno fino all’intervento della polizia, che isolò i vicentini portandoli fuori dallo stadio e, tra altri tentativi di contatto, fecero riprendere al loro capo lo striscione “Vigilantes”, lasciando stare gli altri stendardi. Nel marzo ’94 derby violento all’Appiani, coi padovani che persero la testa quando videro bruciare lo storico striscione “H.a.g.” in curva ospiti: partita sospesa e incidenti prima, durante e dopo la gara. Nel tempo però le cose sono cambiate, infatti, si sono incontrati di nuovo, nel settembre 2000, in un autogrill, i padovani in trasferta a Vercelli (un pullman), i vicentini a Milano (3 pullman di Vigilantes). Ebbene, i vicentini non ebbero voglia di scontrarsi, non gli andava l’idea, forse perché tanti padovani erano ragazzini e ragazze. 150 vicentini che guardavano i dirimpettai con le mani in tasca, 40 padovani bardati con cinghie alla mano: niente. Alla fine arrivò la Polizia che li rispedì a casa. Lo stesso giorno, i padovani incontrarono all’andata la Caneva Berica, i cui componenti scesero all’autogrill senza neanche accorgersi della presenza padovana, poi, appena realizzarono di essere praticamente circondati, salirono sui pullman e ripartirono. Atalanta: vecchia rivalità, ancora sentita. Circa a metà anni ’70 fu rubato agli atalantini lo striscione “Panthers”, che fu poi reso, grazie al compianto Moreno che ci mise una toppa. Nel 78/79 esposto in Vicenza-Atalanta lo striscione “Atalanta Eagles”. In Vi-Atalanta 79/80 e 80/81 i vicentini esposero in curva, bare e croci coi colori nerazzurri dei bergamaschi. Incidenti in Atalanta-Vi 99/00. Brescia: antico odio, piuttosto sentito, vecchia ruggine risalente agli anni di C1. Già nell’83/84, scontri tra vicentini e bresciani in Brescia-Vicenza. In Brescia-Vi dell’84/85, esposta dai bresciani la scritta “VI = bastardi”. Stesso anno, a Vicenza, un ragazzo con la bandiera biancorossa arrivò in campo fin sotto gli ultras bresciani. Incidenti nel settembre 2000 in Vicenza-Brescia, con botte e sassaiole nella notte calcistica, 9 poliziotti feriti, due tifosi arrestati e condannati. Un’altra volta, sempre in quegli anni, assedio ai bresciani dissolto dai manganelli, con 5 tifosi biancorossi e due poliziotti contusi. Gruppi di vicentini tentano il contatto con gli ospiti, ma le forze dell’ordine intervengono energicamente. Molto “vivace” anche un Brescia-Vicenza del novembre ’99, con una scazzottata, una zuffa furiosa in campo per delle sciarpe, alla fine lacrimogeni e alta tensione. Triestina: derby del Triveneto molto sentito; accesa, vecchia rivalità. In Vicenza-Triestina 85/86, con gli udinesi al fianco, esposto lo striscione rubato “Ultras Trieste”, oltre a un “Verona merda”. L’anno dopo scontri e tumulti sul terreno di gioco. Esposto lo striscione “Ultras Trieste” in Vi-Spezia 91/92 e in Triestina-Vicenza 92/93. In Triestina-Vicenza 02/03 esposto lo striscione rubato ai vicentini “Euforia Biancorossa”. Diversi incidenti e scontri in passato, ad esempio nel 2004/05 a Vicenza nel Playout di B, quando i triestini, sistemati nel vecchio settore ospiti, si beccarono coi confinanti gruppi vicentini, in particolare Fabio Group e Kapovolti, che allora stazionavano in Nord, tirandosi di tutto. Napoli: con i napoletani il rapporto si è deteriorato senza rimedio, passando da una flebile amicizia, specie col C.u.c.b., a una rivalità accesa. Episodi incresciosi nella finale di Coppa Italia del ‘97, con lancio di razzi, bombe carta e arredo bagno al San Paolo, all’andata, e accoltellamento di un vicentino da parte di partenopei al termine della gara di ritorno, mentre il grosso della curva si trovava ancora a festeggiare dentro lo stadio. In Vi-Napoli 05/06 esposta la scritta “Fedayn E.A.M. Essere Alla Moda” e ci furono degli scontri. Nel 2006/07 esposti in Vicenza-Napoli gli striscioni “Quando il Vesuvio vi sterminerà grande festa si farà”, “Napoli: lame e delinquenza, vi disprezza tutta Vicenza” e “Crepate voi e Maradona”. Torino: nel campionato 77/78, in Verona-Lanerossi, c’era la presenza dello striscione torinista “Sag” in curva veronese. A quei tempi veronesi e torinisti erano gemellati, e fu quindi inevitabile che, dopo 2-3 domeniche, in occasione di Vicenza-Toro, succedesse qualcosa, con due pullman di ultras granata presenti (e una 20ina di veronesi aggiunti), che si sistemarono al primo piano, in curva ospiti, dove però, di fatto, venivano sistemati tifosi abitualmente di entrambe le squadre. Dal parterre, settore sottostante, alcuni vicentini si aggrapparono agli striscioni granata, strappandoli. Da qui la reazione granata con una violenta zuffa. L’anno dopo i granata, memori del fattaccio, non si sistemarono al primo piano, come facevano tutte le altre tifoserie (e loro stessi negli anni precedenti), ma nel parterre. Anche in questa partita, dei tifosi del Toro sbagliarono curva e non se la cavarono bene. Ci fu una sassaiola all’interno dello stadio, e incidenti, stile cariche e controcariche, fuori, coi granata che misero a ferro e fuoco tutta la zona stazione-stadio e focolai un po’ dappertutto. Per questa partita doveva essere inaugurato un bandierone biancorosso, con la “morte” nel mezzo, ma il ragazzo che lo stava portando allo stadio fu intercettato da un gruppetto di ultras granata e derubato. Lo stesso bandierone sarà poi utilizzato per anni e anni in Maratona. Treviso: ex-amicizia trasformatasi poi in rivalità, perlopiù campanilistica. Nel maggio 2009, notte di tensione al “Tenni” di Treviso, maxi rissa tra una trentina di tifosi vicentini e 22 trevigiani. A scatenare la zuffa, sedata in pochi minuti dalle f.d.o., l’arrivo, alle 21, di un gruppo di tifosi berici che, senza biglietto, stavano acquistando i tagliandi per il settore ospiti. Alla loro vista, i supporters trevigiani scesero dalle gradinate e, una volta aperta la porta di sicurezza dello stadio, li aggredirono con cinghie, bastoni, sassi e bottiglie, scagliando contro di essi anche un tavolino in plastica. Bologna: vecchia rivalità. A Bologna, nell’83/84, fitto lancio di oggetti di ogni genere dalla Sud vicentina: bulloni, petardi, agrumi, monete, una di queste colpì il portiere bolognese Bianchi (ex di turno) alla testa, facendolo cadere, con conseguente sostituzione del portiere e ‘0-2’ a tavolino. Si ricorda poi un Vicenza-Bologna di fine anni ’70, quando gruppi di vicentini e bolognesi si azzuffarono nei pressi di un parcheggio, coi primi che presero di mira diverse auto targate “Bologna”, tra le quali anche quella del giornalista di Tuttosport, Gianfranco Civolani, che trovò la sua Alfa rovesciata contro un albero. Venezia: vecchia rivalità regionale, soprattutto campanilistica. In Vicenza-Venezia del 90/91 esposto lo striscione “Brigata Caio” dei veneziani, finito in mani beriche, e la scritta “To mare spusa da pese” (il tuo mare puzza di pesce). Juve: altra rivalità, non particolarmente sentita, ma in passato macchiata da alcuni incidenti. Striscione dei piemontesi in Juve-Vicenza 98/99: “Amici dei milanisti, gemellati coi genoani: ecco perché siete così infami”. Spal: vecchia rivalità, derivante dalle tante annate passate in C1 dalle due squadre. Incidenti nell’87/88. In Spal-Vi 91/92, esposto dai ferraresi lo striscione di sfottò “Miagolantes”, rifatto quasi identico a Vigilantes, ed esposte inoltre le scritte “Voi al Mazza L.10000, noi al Menti L.21000: pezzenti!!!” e “Vicenza Calcio 1902-1992, 90 anni di merda”. Nell’agosto ’99, per la Coppa Italia, lancio di bottiglie di vetro ai pullman dei ferraresi, sia prima che dopo la partita. Lecce: in Vicenza-Lecce del maggio 2001, un pullman di leccesi, arrivato in anticipo sull’orario previsto, trova ad aspettarlo, al posto delle f.d.o., un gruppo di vicentini con intenzioni bellicose. Ne nasce un parapiglia, volano botte da orbi e solo l’intervento delle f.d.o. riporta la calma. Feriti due leccesi. Sampdoria: rivalità stemperata nel tempo, ma si ricordano, in Vicenza-Sampdoria 73/74, i tifosi vicentini bruciare le bandiere della Samp dopo averle rubate. Perugia: rivalità vecchia, ora poco sentita. Esposto lo striscione “Boys” dei perugini in Vicenza-Fiorentina 78/79. Parma: non corre buon sangue, è risaputo, anche perché i vicentini sono gemellati coi reggiani, acerrimi nemici parmensi. Nello spareggio Parma-Triestina per la B del 78/79, i vicentini erano a stretto contatto coi parmensi in Sud. Esposto in Vicenza-Parma 83/84 lo striscione gialloblù “Fuck you”, molto probabilmente rubato. Modena: vecchia ruggine. In Modena-Vicenza 86/87 i modenesi espongono lo striscione “Boys”, finito nelle loro mani. Incidenti a Modena nell’89/90, con scontri sugli spalti. I modenesi sono stati comunque pubblicamente ringraziati per lo striscione che fecero a Moreno, a cui seguì un “Onore a Moreno, onore a Modena”, in Modena-Vicenza 93/94. Cesena: andare a Cesena è sempre stata una trasferta rischiosa e in un Vicenza-Cesena, primi anni ’90, subirono il furto di uno striscione da uno sgabuzzino.
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Storia del tifo vicentino: Il movimento ultras a Vicenza ha inizio nella prima metà degli anni ’70, agli albori del tifo organizzato, e gli stessi ultras erano un numero molto limitato, si parla di un centinaio di persone al centro della curva, circondate da gente comune che andava allo stadio senza incitare particolarmente la squadra. Gli ultras avevano come abbigliamento mimetiche, baschi e sciarpe di lana biancorosse. Il primo gruppo organizzato a nascere è quello degli “Ultras” nel ’75, anche se il primo striscione della curva non fu Ultras ma “Sanguinari Curva Sud” (S.C.S.), un lenzuolone rubato in casa di qualcuno con un teschio rosso di profilo. Ci si cominciava a trovare dal giovedì sera, per vedere cosa fare, con Moreno che andava al Centro di coordinamento per allestire i pullman per le trasferte e, nella mente, gli ultrà del Toro, che nel ’76 vinsero lo scudetto e che in quel periodo erano presi da molti come modello di tifo. In quegli anni diverse compagnie si alternano in curva finché non si decide di unire la tifoseria dietro un’unica sigla. Come nome viene scelto “Vigilantes”, al tempo utilizzato solo da un sottogruppo della curva laziale, dal quale viene copiato il nome, cercando di non andare sui soliti Brigate, Commandos, Fossa, Ultras…; il primo striscione, interamente disegnato a mano su stoffa, fa il suo esordio il 3 settembre 1978, in un Vicenza-Bologna di Coppa Italia. Il Vicenza, in quegli anni, va alla grande (secondo posto dietro la Juve proprio nel ‘77/78) e questo favorisce molto l’ascesa del gruppo e della tifoseria in generale. Lo striscione dei Vigilantes, dal ’78 all’82, viene affiancato da “Red White Panthers”, ma dal 1983 i Vigilantes prendono definitivamente le redini della curva. Inizialmente gli ultras si muovono col Centro di Coordinamento, più tardi, in seguito ad incomprensioni e per la troppa differenza di mentalità, decidono di staccarsi, potendo contare su “numeri” di tutto rispetto per l’epoca. Sono anni in cui è molto forte la rivalità coi veronesi: il vero derby è sempre stato con loro, anche se, nei primi anni ’80, a Verona non si presentano, o vanno nell’anonimato assoluto, evitando pure di esporre gli striscioni biancorossi. In quel periodo nascono numerose amicizie, molte delle quali durano ancora: Pescara su tutte, ma anche Genoa, Pisa, Reggiana, Cremonese, Udinese…Negli anni ’80 il Vicenza finisce in C, ma la tifoseria continua a seguire appassionatamente il “Lane”. Nell’84/85 più di 10mila tifosi vicentini invadono Firenze per lo spareggio col Piacenza, che riporta i berici in Serie B. Ma dopo due anni però, arriva una nuova retrocessione in Terza Serie, che stavolta non è un semplice passaggio: la curva si svuota, come il resto dello stadio, e i Vigilantes rasentano lo scioglimento, scongiurato solo dall’attaccamento dei capi storici (Moreno e Pancho su tutti). Viene sfiorata anche la C2, sia nell’88/89, evitata da un rigore di Pizzi col Trento all’80°, con la gente a bordo campo, che nell’anno dopo, scongiurata dal vincente spareggio di Ferrara col Prato, con 8mila vicentini al seguito. Il 29 novembre ‘92, a Empoli, si verifica un grave fatto: la polizia, nel tentativo di disperdere una carica dei vicentini, presenti in circa 2.500 unità quel giorno al “Castellani”, spara dei colpi di pistola ad altezza d’uomo che feriscono due ragazzi. L’inchiesta si trascina per anni, per concludersi, come spesso accade in questi casi, con un nulla di fatto. Ad ogni anniversario i ragazzi hanno esposto uno striscione per ricordare l’avvenimento, che, nel tempo, ha condizionato non poco il modo di porsi dei veneti nella maniera di vivere la curva. L’anno degli spari di Empoli si chiude con la promozione in B e un nuovo ciclo di vittorie ha inizio. I Vigilantes tornano a crescere di numero, ma si verificano altri fattori interni alla curva che ne cambiano l’impostazione, su tutti il progressivo abbandono del “nucleo storico”, flagellato dall’eroina (la droga miete molte vittime anche a Vicenza) e il proliferarsi di nuovi gruppi, spesso non in sintonia col gruppo storico. Comunque con la promozione in A il gruppo torna su ottimi livelli, raggiungendo l’obiettivo di tenere compatta la curva. I Vigilantes, però, erano sempre più “tifosi di club” e meno “ultras”, interessati più all’incitamento che al contatto “fisico” con gli avversari. Facevano un tifo eccellente e portavano in trasferta migliaia di tifosi, veri e propri esodi come gli 8mila di Milano e i 10mila di Verona, certo non tutti ultras, ma quasi mai finivano sulla “cronaca nera” dei giornali. Col tempo, questo modo di fare, sempre meno “ultras”, allontana dal gruppo sempre più ragazzi, con un’indole più sanguigna, che vanno a formare altri gruppi. I più radicali sono sicuramente il “Fabio Group” (’90), formato da molti “vecchi Vigilantes” e con la tendenza a raccogliere i ragazzi più sbandati della tifoseria berica, e gli “Ultras” ’93, formati in larga parte da skinheads. Il Fabio Group nasce in contrapposizione ai Vigilantes, con l’idea di unire le varie compagnie di quartiere sotto un unico gruppo a numero chiuso e sempre lo stesso. Il gruppo cresce esponenzialmente e non si è rivela un fuoco di paglia, tutt’altro. L’avvio, però, non è stato dei più facili, erano etichettati come gruppo da non frequentare e la loro presenza dava fastidio a più persone. I rapporti con gli altri gruppi si fanno tesi di domenica in domenica, fino a sfociare in continue discussioni che trovano sfogo nella trasferta di Como nel 91/92. Ci sono stati momenti tesi, come i tafferugli coi Vigilantes, e, poiché in curva regnava il caos, per evitare il protrarsi della situazione, viene deciso di fondare il D.U.C.S. (Direttivo Ultrà Curva Sud), con Moreno al comando, che aveva il compito di mediare tra tutti i gruppi, per mettersi d’accordo su coreografie, trasferte, comportamenti, in modo da evitare litigi. Successivamente viene sciolto perché ci si rende conto che non serve più. Si può dire che Vicenza è stata forse la prima città italiana a vedere la nascita del movimento Skinheads, e che molte teste rasate frequentavano la Sud già dagli anni ’80, posizionandosi nel parterre della vecchia curva Sud, ancora a due piani. Non erano un gruppo vero e proprio, bensì più una banda, non troppo ben vista, ovviamente, dai Vigilantes. In seguito vengono presi di mira dalla polizia e spariscono, coi reduci che aderiscono poi agli “Ultras 1993”. Nel 1997 il Vicenza di Guidolin conquista la Coppa Italia, battendo il Napoli in finale e l’anno successivo è protagonista di una splendida cavalcata in Coppa delle Coppe, fermato solo dal Chelsea in semifinale. E’ quella la fine del Vicenza di Delle Carbonare: l’anno successivo si conclude con la retrocessione in B, da cui riemergono subito, ma solo per un anno, e, da allora, è sempre stata Serie B. Finita l’epopea biancorossa, anche gli screzi all’interno della tifoseria si dilatano sempre più: verso la fine degli anni ’90, Fabio Group e Kapovolti si spostano in Curva Nord, finchè l’intera curva viene assegnata agli ospiti. Tanto per dire, crollano due storiche amicizie, quelle con pisani e genoani. Nel nuovo millennio la curva vicentina non è più la stessa. La curva, negli anni 80 e 90, era ben altra cosa, non quella di oggi, ma quella che prendeva a calci nel culo i padovani e portava migliaia di persone in trasferta. Nel 2006 la curva rimane in mano al duo Vigilantes-Caneva, la curva si esprime sempre su buoni livelli, anche se non è più quella di una volta. All’orizzonte si vede la nascita di nuovi organismi, come il “Lanerossi Crew 1902”, nel 2009, che, insieme ad altri gruppetti, si mettono in contrapposizione coi Vigilantes-Caneva, e ne minano la centralità. Le nuove normative sugli strumenti di tifo e la famosa Tessera del Tifoso, vedono i nuovi gruppi su posizioni nettamente contrarie, e si fanno paladini della lotta contro suddette “misure di sicurezza” prese dal governo italiano. I Vigilantes sono ormai al crepuscolo, i nuovi gruppi prendono il sopravvento, portando nuova linfa e freschezza alla curva. Si arriva così ai giorni nostri, con lo scioglimento dei Vigilantes e, di fatto, della Caneva Berica.
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Personaggi storici del tifo vicentino prematuramente scomparsi: Moreno Toniolo, primo capo ultrà della Sud, fondatore del primo gruppo organizzato, gli “Ultras”, morto improvvisamente nel ’92. Moreno era un elemento carismatico della curva, per la sua dedizione e temerarietà conosciuto anche nelle grandi piazze del Nord, un po’ come il Pompa a Firenze o il Bimbo a Bologna. Era il “factotum”, la curva e gli ultras la sua casa. Punto di riferimento insostituibile, non smise mai di seguire il Vicenza. A lui è dedicato lo striscione “Moreno presente”, sempre esposto in curva. Al suo funerale presenti comaschi, milanisti e genoani. Fabio Cucco, morto il 2 settembre ’90 a 33 anni. A lui è dedicato il gruppo ultrà “Fabio Group”. Simone “Ippo” Zaniolo, morto il 17 settembre 2011 a 38 anni, tornando dalla trasferta di Cittadella. Gruppo di appartenenza: Fabio Group. Sulla sua epigrafe è scritto: “uomo

Due immagini che ritraggono una bandiera del tifo Vicentino, Moreno Toniolo da sempre un punto di riferimento della tifoseria veneta.
amico ultras per la vita” (vedi anche sezione “curiosità”). Francesco Iselle “Francis”, morto a 32 anni, appartenente al gruppo “Vigilantes”. Roberto Zardo, morto il 18 gennaio ’97 a 33 anni, appartenente al “Fabio Group”. Renato Carboniero “Carbo”, morto a 33 anni, appartenente al “Fabio Group”. Tibe: “voce” storica della curva Sud, appartenente ai “Vigilantes”. Luigino Cogo “zio”, scomparso a 56 anni il 12 ottobre 2006. Il suo “grido di battaglia”: pagliacci!!! Eugenio Bortolon, morto a soli 19 anni per le gravissime lesioni riportate nella caduta accidentale dal parapetto del settore ospiti nella partita Parma-Vicenza del 23-05-09. Eugenio, appartenente alla “Caneva Berica”, era alla seconda trasferta e le sue condizioni apparvero subito disperate al medico sociale del Vicenza, suo primo soccorritore. Morì in tarda serata all’Ospedale Maggiore di Parma. I parmensi si adoperarono non poco nei soccorsi, prestandosi affinché fosse fatto il possibile, nonostante i rapporti non idilliaci coi vicentini. Andrea “Kaefa” Caleffa: fondatore e maggiore esponente del gruppo “Brigata Belfast”. Narcisa “Narcy” Monzon: appartenente al gruppo “Fabio Group”, Arturo Vigevani, Damiano.
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PALMARES:
il Vicenza tra titoli nazionali e non, vanta sei trofei, il più celebre la coppa Italia del 1997 vinta in finale contro il Napoli.
La storica ''Coppa Italia'' del 1997.

Peccato perchè poteva arricchirsi magari con la coppa delle coppe, purtroppo persa ai danni del Chelsea allora di Vialli-Zola e Di Matteo.
Titoli nazionali
3 Campionati di Serie B
1 Campionato di Serie C
Trofei nazionali
1 Coppe Italia
1 Coppe Italia Serie C/Lega Pro


Alla prossima ''Baronata''.
BARONE FERDINANDO

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