venerdì 23 maggio 2014

Scopriamo la Reggina

            ''LA BARONATA''
 


                               A CURA DI: BARONE FERDINANDO

IL NOSTRO AVVERSARIO:REGGINA

 E' proprio il caso di dirlo, la Reggina quest'anno ha gettato definitivamente la spugna, una squadra che era partita ad inizio stagione secondo le parole del patron Foti, che doveva salire in serie A, ed onorare al meglio la nostra storia ''centenaria'' invece, la squadra amaranto è retrocessa in lega pro(ex serie C), fatale è stata la sconfitta contro lo Spezia, dal momento che la lega serie B gli ha inflitto una penalizzazione per illeciti sportivi di tre punti, a questo punto tre punti in meno e retrocessione anticipata, una squadra che quest'anno ha mancato di lucidità, gli innesti non erano quelli giusti, troppe promesse in un ambiente come quello reggino, che dai tempi della serie A che non ha più voglia di commentare, gli ultimi anni fallimentari della società calabrese, un ultima gioia finita male, il playoff contro il Novara, che non ha portato la gioia sperata, da quella sera sì è aperta una ''highway to hell'' verso la serie C, ultime due stagioni discrete, l'ultima la condanna definitiva, ci domandiamo, ma come mai tutto questo? Cosa ha fatto Foti per non far decollare una società che merita sicuramente altri palcoscenici che una ''lega pro'' ormai raggiunta? Sicuramente i soldi, squadra dove più volte è stata messa in discussione ed in ballo su quale acquirente, venisse ad investire nel dopo Foti, le continue promesse mai mantenute, i tifosi hanno spesso minacciato, e lo slogan secondo loro più logico era: andate a lavorare, voi non meritate Reggio mercenari! Non solo non è bastato neanche lo sfogo di un disperato Gagliardi durante la conferenza stampa di Reggina – Varese, in cui più di una circostanza, spiegava che a Reggio non bisogna vivere di soli sogni e di passato, ma bisogna andare avanti e credere nella squadra standogli vicino, niente e nessuno ne ha voluti sapere. Così la Reggina dopo la bellezza di quasi vent'anni torna in serie C, in quella categoria dove la Reggina, non gli avrebbe voluto metterci più piede. Partiamo con l'analizzare la stagione degli amaranto.

Vittorie in casa: 4
Pareggi in casa: 6
Vittorie fuori casa: 2
Pareggi fuori casa: 5
Sconfitte in casa: 10
Sconfitte fuori casa: 13
Totale: 6 vittorie, 11 pareggi, 23 sconfitte, con 37 gol fatti e 65 subiti(peggio ha fatto solo la Juve Stabia), differenza reti -28.

STORIA: La Reggina Calcio, maggiore realtà sportiva della città di Reggio e della Regione Calabria, grazie alla propria gloriosa storia ed allo straordinario seguito popolare di cui dispone, gode di visibilità nazionale ed internazionale tali da poter esser considerata veicolo della “calabresità” positiva in Italia e nel Mondo.

11/1/1914 NASCE LA REGGINA


Anno 1914, nasce la Reggina. L’undici gennaio, pochi “coraggiosi” fondano l’Unione Sportiva Reggio Calabria, primo antenato del club che oggi rappresenta la città. Anni difficili durante i quali soltanto un’incontrollabile voglia di calcio riusciva a fronteggiare la mancanza di fondi e strutture. Nei primi 30 anni di vita si susseguono i cambi di denominazione di un club impelagato nei campionati interregionali.

LA PRIMA VOLTA IN C


La prima promozione in C arriva nel 1938: una fugace esperienza perché, al termine della stagione successiva, la Reggina torna in IV serie.

LA PRIMA IN B E L’ERA GRANILLO


Il primo grande, storico traguardo arriva al termine della stagione 64-65. La Reggina del Presidente Oreste Granillo, cui oggi è intitolato lo Stadio, conquista la Serie B. Seguono nove campionati cadetti: nel primo la Reggina sfiora addirittura una clamorosa promozione in A. Tutto cambia negli anni 70. La Reggina precipita nuovamente in C. Resterà, altalenando la C1 alla C2, lontana dalla B per 14 anni.

NASCE LA REGGINA CALCIO




L’AS Reggina, trovatasi in grave difficoltà economica, viene rifondata da un gruppo di giovani ed ambiziosi imprenditori reggini. Assume il nome di Reggina Calcio mantenendo il titolo sportivo della precedente società.

L'ATTESO RITORNO IN B


La Reggina, terza classificata nel girone B della Serie C1, sfida la Virescit Boccaleone nello spareggio promozione a Perugia. Decidono le reti di Bagnato e Catanese, gli amaranto riconquistano la B dopo 14 anni trascorsi nella polvere della C1 e della C2. Il successo, storico, è salutato da 20.000 reggini giunti nel capoluogo umbro per sostenere la squadra allenata da Nevio Scala verso l’impresa.

NASCE IL CENTRO SPORTIVO S.AGATA


Esempio della programmazione societaria amaranto, Centro Sportivo di primissimo livello in Italia, assoluta eccellenza nel meridione, risponde a tutte le esigenze sportive e direzionali del club. Ideato e progettato al termine degli anni '80 su un’area abbandonata a ridosso del torrente S.Agata, nella zona sud della città sorge la casa della Reggina.

SPAREGGIO DI PESCARA




La prima stagione tra i cadetti è esaltante e porta la Reggina alle porte del sogno Serie A. La Reggina arriva quarta a pari merito con Cosenza e Cremonese. Ancora uno spareggio, questa volta contro i grigiorossi a Pescara. Ancora un esodo di tifosi calabresi al seguito: oltre 23000 i cuori amaranto sugli spalti dell’impianto abruzzese. La Reggina si piega soltanto ai rigori, svanisce all’Adriatico il miracolo che aveva riunito una città nella rincorsa verso “l’impossibile”.

LA NUOVA PROMOZIONE TRA I CADETTI




La Reggina retrocessa in C nel '91, inizia a gettare le basi di un progetto che permetterà al Club di raggiungere risultati insperati negli anni successivi. Nel 93-94 conclude seconda il campionato dopo aver conteso a lungo il primo posto, e la promozione diretta, al Perugia venendo poi beffata dalla Juve Stabia nei playoff. Salto di categoria rimandato di una sola stagione quando gli amaranto dominano il campionato trascinati dal capocannoniere del torneo, Alfredo Aglietti, che con 20 centri sarà decisivo per riportare la squadra dello Stretto tra i cadetti.

13/6/1999 LA PRIMA VOLTA IN SERIE A




Il campionato di Serie B 98-99 vede gli amaranto protagonisti di una cavalcata esaltante che porta Reggio Calabria a poter cullare, nuovamente, la possibilità di raggiungere l’Olimpo del calcio tricolore.
Quel giorno arriva. E’ il 13 giugno dello stesso anno.
Al Delle Alpi la Reggina conquista, per la prima volta nella storia, la Serie A. Gli amaranto superano il Torino e mandano in delirio i 30.000 tifosi amaranto che affollavano le tribune della cattedrale piemontese. Centinaia di migliaia di persone si riversano sul Lungomare di una Reggio, forse mai unita come in quel giorno, che inizia una nuova entusiasmante storia sportiva ed esige quell’opportunità di riscatto sociale a lungo attesa. Vince la Reggina, che nel 2000 siederà al tavolo delle grandi, da parigrado, guardando in faccia una realtà che sembrava non dover arrivare mai.

LA PRIMA SALVEZZA IN A




Il battesimo in Serie A si tiene sempre a Torino il 29 Agosto 1999. Questa volta l’avversaria è la Juventus. L’incredibile risultato finale si legge d’un fiato: 1-1, gli amaranto impongono il pari alla Vecchia Signora. La prima partita nel nuovo stadio intitolato a “Oreste “Granillo” è Reggina-Fiorentina: l'impianto è stracolmo, “un vulcano”, come lo definì la Gazzetta dello Sport: sarà uno storico 2-2. Gli amaranto, accompagnati in partenza dalla diffidenza degli addetti ai lavori, raggiungono la salvezza addirittura con una giornata di anticipo pareggiando in casa con l’Hellas Verona per 1-1.

SPAREGGIO CON L’HELLAS VERONA




Otto sconfitte consecutive nelle prime nove giornate di campionato cui la Reggina contrappone la forza delle idee e della progettualità. Nessun esonero, nessun ribaltone: gli amaranto proseguono dritti per la propria strada e risalgono la classifica fino a guadagnare l’accesso allo spareggio salvezza con l’Hellas Verona.
L’andata è al Bentegodi, vincono i veneti con un gol di Laursen. Al ritorno al Granillo la Reggina passa con Zanchetta e Cozza ed accarezza il sogno, è Cossato ad una manciata di minuti dalla fine a spezzare l’incantesimo. L’amarezza e la rabbia per una retrocessione immeritata si trasformano in energia per la stagione successiva…

LA REGGINA TORNA IN A




Non accetta il verdetto del campo che l’ha restituita alla Serie B: la Reggina reagisce con orgoglio, domina il campionato e torna immediatamente nella massima serie del calcio italiano. Un’impresa difficilissima, riuscita a pochissimi club retrocessi. Una nuova festa colora di amaranto Reggio Calabria, il Club dello Stretto torna tra le grandi.

L'IMPRESA NELLO SPAREGGIO CON L’ATALANTA


Amaranto nuovamente in A, ancora una volta uno spareggio nel destino. Al termine di una stagione ricchissima di emozioni, la Reggina sfida l’Atalanta per restare in Serie A. Gara di andata al Granillo che si conclude con un timoroso 0-0, il verdetto è rimandato all’Atleti Azzurri d’Italia. Un nubifragio costringe le squadre al rinvio dell’incontro, Reggina e Atalanta scendono in campo il giorno successivo: lo stadio è stracolmo, Natali sblocca l’incontro per la Dea. Non mollano gli amaranto che con l’orgoglio ed un gioco brioso trovano il pari con Cozza. L’apoteosi è la rete di Bonazzoli: la Reggina sbanca lo stadio di Bergamo, scaccia le streghe e resta in A.

LA REGGINA PIEGA LA JUVENTUS


Una notte storica. Al Granillo arriva la Juve schiacciasassi di Fabio Capello, la Reggina ha appena perso il derby con il Messina: il pronostico sembra scritto. Eppure, la Juve che fino ad allora aveva subito soltanto due gol in tutto il campionato ne subisce altrettanti in un tempo solo dagli amaranto. La Signora scivola a Reggio, è il tripudio di un Granillo infuocato.

REGGINA PADRONA DELLO STRETTO




30/4/2006. Data indelebile, che segna il recente passato della storia della Reggina. Il campionato volge al termine, al Granillo è di scena la rivale di sempre: il Messina. Un derby dello Stretto dal valore incommensurabile, forse il più importante mai disputato. La sconfitta, o la vittoria, può determinare le sorti delle squadre. Andrà esattamente così: la Reggina si impone con un rotondo 3-0 ed ottiene la salvezza, il Messina retrocede proprio nel tempio del calcio reggino. La Curva Sud srotola una gigantesca “B” giallorossa per celebrare l’evento.

27/05/2007 IL PRIMO “SCUDETTO” DELLA STORIA AMARANTO




Una delle più avvincenti, incredibili, emozionanti, significative storie mai raccontate dal calcio italiano. All’inizio della stagione, la Reggina giace sul fondo della classifica gravata da una penalizzazione di 15 punti. Il coro è unanime: la Reggina è condannata alla B! L’ingiustizia della penalità inflitta è direttamente proporzionale all’orgoglio messo in campo dagli amaranto, protagonisti di una cavalcata clamorosa. Nella Reggina gioca la coppia gol più prolifica del campionato (Bianchi e Amoruso, 35 gol totali), sono 51 i punti totali conquistati con imprese storiche quali la vittoria sulla Roma, le 4 reti rifilate al Catania, il nuovo successo sul Messina, la rimonta da 0-3 a 3-3 sul campo dell’Empoli alla penultima giornata. Il calcio sa esser poesia ed il miracolo si compie al Granillo, nell’ultima giornata, quando la Reggina batte 2-0 il Milan Campione d’Europa e conquista la salvezza.

I PLAYOFF E LA NOTTE DI NOVARA




La Reggina tornata in B nel 2009 è reduce dal proprio primo, drammatico campionato cadetto. Il sogno di una nuova, immediata promozione è svanito. E’ tempo di rifondare. La Reggina, come sempre nei momenti di difficoltà, si affida alla forza delle proprie idee e ad un nuovo progetto tecnico capace di valorizzare i prodotti del proprio eccellente settore giovanile. A fari spenti, gli amaranto scalano le posizioni della classifica, accrescono le proprie sicurezze e l’autostima, riavvicinano il popolo amaranto. La sesta posizione vale l’accesso ai playoff promozione. La gara di andata con il Novara, terminata 0-0, sarà ricordata per il calore ed il sostegno incessante di un Granillo gremito da 20000 tifosi. Al ritorno in Piemonte la Reggina ha un solo risultato a disposizione: la vittoria. Al 90’ gli amaranto sono ad un passo dall’impresa: vincono 2-1 quando un destro al volo di Rigoni, bello e irripetibile, porta il Novara al turno successivo. La Reggina è eliminata ma al ritorno a Reggio è accolta dai propri tifosi in aeroporto i quali salutano i ragazzi con un lungo applauso, testimonianza di come anche una sconfitta, dopo aver gettato in campo ogni goccia di sudore, possa esser apprezzata ed encomiabile.


IL CENTENARIO: 1914-2014 ''UN SECOLO AMARANTO''
Undici gennaio 1914, undici gennaio 2014: cento anni di vita, di battaglie, di gioie ma anche di dolori, con gli indimenticabili anni della serie A, proprio nel 2000, le tante promozioni in B, ma anche le numerose amarezze legate alle retrocessioni.
Intro del sito internet Reggino

Gli auguri verso i Reggini

Lettera di augurio di Don Giovanni Zampaglione

Le divise della Reggina in occasione del Centenario
Ultima, quella dolorosa dalla massima serie alla cadetteria, di quattro anni fa e le difficili stagioni per risalire, sistematicamente fallite, fino ai nostri giorni. Il ‘Granillo’ è stato teatro di mille battaglie, ma proprio in questa stagione, la Reggina rischia di retrocedere nella terza serie nazionale. Il girone di andata ha regalato solo delusione ai fedelissimi amaranto che nonostante tutto, hanno tappezzato la città di striscioni, proprio ieri, giorno del compleanno senza festeggiamenti:”100 years old”, “una fede eterna”. 
Tanto dilettantismo per cominciare, nei primi anni di vita, poi la serie semiprofessionistica, fino alla prima promozione in B, torneo professionistico, con Oreste Granillo presidente, Enzo Dolfin direttore sportivo e l’indimenticato Tommaso Maestrelli, allenatore. La Reggina è stata anche allenata dagli Oronzo Pugliese, Fulvio Bernardini, Armando Segato, Albertino Bigon, Nevio Scala, Franco Colomba, Bruno Bolchi, Gigi De Canio, Walter Mazzarri. Tutti hanno legato il loro nome alla Reggina in un modo o nell’altro: Maestrelli alla prima promozione in B, Bolchi alla prima promozione in A. Franco Colomba al primo torneo di A, ed anche al ritorno nella massima serie, Mazzarri alla salvezza partendo da -11. 
Numerosi i presidenti da ricordare dopo il primo in assoluto, Paolo Vilardi. Ci limitiamo ai più recenti, i più vicini alla realtà dei tifosi di oggi: primo in assoluto, Oreste Granillo ma anche Amedeo Matacena, Ugo Ascioti, Umberto Nava, Ivan Morace, Pino Benedetto e Lillo Foti, quest’ultimo oggi, solo il maggiore azionista per vicende che hanno messo a nudo qualche ruga di questa squadra centenaria. Un po’ di cipria non guasta, la Reggina vuole ringiovanirsi nel girone di ritorno. Il patron, Lillo Foti, fruga nei resti del mercato, frustrato dalla crisi, per cercare di rinverdire gli allori. Bisogna trovare i nuovi protagonisti in amaranto, per riscrivere la storia dei duecento anni, gli emuli dei Pirlo, grande regista in serie A, degli Amoruso, marcatore d’eccellenza, dei Kallon, autore del primo gol in A, contro la Juventus, sul campo della signora, per quel pareggio allo stadio “delle Alpi” che rimane scolpito nella storia.
Quanti bei ricordi anche prima della serie A, col mitico capitano reggino, Alberto Gatto e quel Bercarich che tutti sognano al centro dell’attacco. Sarebbe impossibile nominarli tutti, quei protagonisti in campo, sulla panchina e dietro la scrivania. Da non dimenticare il ‘diesse’ di una vita, Franco Iacopino, il capitano, Ciccio Cozza, che ha ereditato la fascia dai Gatto, Poli e Giacchetta.

PERSONAGGIO CHIAVE:PASQUALE FOTI
Nato a Reggio Calabria nel 1950, nel 1986 diventa amministratore delegato della società sportiva Reggina Calcio. Dal 1991 ne diviene il presidente e nella stagione 1998-1999, sotto la sua presidenza, la Reggina conquista la sua prima promozione in Serie A, in cui ha militato nove anni fino alla stagione 2008-2009. Dal 5 novembre 2013 non è più ufficialmente presidente della società, rimanendo comunque azionista di maggioranza.
Pasquale Foti presidente dal 1986
La sua attività comprende la gestione di numerose attività commerciali, specialmente nel settore dell'abbigliamento.
L'8 novembre 2011 è condannato dalla nona sezione del tribunale di Napoli ad 1 anno e sei mesi di carcere per il reato di frode sportiva, confermando il suo coinvolgimento nello scandalo calciopoli, nonché ad una multa di 30.000 euro.
Nel corso della stagione ha espresso più volte il desiderio di vedere per il centenario della Reggina una promozione in serie A, ma purtroppo ha causa di una campagna acquisti non all'altezza, la squadra retrocede con 4 turni di anticipo, anche per via dei tre punti di penalizzazione, e così Foti non ha potuto realizzare il suo sogno. Ha pure più volte detto: lascio la società.. Ma il legame che tiene Lillo Foto col club dello stretto è troppo forte, lo considera più familiare che imprenditoriale.

DOLCI RICORDI: CICCIO COZZA
Francesco Cozza è un giocatore amato/odiato dal pubblico amaranto. E' una bandiera della squadra reggina, essendo stato il protagonista degli anni più belli, fin ora, della storia della squadra, gli anni di serie A. Ha contribuito alla prima storica promozione ed è stato un uomo di punta di almeno cinque stagioni, accompagnate da relativa permanenza nell'Olimpo del calcio. Ma tra il popolo, quello che crea gli idoli o non vanno a
genio i personaggi spigolosi, Ciccio Cozza non risulta fra i più simpatici. Anzi, tutt'altro, risulta descritto come "una persona che ha cercato, quando ha potuto, di guastare l'armonia nello spogliatoio. Ha minato la tranquillità del gruppo, con le sue continue richieste di giocare sempre e comunque da titolare". Voci e presunte dicerie che si sono rincorse sempre tra gli ambienti degli appassionati amaranto, ma che in effetti non è che abbiano molto seguito. Cozza, nel male e sopratutto nel bene, è un calciatore a cui la società Reggina deve molto e la Reggina è una squadra che da Cozza ha preteso, come è giusto che sia. Infatti, è la Reggina che ha allevato, svezzato ed infine lanciato Ciccio nel calcio che conta, proteggendolo prima e poi accompagnandolo nel viaggio verso l'universo Milan, una dei principali club del mondo. Descritto da Berlusconi in persona, come l'erede di Demetrio Albertini, Ciccio non ha mai esordito tra le fila rossonere e ha dovuto girovare per l'Italia, tra Reggio Emilia, Vicenza, Lucca, Cagliari e Lecce, per doversi guadagnare la sua pagnotta calcistica. Ma, accanto a lui, come una madre putativa deve saper fare, come un angelo custode che si rispetti, la sua casa, la Reggina, era sempre presente, a seguire i progressi di un suo figlio, uno del "Sant'Agata". Per poi riaccoglierlo a braccia spalancate. E' il gennaio 1999, la Reggina inizia a sognare una possibile promozione in serie A e il tandem Foti-Martino, pensa di dover dare più sostanza e qualità ad una già buona formazione. Nel motore della squadra di Gustinetti, mettono un Cozza, reduce da buone stagioni in Salento. Due reti in quel campionato indimenticabile per i colori amaranto: una splendida alla "Del Piero", in un Brescia-Reggina 2-3, e l'altra il 13 giugno a Torino, nella giornata dello storico accesso tra i maghi del pallone italiano, il rigore del momentaneo 0-1. Confermato anche nella prima stagione di A, Ciccio parte dapprima in panchina, causa anche la presenza di un certo
Andrea Pirlo, che quando cala di condizione e di rendimento, è sostituito dal nostro, che alla fine firmerà due reti, una delle quali all'Olimpico, nell'indimenticabile 0-2. La stagione successiva colleziona molte più presenze, 32, ma non riesce ad evitare il ritorno tra i cadetti, nonostante i suoi 5 gol totali. Il ritorno nel purgatorio della B, dura solo lo spazio di un'annata, visto che anche grazie alle sue 7 reti in 26 presenze, unite a numerose giocate d'alta scuola e di pregevole fattura, contribuiscono all'immediata risalita. Ciccio diventa il capitano e la guida carismatica del gruppo, che quando c'è da prendersi le responsabilità se le prende, da esemplare capitano. Come quando il pubblico fischia la squadra e lui non nasconde il suo dissenso. E' la prima di una serie di rotture del rapporto tra tifosi e il calciatore. Questo è Ciccio Cozza: vero, sincero e senza peli sulla lingua. Nonostante un addio annunciato, Cozza resta in amaranto e nel ritorno in A si dimostra sempre decisivo e pronto a cogliere il momento giusto: 2 giugno, Bergamo, gara di ritorno dello spareggio per non retrocedere tra Atalanta e Reggina, Ciccio firma il gol dello 0-1, che risulterà decisivo ai fini della salvezza amaranto. Il Re ha conquistato la Reggina. La stagione seguente realizza ben 8 reti, bottino niente male per una mezzapunta e non un vero bomber. La salvezza arriva un pò più tranquillamente, ma subito dopo il termine del campionato, il presidente Foti accetta una ottima offerta del Genoa e Cozza matura la seconda separazione dalla sua Reggina. In Liguria, colleziona solo 5 presenze e nel gennaio 2005, torna in serie A, al Siena questa volta, in cui disputa 13 incontri con 2 reti all'attivo. Nel settembre 2005 si consuma il ritorno in maglia amaranto. La stagione è dura, deve riciclarsi come prima punta, ma lui offre una stagione davvero brillante, dove, in tandem con Amoruso, realizza 9 reti, il miglior bottino in carriera, tra cui due al Messina, una rete all'andata e una al ritorno. Il Siena, viste le straordinarie prestazioni del giocatore, lo rivuole nella rosa e in amglia bianconera, il feeling con i tifosi non risulterà mai idilliaco(anche qui) e si dichiara contento di terminaere l'avventura in Toscana, alla scadenza del contratto. Per la terza volta, sceglie di tornare in riva allo Stretto, dove deve fronteggiare l'ennesima stagione tribolata, dove però si ottiene una grande salvezza e dove Cozza, in 27 presenze realizza 6 centri, uno dei quali nell'importantissima sfida a Catania, gara vinta dagli amaranto e fondamentale in chiave salvezza. L'ultima stagione, quella della seconda retrocessione, Ciccio non ha molta incidenza e tra infortuni e una forma non sempre al top, colleziona 27 presenze con 4 reti all'attivo. Con il ritorno in B, non vi sono i presupposti per restare in amaranto e il giocatore originario di Cariati, opta per l'approdo alla Salernitana. Reggio resterà per sempre la sua casa ed è la città in cui ha deciso di vivere dopo la fine della carriera, ma crediamo che sia giusto, vista la passione messa a disposizione dei colori amaranto, dell'impegno e del sacrificio del calciatore e dell'uomo Cozza, aplaudire Ciccio non appena attraverserà il tunnel e entrerà sul campo di gioco del Granillo. Sarebbe come dire grazie ad un simbolo della Reggina e della sua storia.


I PRECEDENTI: La Reggina torna a sfidare l'Avellino al partenio, dopo quasi 20 anni. L’ultimo confronto, infatti, andò in onda il 26 novembre del 1995, in Serie B, quando i biancoverdi si imposero con un netto 3-0 grazie alla doppietta di Tosto e al gol di Criniti. Il bilancio dei precedenti sorride decisamente ai lupi, che hanno collezionato sette vittorie, sette pareggi e due sconfitte, l’ultima nel torneo di C1 94/95 quando

Nelle due immagini la rete di Alfredo Aglietti, che grazie a questo gol mise un mattone in più per la serie B
Aglietti firmò il blitz amaranto in piena lotta per la cadetteria. Il segno X è maturato sei volte su sette a reti inviolate.
La partita di andata che sì gioco a Santo Stefano, finì 1-1 con reti di David Di Michele all'inizio partita, e poi pareggio di Galabinov nella ripresa dopo aver trasformato un calcio di rigore, che secondo i Reggini il fallo dato dall'arbitro, fu molto
Schiavon(Avellino) in contrasto con Miguel Maza(Reggina)

Rigore trasformato da Galabinov(Avellino)

Vantaggio della Reggina con Di Michele

Pisacane(Avellino) impatta duramente su Di Michele( Reggina)
ingiusto. Partita combattuta non sul piano tecnico ma sul piano di gioco, dal momento che il Granillo sembrava più una piscina che un campo di calcio, numerosi furono i falli, e molto nervosismo specie di parte Avellinese, nel finale non sono mancate scaramuccie tra Irpini e tribuna centrale, dove una bottiglia d'acqua ''piena'' senza recare ovviamente danni, è stata lanciata dalla tribuna.

CONVOCATI: Mister Gagliardi non potrà potrà contare su gli squalificati Maicon e Pambou, dal momento che son stati squalificati contro il Cesena, c'è un piccolo nocciolo da sbrigare se ci sarà Di Michele, Strasser, e Gerardi, scelte ancora inspiegabili dal momento, che la rosa della Reggina, non dispone di grandi campioni, staremo a vedere.

FORMAZIONE: Questa è la formazione che sicuramente la Reggina metterà in campo: Modulo (5-3-2) con: Pigliacelli; Di Lorenzo, Coppolaro, Lucioni, Bochniewicz, Contessa; Frascatore, Dall'Oglio, Barillà; Sbaffo, Fischnaller.

GIOCATORI CHIAVE: Come di consueto nella ''Baronata'' seleziono sempre i giocatori che secondo me, sono gli elementi chiave della rosa, il primo è: Daniel Adejo, classe 1989 nato in
Daniel Adejo dal 2007 con la Reggina
Nigeria, oramai un veterano della difesa amaranto, ha esordito con la Reggina nel 2007 dove viene notato da Simone Giacchetta, altra grande bandiera del calcio reggino, Adejo esordisce nel 2009 in un Reggina – Fiorentina, da quel momento è diventato giocatore irremovibile nonché pilastro della difesa. Dotato di notevole corsa, concentrazione e tenacia, è possente fisicamente e abile nel colpo di testa. Con la
Reggina ha collezionato per il momento: 153 presenze segnando due reti.

Il secondo è: David di Michele, classe 1976 oramai un veterano del calcio italiano, un giocatore che ha espresso il meglio sia in A che in serie B, acquistato dalla Reggina nel 2013 è rimasto in pianta stabile nella società amaranto, ma se torniamo indietro, Di Michele aveva già vestito la casacca amaranto, nel 2002 dove gli ha giocato fino al 2004, in 62 presenze segnò 15 reti, poi tanta serie A, con Udinese, Palermo, Torino, breve parentesi
Tra passato e presente: David Di Michele
con gli ''Hammers'' del West Ham in Inghilterra, torna poi in Italia rivestendo la casacca del Torino, per poi essere girato al Lecce, dove in due anni segna 22 gol in 77 presenze, ultimo giro di boa il Chievo, ma a causa del poco spazio Di Michele ha espresso la volontà di esser ceduto, così ritorna a Reggio Calabria dopo nove anni, e l'impatto è positivo 50 presenze e altrettante 15 reti per un totale fino ad ora di 112 presenze e 30 goal. Attaccante di peso, sfrutta i colpi di testa, ed è un buon funambolo, carattere forte sia dentro che fuori il campo. Da sottolineare inoltre che Di Michele detiene un record personale, con 24 reti in coppa Italia, è il primo marcatore della competizione ancora in attività.

Il terzo è: Federico Gerardi classe 1987, friulano. Prima punta,forte fisicamentee nel gioco aereo. Giocatore dotato di
Federico Gerardi(il futuro) giocatore di grandi prospettive
una buonatecnica individuale,gioca spesso di spondaper far salire la squadra. Dal 2013 in 48 presenze ha segnato 12 gol. Attualmente è il miglior marcatore della squadra assieme a Fishnaller nella sfortunata stagione di serie B.

TIFOSERIA:Gemellaggi/Amicizie:
La curva Reggina presente a Bari


Salernitana: gemellaggio vecchissimo, ancor più vecchio di quello col Bari, storico, molto sentito. Col Bari in casa l’anno scorso esposta la scritta “Salernitani liberi”. Numerosissime le visite reciproche che si scambiano. Sbandierata con giri di campo in Salernitana-Reggina 01/02 e altre volte. Un’amicizia che va oltre il calcio. Bari: fraterna e consolidata amicizia,
Curva sud Siberiano in azione
consolidata nell’87/88; già dagli anni ’80 esisteva un forte gemellaggio con gli U.C.N. Bari. In Reggina-Bari 12/13 esposto dai reggini lo striscione “Cambiano i tempi e le



Quattro immagini che ritraggono, il gemellaggio tra Bari-Salerno-e Reggio Calabria
generazioni…non sono in vendita le nostre emozioni”, ed i baresi rispondono con “Reggio saluta la Bari ultras”. Sbandierata con giri di campo in Bari-Reggina 2000/01. Il gemellaggio ha resistito anche a una delicata sfida-salvezza nel 2000/01, vinto dal Bari. Una gara che ha fatto discutere per un
Gemellaggio tra Salerno e Reggio Calabria
infelice arbitraggio, ma che al di là di questo è stata l’occasione per rinnovare il bel gemellaggio, con 3mila reggini presenti con tutti i gruppi importanti. Per una domenica, i “galletti” sospendono lo sciopero del tifo riprendendo a sostenere la squadra, di fronte ai fratelli reggini. I gemellaggi di cui sopra, alla fine degli anni 80furono portati avanti alla grande dai Boys, favoriti da un periodo di crisi del Cucn.
Latina: gemellaggio diretto fin dalla fine degli anni ’80, sull’asse CUCN ’82-Falange Latina. Amicizia molto sentita, sia ora che in passato. Una rappresentanza reggina era presente nella finale
Curva Nord Latina, rapporto solidato quest'anno durante la partita di andata
Playoff 12/13 di Latina per la B col Pisa. Striscione “Ultras Latina” esposto in Lodigiani-Reggina 92/93. Prima c’era un gemellaggio fraterno tra il “C.u.c.n.” e gli “Ultras Latina” (vedi anche sezione “Curiosità”).
Milan: questo curioso gemellaggio risale alla prima stagione di Serie A, dopo 80 anni, della Reggina, quella delle invasioni amaranto. Nacque la scintilla
Curva Sud Milano
perché i milanisti riconobbero nei reggini una bella tifoseria, mentre i milanisti furono tra le poche tifoserie apprezzate al primo anno dai reggini. Per la verità, nei confronti della tifoseria rossonera c’era un’ombra di scetticismo, essendo comunque una tifoseria settentrionale, ostacolo però ben superato dal rispetto per la curva Sud milanista, quando le due sponde hanno avuto modo di conoscersi e confrontarsi. Legame cementato quando, nel 2007, con un Milan rimaneggiatissimo e con la testa alla finale di Champions League col Liverpool, la Reggina vinse 2-0, conquistando, nonostante la penalizzazione di 11 punti, la salvezza con Walter Mazzarri.
Catanzaro: prima c’era un gemellaggio vero e proprio, che viveva sull’asse Cucn-Ultras Catanzaro; i primi contatti già sul finire degli anni 80, con molte visite reciproche; ad esempio nel 91/92 fecero visita ai reggini con Casarano e Acireale ed altre ancora, mentre i reggini sono stati al loro fianco col Vigor Lamezia (giocata a Reggio), e a Catanzaro col Trani. Adesso però il rapporto si è  affievolito e incrinato, sia per il fatto che le due squadre non s’incontrano da tanto tempo, sia perché Reggio Calabria, prima città calabra per popolazione con i suoi di 180.082 abitanti, avrebbe tutti i requisiti storici, culturali e urbanistici per tornare ad essere il capoluogo della Regione Calabria, al posto dell’attuale Catanzaro, città più piccola e con meno storia, tanto che, quando, intorno al 1970, si trattò di designare Reggio capoluogo di Regione, si scatenò quasi una guerra civile. Amichevole giocata a Soverato (CZ), per le vittime dell’alluvione, con issati gli striscioni “U.C.” e “Massimo”, a rappresentare la curva “Massimo Capraro”  catanzarese. Striscione “Ultras Catanzaro” esposto in Reggina-Casarano 91/92. Il legame vero e proprio sarebbe svanito anche per lo scioglimento di “Warriors” e “Fighters”. Ascoli: buon rapporto d’amicizia. Il “Settembre Bianconero” di Ascoli presenziò allo partita-salvezza della penultima giornata del campionato di A 2000/01, a Perugia, dove erano presenti circa 9 mila reggini. In Ascoli-Reggina del marzo ‘13, i reggini senza tessera, lasciati fuori dal “solerte” servizio d’ordine, furono poi ospitati dagli ascolani nella loro curva. In casa con la Juve Stabia, il sabato successivo, i reggini esposero lo striscione “Ringraziamo la Sud di Ascoli”. Locri: buoni rapporti. Alcuni gruppi reggini, tra cui sicuramente i “Fedayn Reggio 1994” e il “C.u.c.n.”  avevano un rapporto diretto coi “Pessimi Elementi” Locri, probabilmente ancora attivo. Ravenna: il C.u.c.n. aveva, e forse ha ancora, una sincera amicizia con gli “Ultras Ravenna”.

Ex-gemellaggi-amicizie: Roma: amicizia che cominciò tra gli anni 80 e i 90, ed univa gli “Oltranzisti” con “Boys” e “Fedayn” Roma, riconosciuta comunque anche dagli altri gruppi. In Reggina-Genoa 01/02 di B, esposto lo striscione romanista “Orgoglio Capitolino”. In Ternana-Reggina 01/02, al fianco dei calabresi, ci sono anche i romanisti con gli striscioni “Boys” e “Salario Group”. Bello il giro di campo coi bandieroni coi romanisti. Con lo scioglimento degli Oltranzisti, il rapporto venne proseguito dal C.u.c.n., ma, col passare del tempo i romanisti non digerirono il gemellaggio coi torinisti e, in seguito, con gli odiati milanisti. In Re-Roma 03/04 i romanisti lanciarono diverse torce nel settore reggino: chiusa l’amicizia. Incidenti anche in Roma-Reggina 04/05. Torino: famoso il furto, nel 2003, da parte di juventini penetrati nel settore ospiti, durante uno Juve-Reggina di Coppa Italia, dello striscione “Ragazzi” dei Ragazzi della Maratona, gruppo del Toro, scioltosi proprio per questo motivo. Lo striscione era attaccato da questo gruppo che aveva fatto visita agli amici reggini. Fu la fine del gemellaggio. Giri di campo coi bandieroni sulla pista in Toro-Reggina 98/99, ultima giornata del campionato di B, classico “biscottone” che valse la Serie A per entrambe, con un “Delle Alpi” pieno come forse mai è stato; una gran bella festa per le due tifoserie allora gemellate. Tornando all’episodio del furto dello striscione, furono proprio i “Ragazzi della Maratona” del Torino a confezionare lo striscione “Cucn e Ragazzi: fratelli d’Italia”. Palermo: era un gemellaggio piuttosto sentito, per esempio gli Warriors Palermo riservarono ai reggini una splendida accoglienza per la partita di Coppa Italia Palermo-Parma del settembre ’91 ed anche per un Palermo-Messina di C1 nell’aprile ‘92. Più volte presenti anche i palermitani a Reggio (con Andria, ecc.), in particolare fu massiccio il loro apporto in un Reggina-Catania di C1. Il legame tra le due tifoserie risaliva agli anni 80, ma si è deteriorato con l’andar del tempo. Affinità politiche e tante rivalità in comune lo cementavano, poi sono cambiate le generazioni e, con l’andar del tempo, si è guastato. L’ultima volta (o sicuramente una delle ultime) che si è rinnovato, con consueti cori reciproci, giri di campo, scambio di sciarpe, sfottò contro i rivali comuni e partite amichevoli tra i gruppi, è stato nel 95/96. Le cose non sono andate più bene, secondo i reggini, per il comportamento ambiguo tenuto dai palermitani in una partita Palermo-Reggina alla “Favorita”. Si sono chiesti che gemellaggio è quando una curva ti fa mezzo applauso e l’altra fischia. Nel novembre 2013 una trentina tra bastoni e sbarre di ferro, assieme a bottiglie in vetro, nascosti all’interno di un aiuola sono stati trovati e sequestrati nelle adiacenze dello stadio “Granillo” dove si era svolto l’incontro di calcio Reggina-Palermo (vedi comunque sezioni “Rivalità” e “Liberi pensieri”). Siracusa: esisteva un vero e proprio gemellaggio, risalente agli anni 80-90. Una sincera amicizia tra “C.U.C.N.” e “Gioventù Sudista” Siracusa. In particolare, l’incontro di C1 del 24 maggio ’92, importantissimo per la salvezza di entrambe, vide recarsi in Calabria più di 500 ultras del Siracusa, che rimasero colpiti dalla grande accoglienza e gentilezza dei reggini, in virtù del gemellaggio, che, però, avrebbe potuto subire gravi danni vista l’importanza del risultato per le due squadre: chi avrebbe perso si sarebbe trovata in piena zona retrocessione. Nonostante questo il gemellaggio rimase, anzi, si rafforzò ulteriormente. Prima dell’incontro, molti reggini andarono in mezzo ai siracusani. Poi, una volta entrati nell’impianto, sono stati fatti i soliti giri di campo coi bandieroni, e poi cori contro catanesi e messinesi. Bello anche in seguito sentire i reggini che cantavano “Siracusa!” e, viceversa, i siracusani incitare la Reggina, che vinse 1-0. Ma i siracusani, pur col magone in gola, trovarono la forza per gridare ancora “Forza Reggina”, tanto che lo stadio si sciolse in un caloroso applauso verso di loro. Sicuramente fu una bellissima giornata di sport, finita con scambi di sciarpe, abbracci e reciproci auguri. Striscione “Gioventù” in Reggina-Nocerina 85/86. Peccato davvero che purtroppo che tutto è finito con una spaccatura, nel 1994/95. Adesso vi è una fiera rivalità. Cagliari: amicizia datata fine anni ’80, più o meno, con gli “Eagles Cagliari” che avevano stretto amicizia col “C.U.C.N.”, andando insieme a Sassari, città rivale per entrambe, nel maggio ’88. Avellino: feeling e simpatia sul finire
Cattivi rapporti sono scaturiti con i tifosi del Avellino, dal momento che Bari e Salerno, sono rivali da sempre degli Irpini
degli anni 80, poi svanita per il gemellaggio dei reggini coi salernitani, acerrimi nemici degli avellinesi. Sporting Gijon: intorno ai primi anni 90 il direttivo dei Crazy Group era amico degli spagnoli “Ultrà Boys Gijon”.
Rivalità: Messina: sicuramente la più sentita, campanilistica, quella del derby dello Stretto; i messinesi vengono chiamati
Curva sud Messina
“buddaci”, numerosi gli scontri e gli striscioni di sfottò in passato. A loro venne rubato lo striscione “Cep”, esposto in Reggina-Salernitana 2001-02 (vedi sezione “Liberi pensieri”). In un derby dello Stretto del 1990, successe il finimondo. Dalle h.13 alle 19 fu una vera battaglia, una guerriglia urbana, con oltre 100 feriti tra le forze dell’ordine. I facinorosi partirono dal settore della curva Nord per forzare il cancello, aggredirono i messinesi presenti in Tribuna e invasero il campo, scontrandosi con la polizia. Si tornò a casa a tarda sera, per poi




Nelle cinque immagini, scambi gratuiti di sfottò tra Reggini e Messinesi
ritrovarci alle 4 del mattino in Questura. Partirono quaranta diffide e denunce a piede libero. Dei quaranta fermi, molti erano del gruppo dei Boys. Balenò l’idea dello scioglimento del gruppo. Molti ragazzi si allontanarono, anche sotto la minaccia dei genitori. Per i Boys sembrava calato il sipario, ma tra mille difficoltà e vari stratagemmi fu deciso continuare a tifare. La domenica dovevano andare a firmare, ma non si presentarono, poi furono tutti scagionati. Un altro documento annullò l’obbligo di firma, ma confermava la denuncia. Si andò avanti così per 7 anni. Reggina-Messina è sempre stato un derby infuocato, forse uno dei migliori del meridione. Cosenza: storica rivalità, per motivi politici e campanilistici, ora meno sentita
Un altro derby sentitissimo è quello con il Cosenza, un uno dei tanti motivi ad esempio è perché i Silani hanno cattivi rapporti con i Catanzaresi
che in passato. Ai reggini rubarono lo striscione “Boys” a fine anni 80, esposto in Cosenza-Monza 88/89 con tanto di coro a presa in giro. Anni fa, in un Napoli-Cosenza, due ragazzi di Salerno andarono sotto il settore cosentino e tirarono via lo stendardo “N.S.”, acronimo di Nuclei Sconvolti, tutto avvenne troppo in fretta per una pronta reazione. Fu esposto poi in un Cosenza-Reggina 98/99. Lo striscione “Brigate Rossoblù Cosenza” finì in mano agli empolesi, in strane circostanze, ed esposto in un Reggina-Cosenza 90/91. In Cosenza-Reggina 95/96, i padroni di casa espongono striscioni di sfottò, tipo “Dio non salvi la Reggina”, poi lancio di oggetti durante la gara e, alla fine, scontri tra cosentini e polizia che carica e lancia lacrimogeni ad altezza d’uomo. Nell’89/90 i derby contro il Catanzaro furono due feste, al “Militare” andarono in 5mila nell’anno in cui i casentini si videro a Reggio, presenti; decisero di venire in cento e scortatissimi, dopo averci pensato 10 anni.. Furono sistemati in un angolo della Gradinata, avevano molte sciarpe del Genoa e della Ternana, comunque sfatarono un tabù. I cosentini rischiarono grosso ma i reggini non sapevano ancora che erano stati loro gli artefici del furto notturno di sei striscioni amaranto all’interno dello stadio reggino. I reggini erano sicuri che quel gesto, poco ultras e molto infame, fosse opera dei messinesi, ma scoprirono tutto quando gli striscioni amaranto furono esposti dai “Nuclei Sconvolti” nella loro curva. Certo i cosentini, almeno nei messaggi che espongono non le mandano a dire; in Cosenza-Reggina 98/99: “Disegnate scacchiere, sognate l’arrembaggio, ma di scendere dal treno vi è mancato il coraggio”, “Che brutto scherzo ti ha fatto la natura o camerata dalla pelle scura”, “Ti commenti da solo”, “Salutateci i cammelli”, ecc. Catania: rivalità antica, risalente come minimo agli anni 70, di campanile. Ai catanesi, in uno dei tanti scontri intercorsi in passato, venne rubato lo striscione “Catania”, esposto poi in Reggina-Catania 87/88. Nel 98/99, diretti ad Andria, i calabresi incontrarono gli “Irriducibili” Catania. Dagli insulti ai fatti, a colpi di cinture ed aste. Arriva la polizia che spara colpi in aria, poi dei catanesi nessuna traccia. Palermo: da gemellaggio a recente, sentita rivalità nel giro di poco tempo. Ai siciliani è stato rubato lo stendardo “Palermo nel cuore”, esposto in Reggina-Palermo 04/05. Crotone: vecchia rivalità, i reggini chiamano “zingari” i crotonesi, i vecchi derby sono sempre stati infuocati, numerosi gli scontri e gli striscioni offensivi in passato. In Reggina-Crotone, 1° turno di Coppa Italia 13/14, nell’agosto scorso, la Sud accoglie i rivali con la scritta “Fai il rivale…ti presenti scortato, ma lo scontro l’hai mai usato??”. Frosinone: vecchie ruggini: nell’87, in un Frosinone-Reggina, i ciociari bruciarono lo striscione “Boys”, all’esordio in trasferta in assoluto, e altro materiale. I reggini non riuscirono nemmeno a vedere la
Frosinone: I Reggini hanno la rivalità,  sopratutto per il rapporto di gemellaggio con i tifosi del Latina
partita, perché appena arrivati vennero subito assaliti, in un clima davvero ostile. In curva li aspettavano una 50ina di ultras locali, ma i reggini peccarono di presunzione attaccando gli striscioni al di là della rete. Una pioggia di sassi scagliata dai frusinati all’improvviso, anche dalla tribuna, chiuse i reggini tra due fuochi; la polizia fu costretta ad aprire i cancelli e a manganellate li spinse fuori lo stadio. Si salvò solo lo striscione “Cucn-Centro Italia”. Gli altri striscioni entrarono in possesso dei tifosi locali che li bruciarono nella loro curva. I reggini non rientrarono dentro lo stadio e uno di loro rimase all’ospedale e perse un occhio, ferito da un sasso. Al ritorno i frusinati pensarono bene di non presentarsi; comunque a Reggio le accoglienze ai ciociari sono sempre state brutte. Furibondi anche gli scontri in terra laziale del settembre 2009. Lecce: nel maggio ’05 scontri violenti nel piazzale sotto la Nord a Reggio e al parcheggio Botteghelle. Forse gli ultimi scontri veri a Reggio. Verona: fortissimo odio, rivalità antica, alimentata anche dallo spareggio-salvezza in A del 2001, ma tra i tanti “incontri ravvicinati” spicca quello del marzo ’96 a Reggio, dove non videro neanche la partita, perché, così si narra, ad aspettarli c’erano circa 300 ultras reggini; il loro comportamento fu invece quello di aggredire ragazze e passanti, evitando gli ultras. Il C.u.c.n non aveva niente da dimostrare a nessuno, cercando lo scontro solo con gli ultras; i veronesi hanno poi rubato lo striscione “Solo Reggio”, esposto in un Reggina-Hellas Verona del 2000-01. Momenti di tensione anche nell’88/89, durante il corteo dei veronesi verso lo stadio che gridano “terroni, terroni”. Juve: rivalità nata con la Reggina in Serie A, già dal primo anno (99/00). Striscione “Genova” degli juventini rubato, esposto in un Reggina-Juve. Atalanta: fiera
Curva Nord Atalanta
rivalità; incidenti in Coppa Italia, in campo neutro, nel 04/05 e altre volte in passato. Inter: rivalità piuttosto recente; a loro rubarono, in un dopogara della stagione 2002-03, la bandiera “Curva Nord” Inter, esposta poi in Reggina-Inter 05/06, e lo striscione di un club nel prepartita di Reggina-Inter 05/06, esposto durante la gara stessa. Perugia: rivalità ormai vecchia; a loro vennero rubati, in un Reggina-Perugia 2000-01, gli stendardi “Perugia cosmico” e “Gruppo di Spinta”. Nel ’94 i Grifoni furono accolti benissimo a Reggio C., da veri fratelli, visto anche il gemellaggio che avevano coi salernitani, tanto che, a fine partita, c’è pure uno scambio di sciarpe e una bevuta insieme. Ma al ritorno i reggini, arrivati con un treno speciale, cinque pullman e diverse auto, non vengono ripagati della solita moneta, anzi, vengono accolti da scritte “Benvenuti africani” e, appena entrati allo stadio, vengono offesi da cori razzisti, anche se il fotografo dell’Armata Rossa Pg disse loro che i gruppi sono tanti ed ognuno pensa alla sua maniera. Boh. Napoli, sfida sempre verace e spesso condita da incidenti. Avellino: rivalità di carattere sportivo, risalente agli anni ’90, in cui le due squadre si sfidavano spesso nei testa a testa per la Serie B. Ad Avellino, Serie B 95/96, Carminello, storico leader della curva reggina, all’apice della sua carriera da ultrà, scavalca il fossato e, da solo, si dirige lentamente verso la Sud fino a metà campo, poi si mette a correre velocissimo, arriva sotto il settore e comincia a staccare lo striscione “Cruels”, con gli avellinesi basiti, allibiti. Le f.d.o. poi arrivano e lo bloccano. Ma erano altri tempi…Parma: nell’88/89 addirittura in treno speciale per Parma. Violenza gratuita: automobili con vetri in frantumi, biciclette e vetrine spaccate, passanti picchiati e scontri sul treno con la celere prima di ripartire. Durante la gara dagli spalti piove di tutto al primo gol subito dalla Reggina. Ma è fuori dallo stadio che si registrano gli episodi più gravi. Al Pronto Soccorso arriva anche un tifoso della Reggina. Gravissimi atti di vandalismo lungo i viali che portano dallo stadio alla stazione ferroviaria. Gli oltre 4mila reggini arrivati a Parma erano decisamente troppi per consentire un controllo efficace da parte delle forze dell’ordine. Ternana, scontri furibondi sul terreno di gioco nel maggio 2002 a Terni, coi reggini in 3000, affiancati dagli allora gemellati romanisti, che fecero invasione di campo per festeggiare il ritorno in Serie A. Botte da orbi, i ternani non sopportarono l’esultanza reggina, ma fuori lo stadio non si videro. Scaramucce anche ad inizio anni 90. Licata: verso fine anni 80 accaddero incidenti dopo la partita Reggina-Licata. Un gruppo di tifosi ha lanciato sassi contro il pullman dei giocatori del Licata. Un ragazzo di 16 anni è stato raggiunto da un candelotto lanciato dalla polizia nel tentativo di disperdere un gruppetto di facinorosi, che aveva bloccato una strada adiacente lo stadio a conclusione del match. Matera: nel 1993/94 incidenti a Matera: le scaramucce accese nel finale di gara, sono proseguite dopo, costringendo le f.d.o. a effettuare alcune cariche. Nel bilancio finale: una ventina di tifosi fermati per accertamenti, mentre un carabiniere e un poliziotto sono rimasti contusi. Dopopartita da guerriglia urbana. Taranto: incidenti a Taranto-Reggina 88/89 sugli spalti. I tarantini sono entrati in possesso e hanno esposto allo stadio gli striscioni “Forza Reggina club Amato” e “U.R.C Accariello”. Genoa: nell’88/89 Genoa-Reggina si giocò sul neutro di Alessandria. I reggini trovarono allo stadio molti compaesani residenti al Nord. Fuori lo stadio, mentre s’aspettava l’apertura dei cancelli si avvicinano ai reggini senza motivo una decina di genoani, teste rasate propriamente chiamate “Red Skins”. Dagli insulti verbali si passò subito ai fatti e un reggino venne ferito da una bottiglia in testa. Perdeva tantissimo sangue; i reggini erano di più ma stavano avendo la peggio. I genoani però alla vista delle lame si ritirarono. Brescia: era nato intorno al ’90 un rapporto amichevole tra Skinheads Ultrà Brescia e Kaos Korps Reggina. Ma nell’88/89 a Brescia trovarono una città tutt’altro che amichevole, ma uniti e compatti, i reggini caricarono gli ultras Bs fin sotto la loro curva. Una 50ina i reggini, una 30ina i bresciani facenti parte lo scontro. Tafferugli anche nel 2004. Sampdoria: rubato ai doriani in un Reggina-Samp 04/05 lo striscioncino “Hell’s” degli “Hell’s Angels”, esposto in Reggina-Samp 05/06 e 06/07 Giarre, bandierone siciliano rubato in Giarre-Reggina 91/92 ed esposto in Reggina-Fano dello stesso anno. Torres: vecchi dissidi, risalenti a molti anni fa, intorno agli anni 80-90. Rivalità comunque all’epoca abbastanza sentita. Livorno: gara di Coppa Italia a Livorno nel ’98, la prima ufficiale in terra labronica. Una decina di reggini vengono avvicinati e ne nasce una maxiscazzottata, senza davvero nessun motivo. Entrati allo stadio vengono aggrediti con cori offensivi, stranamente, visto che non si erano mai incontrati prima. Brindisi: incidenti di rilievo nell’87/88.



PALMARES:La Reggina come squadra ha un palmares molto povero, ovviamente non ha avuto grandissimi successi. Nella sua bacheca sì può vantare 3 campionati di serie C, il primo vinto nel 1964-1965, il secondo nel 1983-1984, il terzo nel 1994-1995( grandissimo testa a testa contro l'Avellino). Da aggiungere in oltre che nella sua storia può vantare nove presenze in seria A.
Vi aspetto fra 6 giorni con l'ultimo numero de ''La Baronata''


BARONE FERDINANDO.


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