''LA
BARONATA''
A
CURA DI: BARONE FERDINANDO
IL NOSTRO
AVVERSARIO:REGGINA
E' proprio il caso di
dirlo, la Reggina quest'anno ha gettato definitivamente la spugna,
una squadra che era partita ad inizio stagione secondo le parole del
patron Foti, che doveva salire in serie A, ed onorare al meglio la
nostra storia ''centenaria'' invece, la squadra amaranto è
retrocessa in lega pro(ex serie C), fatale è stata la sconfitta
contro lo Spezia, dal momento che la lega serie B gli ha inflitto una
penalizzazione per illeciti sportivi di tre punti, a questo punto tre
punti in meno e retrocessione anticipata, una squadra che quest'anno
ha mancato di lucidità, gli innesti non erano quelli giusti, troppe
promesse in un ambiente come quello reggino, che dai tempi della
serie A che non ha più voglia di commentare, gli ultimi anni
fallimentari della società calabrese, un ultima gioia finita male,
il playoff contro il Novara, che non ha portato la gioia sperata, da
quella sera sì è aperta una ''highway to hell'' verso la serie C,
ultime due stagioni discrete, l'ultima la condanna definitiva, ci
domandiamo, ma come mai tutto questo? Cosa ha fatto Foti per non far
decollare una società che merita sicuramente altri palcoscenici che
una ''lega pro'' ormai raggiunta? Sicuramente i soldi, squadra dove
più volte è stata messa in discussione ed in ballo su quale
acquirente, venisse ad investire nel dopo Foti, le continue promesse
mai mantenute, i tifosi hanno spesso minacciato, e lo slogan secondo
loro più logico era: andate a lavorare, voi non meritate Reggio
mercenari! Non solo non è bastato neanche lo sfogo di un disperato
Gagliardi durante la conferenza stampa di Reggina – Varese, in cui
più di una circostanza, spiegava che a Reggio non bisogna vivere di
soli sogni e di passato, ma bisogna andare avanti e credere nella
squadra standogli vicino, niente e nessuno ne ha voluti sapere. Così
la Reggina dopo la bellezza di quasi vent'anni torna in serie C, in
quella categoria dove la Reggina, non gli avrebbe voluto metterci più
piede. Partiamo con l'analizzare la stagione degli amaranto.
Vittorie in casa: 4
Pareggi in casa: 6
Vittorie fuori casa: 2
Pareggi fuori casa: 5
Sconfitte in casa: 10
Sconfitte fuori casa:
13
Totale: 6 vittorie, 11
pareggi, 23 sconfitte, con 37 gol fatti e 65 subiti(peggio ha fatto
solo la Juve Stabia), differenza reti -28.
STORIA: La
Reggina Calcio, maggiore realtà sportiva della città di Reggio e
della Regione Calabria, grazie alla propria gloriosa storia ed allo
straordinario seguito popolare di cui dispone, gode di visibilità
nazionale ed internazionale tali da poter esser considerata veicolo
della “calabresità” positiva in Italia e nel Mondo.
11/1/1914 NASCE LA REGGINA
Anno 1914, nasce la Reggina. L’undici gennaio, pochi “coraggiosi” fondano l’Unione Sportiva Reggio Calabria, primo antenato del club che oggi rappresenta la città. Anni difficili durante i quali soltanto un’incontrollabile voglia di calcio riusciva a fronteggiare la mancanza di fondi e strutture. Nei primi 30 anni di vita si susseguono i cambi di denominazione di un club impelagato nei campionati interregionali.
LA PRIMA VOLTA IN C
La prima promozione in C arriva nel 1938: una fugace esperienza perché, al termine della stagione successiva, la Reggina torna in IV serie.
LA PRIMA IN B E L’ERA GRANILLO
Il primo grande, storico traguardo arriva al termine della stagione 64-65. La Reggina del Presidente Oreste Granillo, cui oggi è intitolato lo Stadio, conquista la Serie B. Seguono nove campionati cadetti: nel primo la Reggina sfiora addirittura una clamorosa promozione in A. Tutto cambia negli anni 70. La Reggina precipita nuovamente in C. Resterà, altalenando la C1 alla C2, lontana dalla B per 14 anni.
NASCE LA REGGINA CALCIO
L’AS Reggina, trovatasi in grave difficoltà economica, viene rifondata da un gruppo di giovani ed ambiziosi imprenditori reggini. Assume il nome di Reggina Calcio mantenendo il titolo sportivo della precedente società.
L'ATTESO RITORNO IN B
La Reggina, terza classificata nel girone B della Serie C1, sfida la Virescit Boccaleone nello spareggio promozione a Perugia. Decidono le reti di Bagnato e Catanese, gli amaranto riconquistano la B dopo 14 anni trascorsi nella polvere della C1 e della C2. Il successo, storico, è salutato da 20.000 reggini giunti nel capoluogo umbro per sostenere la squadra allenata da Nevio Scala verso l’impresa.
NASCE IL CENTRO SPORTIVO S.AGATA
Esempio della programmazione societaria amaranto, Centro Sportivo di primissimo livello in Italia, assoluta eccellenza nel meridione, risponde a tutte le esigenze sportive e direzionali del club. Ideato e progettato al termine degli anni '80 su un’area abbandonata a ridosso del torrente S.Agata, nella zona sud della città sorge la casa della Reggina.
SPAREGGIO DI PESCARA
La prima stagione tra i cadetti è esaltante e porta la Reggina alle porte del sogno Serie A. La Reggina arriva quarta a pari merito con Cosenza e Cremonese. Ancora uno spareggio, questa volta contro i grigiorossi a Pescara. Ancora un esodo di tifosi calabresi al seguito: oltre 23000 i cuori amaranto sugli spalti dell’impianto abruzzese. La Reggina si piega soltanto ai rigori, svanisce all’Adriatico il miracolo che aveva riunito una città nella rincorsa verso “l’impossibile”.
LA NUOVA PROMOZIONE TRA I CADETTI
La Reggina retrocessa in C nel '91, inizia a gettare le basi di un progetto che permetterà al Club di raggiungere risultati insperati negli anni successivi. Nel 93-94 conclude seconda il campionato dopo aver conteso a lungo il primo posto, e la promozione diretta, al Perugia venendo poi beffata dalla Juve Stabia nei playoff. Salto di categoria rimandato di una sola stagione quando gli amaranto dominano il campionato trascinati dal capocannoniere del torneo, Alfredo Aglietti, che con 20 centri sarà decisivo per riportare la squadra dello Stretto tra i cadetti.
13/6/1999 LA PRIMA VOLTA IN SERIE A
Il campionato di Serie B 98-99 vede gli amaranto protagonisti di una cavalcata esaltante che porta Reggio Calabria a poter cullare, nuovamente, la possibilità di raggiungere l’Olimpo del calcio tricolore.
Quel giorno arriva. E’ il 13 giugno dello stesso anno.
Al Delle Alpi la Reggina conquista, per la prima volta nella storia, la Serie A. Gli amaranto superano il Torino e mandano in delirio i 30.000 tifosi amaranto che affollavano le tribune della cattedrale piemontese. Centinaia di migliaia di persone si riversano sul Lungomare di una Reggio, forse mai unita come in quel giorno, che inizia una nuova entusiasmante storia sportiva ed esige quell’opportunità di riscatto sociale a lungo attesa. Vince la Reggina, che nel 2000 siederà al tavolo delle grandi, da parigrado, guardando in faccia una realtà che sembrava non dover arrivare mai.
LA PRIMA SALVEZZA IN A
Il battesimo in Serie A si tiene sempre a Torino il 29 Agosto 1999. Questa volta l’avversaria è la Juventus. L’incredibile risultato finale si legge d’un fiato: 1-1, gli amaranto impongono il pari alla Vecchia Signora. La prima partita nel nuovo stadio intitolato a “Oreste “Granillo” è Reggina-Fiorentina: l'impianto è stracolmo, “un vulcano”, come lo definì la Gazzetta dello Sport: sarà uno storico 2-2. Gli amaranto, accompagnati in partenza dalla diffidenza degli addetti ai lavori, raggiungono la salvezza addirittura con una giornata di anticipo pareggiando in casa con l’Hellas Verona per 1-1.
SPAREGGIO CON L’HELLAS VERONA
Otto sconfitte consecutive nelle prime nove giornate di campionato cui la Reggina contrappone la forza delle idee e della progettualità. Nessun esonero, nessun ribaltone: gli amaranto proseguono dritti per la propria strada e risalgono la classifica fino a guadagnare l’accesso allo spareggio salvezza con l’Hellas Verona.
L’andata è al Bentegodi, vincono i veneti con un gol di Laursen. Al ritorno al Granillo la Reggina passa con Zanchetta e Cozza ed accarezza il sogno, è Cossato ad una manciata di minuti dalla fine a spezzare l’incantesimo. L’amarezza e la rabbia per una retrocessione immeritata si trasformano in energia per la stagione successiva…
LA REGGINA TORNA IN A
Non accetta il verdetto del campo che l’ha restituita alla Serie B: la Reggina reagisce con orgoglio, domina il campionato e torna immediatamente nella massima serie del calcio italiano. Un’impresa difficilissima, riuscita a pochissimi club retrocessi. Una nuova festa colora di amaranto Reggio Calabria, il Club dello Stretto torna tra le grandi.
L'IMPRESA NELLO SPAREGGIO CON L’ATALANTA
Amaranto nuovamente in A, ancora una volta uno spareggio nel destino. Al termine di una stagione ricchissima di emozioni, la Reggina sfida l’Atalanta per restare in Serie A. Gara di andata al Granillo che si conclude con un timoroso 0-0, il verdetto è rimandato all’Atleti Azzurri d’Italia. Un nubifragio costringe le squadre al rinvio dell’incontro, Reggina e Atalanta scendono in campo il giorno successivo: lo stadio è stracolmo, Natali sblocca l’incontro per la Dea. Non mollano gli amaranto che con l’orgoglio ed un gioco brioso trovano il pari con Cozza. L’apoteosi è la rete di Bonazzoli: la Reggina sbanca lo stadio di Bergamo, scaccia le streghe e resta in A.
LA REGGINA PIEGA LA JUVENTUS
Una notte storica. Al Granillo arriva la Juve schiacciasassi di Fabio Capello, la Reggina ha appena perso il derby con il Messina: il pronostico sembra scritto. Eppure, la Juve che fino ad allora aveva subito soltanto due gol in tutto il campionato ne subisce altrettanti in un tempo solo dagli amaranto. La Signora scivola a Reggio, è il tripudio di un Granillo infuocato.
REGGINA PADRONA DELLO STRETTO
30/4/2006. Data indelebile, che segna il recente passato della storia della Reggina. Il campionato volge al termine, al Granillo è di scena la rivale di sempre: il Messina. Un derby dello Stretto dal valore incommensurabile, forse il più importante mai disputato. La sconfitta, o la vittoria, può determinare le sorti delle squadre. Andrà esattamente così: la Reggina si impone con un rotondo 3-0 ed ottiene la salvezza, il Messina retrocede proprio nel tempio del calcio reggino. La Curva Sud srotola una gigantesca “B” giallorossa per celebrare l’evento.
27/05/2007 IL PRIMO “SCUDETTO” DELLA STORIA AMARANTO
Una delle più avvincenti, incredibili, emozionanti, significative storie mai raccontate dal calcio italiano. All’inizio della stagione, la Reggina giace sul fondo della classifica gravata da una penalizzazione di 15 punti. Il coro è unanime: la Reggina è condannata alla B! L’ingiustizia della penalità inflitta è direttamente proporzionale all’orgoglio messo in campo dagli amaranto, protagonisti di una cavalcata clamorosa. Nella Reggina gioca la coppia gol più prolifica del campionato (Bianchi e Amoruso, 35 gol totali), sono 51 i punti totali conquistati con imprese storiche quali la vittoria sulla Roma, le 4 reti rifilate al Catania, il nuovo successo sul Messina, la rimonta da 0-3 a 3-3 sul campo dell’Empoli alla penultima giornata. Il calcio sa esser poesia ed il miracolo si compie al Granillo, nell’ultima giornata, quando la Reggina batte 2-0 il Milan Campione d’Europa e conquista la salvezza.
I PLAYOFF E LA NOTTE DI NOVARA
La Reggina tornata in B nel 2009 è reduce dal proprio primo, drammatico campionato cadetto. Il sogno di una nuova, immediata promozione è svanito. E’ tempo di rifondare. La Reggina, come sempre nei momenti di difficoltà, si affida alla forza delle proprie idee e ad un nuovo progetto tecnico capace di valorizzare i prodotti del proprio eccellente settore giovanile. A fari spenti, gli amaranto scalano le posizioni della classifica, accrescono le proprie sicurezze e l’autostima, riavvicinano il popolo amaranto. La sesta posizione vale l’accesso ai playoff promozione. La gara di andata con il Novara, terminata 0-0, sarà ricordata per il calore ed il sostegno incessante di un Granillo gremito da 20000 tifosi. Al ritorno in Piemonte la Reggina ha un solo risultato a disposizione: la vittoria. Al 90’ gli amaranto sono ad un passo dall’impresa: vincono 2-1 quando un destro al volo di Rigoni, bello e irripetibile, porta il Novara al turno successivo. La Reggina è eliminata ma al ritorno a Reggio è accolta dai propri tifosi in aeroporto i quali salutano i ragazzi con un lungo applauso, testimonianza di come anche una sconfitta, dopo aver gettato in campo ogni goccia di sudore, possa esser apprezzata ed encomiabile.
IL CENTENARIO:
1914-2014 ''UN
SECOLO AMARANTO''
Undici gennaio 1914,
undici gennaio 2014: cento anni di vita, di battaglie, di gioie ma
anche di dolori, con gli indimenticabili anni della serie A, proprio
nel 2000, le tante promozioni in B, ma anche le numerose amarezze
legate alle retrocessioni.
Intro del sito internet Reggino |
Gli auguri verso i Reggini |
Lettera di augurio di Don Giovanni Zampaglione |
Le divise della Reggina in occasione del Centenario |
Tanto dilettantismo per
cominciare, nei primi anni di vita, poi la serie
semiprofessionistica, fino alla prima promozione in B, torneo
professionistico, con Oreste Granillo presidente, Enzo Dolfin
direttore sportivo e l’indimenticato Tommaso Maestrelli,
allenatore. La Reggina è stata anche allenata dagli Oronzo Pugliese,
Fulvio Bernardini, Armando Segato, Albertino Bigon, Nevio Scala,
Franco Colomba, Bruno Bolchi, Gigi De Canio, Walter Mazzarri. Tutti
hanno legato il loro nome alla Reggina in un modo o nell’altro:
Maestrelli alla prima promozione in B, Bolchi alla prima promozione
in A. Franco Colomba al primo torneo di A, ed anche al ritorno nella
massima serie, Mazzarri alla salvezza partendo da -11.
Numerosi i presidenti
da ricordare dopo il primo in assoluto, Paolo Vilardi. Ci limitiamo
ai più recenti, i più vicini alla realtà dei tifosi di oggi: primo
in assoluto, Oreste Granillo ma anche Amedeo Matacena, Ugo Ascioti,
Umberto Nava, Ivan Morace, Pino Benedetto e Lillo Foti, quest’ultimo
oggi, solo il maggiore azionista per vicende che hanno messo a nudo
qualche ruga di questa squadra centenaria. Un po’ di cipria non
guasta, la Reggina vuole ringiovanirsi nel girone di ritorno. Il
patron, Lillo Foti, fruga nei resti del mercato, frustrato dalla
crisi, per cercare di rinverdire gli allori. Bisogna trovare i nuovi
protagonisti in amaranto, per riscrivere la storia dei duecento anni,
gli emuli dei Pirlo, grande regista in serie A, degli Amoruso,
marcatore d’eccellenza, dei Kallon, autore del primo gol in A,
contro la Juventus, sul campo della signora, per quel pareggio allo
stadio “delle Alpi” che rimane scolpito nella storia.
Quanti bei ricordi
anche prima della serie A, col mitico capitano reggino, Alberto Gatto
e quel Bercarich che tutti sognano al centro dell’attacco. Sarebbe
impossibile nominarli tutti, quei protagonisti in campo, sulla
panchina e dietro la scrivania. Da non dimenticare il ‘diesse’ di
una vita, Franco Iacopino, il capitano, Ciccio Cozza, che ha
ereditato la fascia dai Gatto, Poli e Giacchetta.
PERSONAGGIO
CHIAVE:PASQUALE FOTI
Nato a Reggio Calabria
nel 1950, nel 1986 diventa amministratore delegato della società
sportiva Reggina Calcio. Dal 1991 ne diviene il presidente e nella
stagione 1998-1999, sotto la sua presidenza, la Reggina conquista la
sua prima promozione in Serie A, in cui ha militato nove anni fino
alla stagione 2008-2009. Dal 5 novembre 2013 non è più
ufficialmente presidente della società, rimanendo comunque azionista
di maggioranza.
La sua attività comprende la gestione di numerose
attività commerciali, specialmente nel settore dell'abbigliamento.Pasquale Foti presidente dal 1986 |
L'8 novembre 2011 è condannato dalla nona sezione del tribunale di Napoli ad 1 anno e sei mesi di carcere per il reato di frode sportiva, confermando il suo coinvolgimento nello scandalo calciopoli, nonché ad una multa di 30.000 euro.
Nel corso della stagione ha espresso più volte il desiderio di vedere per il centenario della Reggina una promozione in serie A, ma purtroppo ha causa di una campagna acquisti non all'altezza, la squadra retrocede con 4 turni di anticipo, anche per via dei tre punti di penalizzazione, e così Foti non ha potuto realizzare il suo sogno. Ha pure più volte detto: lascio la società.. Ma il legame che tiene Lillo Foto col club dello stretto è troppo forte, lo considera più familiare che imprenditoriale.
DOLCI RICORDI: CICCIO
COZZA
Francesco Cozza è un
giocatore amato/odiato dal pubblico amaranto. E' una bandiera della
squadra reggina, essendo stato il protagonista degli anni più belli,
fin ora, della storia della squadra, gli anni di serie A. Ha
contribuito alla prima storica promozione ed è stato un uomo di
punta di almeno cinque stagioni, accompagnate da relativa permanenza
nell'Olimpo del calcio. Ma tra il popolo, quello che crea gli idoli o
non vanno a
genio i personaggi spigolosi, Ciccio Cozza non risulta
fra i più simpatici. Anzi, tutt'altro, risulta descritto come "una
persona che ha cercato, quando ha potuto, di guastare l'armonia nello
spogliatoio. Ha minato la tranquillità del gruppo, con le sue
continue richieste di giocare sempre e comunque da titolare".
Voci e presunte dicerie che si sono rincorse sempre tra gli ambienti
degli appassionati amaranto, ma che in effetti non è che abbiano
molto seguito. Cozza, nel male e sopratutto nel bene, è un
calciatore a cui la società Reggina deve molto e la Reggina è una
squadra che da Cozza ha preteso, come è giusto che sia. Infatti, è
la Reggina che ha allevato, svezzato ed infine lanciato Ciccio nel
calcio che conta, proteggendolo prima e poi accompagnandolo nel
viaggio verso l'universo Milan, una dei principali club del mondo.
Descritto da Berlusconi in persona, come l'erede di Demetrio
Albertini, Ciccio non ha mai esordito tra le fila rossonere e ha
dovuto girovare per l'Italia, tra Reggio Emilia, Vicenza, Lucca,
Cagliari e Lecce, per doversi guadagnare la sua pagnotta calcistica.
Ma, accanto a lui, come una madre putativa deve saper fare, come un
angelo custode che si rispetti, la sua casa, la Reggina, era sempre
presente, a seguire i progressi di un suo figlio, uno del
"Sant'Agata". Per poi riaccoglierlo a braccia spalancate.
E' il gennaio 1999, la Reggina inizia a sognare una possibile
promozione in serie A e il tandem Foti-Martino, pensa di dover dare
più sostanza e qualità ad una già buona formazione. Nel motore
della squadra di Gustinetti, mettono un Cozza, reduce da buone
stagioni in Salento. Due reti in quel campionato indimenticabile per
i colori amaranto: una splendida alla "Del Piero", in un
Brescia-Reggina 2-3, e l'altra il 13 giugno a Torino, nella giornata
dello storico accesso tra i maghi del pallone italiano, il rigore del
momentaneo 0-1. Confermato anche nella prima stagione di A, Ciccio
parte dapprima in panchina, causa anche la presenza di un certo
Andrea Pirlo, che quando cala di condizione e di rendimento, è
sostituito dal nostro, che alla fine firmerà due reti, una delle
quali all'Olimpico, nell'indimenticabile 0-2. La stagione successiva
colleziona molte più presenze, 32, ma non riesce ad evitare il
ritorno tra i cadetti, nonostante i suoi 5 gol totali. Il ritorno nel
purgatorio della B, dura solo lo spazio di un'annata, visto che anche
grazie alle sue 7 reti in 26 presenze, unite a numerose giocate
d'alta scuola e di pregevole fattura, contribuiscono all'immediata
risalita. Ciccio diventa il capitano e la guida carismatica del
gruppo, che quando c'è da prendersi le responsabilità se le prende,
da esemplare capitano. Come quando il pubblico fischia la squadra e
lui non nasconde il suo dissenso. E' la prima di una serie di rotture
del rapporto tra tifosi e il calciatore. Questo è Ciccio Cozza:
vero, sincero e senza peli sulla lingua. Nonostante un addio
annunciato, Cozza resta in amaranto e nel ritorno in A si dimostra
sempre decisivo e pronto a cogliere il momento giusto: 2 giugno,
Bergamo, gara di ritorno dello spareggio per non retrocedere tra
Atalanta e Reggina, Ciccio firma il gol dello 0-1, che risulterà
decisivo ai fini della salvezza amaranto. Il Re ha conquistato la
Reggina. La stagione seguente realizza ben 8 reti, bottino niente
male per una mezzapunta e non un vero bomber. La salvezza arriva un
pò più tranquillamente, ma subito dopo il termine del campionato,
il presidente Foti accetta una ottima offerta del Genoa e Cozza
matura la seconda separazione dalla sua Reggina. In Liguria,
colleziona solo 5 presenze e nel gennaio 2005, torna in serie A, al
Siena questa volta, in cui disputa 13 incontri con 2 reti all'attivo.
Nel settembre 2005 si consuma il ritorno in maglia amaranto. La
stagione è dura, deve riciclarsi come prima punta, ma lui offre una
stagione davvero brillante, dove, in tandem con Amoruso, realizza 9
reti, il miglior bottino in carriera, tra cui due al Messina, una
rete all'andata e una al ritorno. Il Siena, viste le straordinarie
prestazioni del giocatore, lo rivuole nella rosa e in amglia
bianconera, il feeling con i tifosi non risulterà mai
idilliaco(anche qui) e si dichiara contento di terminaere l'avventura
in Toscana, alla scadenza del contratto. Per la terza volta, sceglie
di tornare in riva allo Stretto, dove deve fronteggiare l'ennesima
stagione tribolata, dove però si ottiene una grande salvezza e dove
Cozza, in 27 presenze realizza 6 centri, uno dei quali
nell'importantissima sfida a Catania, gara vinta dagli amaranto e
fondamentale in chiave salvezza. L'ultima stagione, quella della
seconda retrocessione, Ciccio non ha molta incidenza e tra infortuni
e una forma non sempre al top, colleziona 27 presenze con 4 reti
all'attivo. Con il ritorno in B, non vi sono i presupposti per
restare in amaranto e il giocatore originario di Cariati, opta per
l'approdo alla Salernitana. Reggio resterà per sempre la sua casa ed
è la città in cui ha deciso di vivere dopo la fine della carriera,
ma crediamo che sia giusto, vista la passione messa a disposizione
dei colori amaranto, dell'impegno e del sacrificio del calciatore e
dell'uomo Cozza, aplaudire Ciccio non appena attraverserà il tunnel
e entrerà sul campo di gioco del Granillo. Sarebbe come dire grazie
ad un simbolo della Reggina e della sua storia.
I PRECEDENTI: La
Reggina torna a sfidare l'Avellino al partenio, dopo quasi 20 anni.
L’ultimo confronto, infatti, andò in onda il 26 novembre del 1995,
in Serie B, quando i biancoverdi si imposero con un netto 3-0 grazie
alla doppietta di Tosto e al gol di Criniti. Il bilancio dei
precedenti sorride decisamente ai lupi, che hanno collezionato sette
vittorie, sette pareggi e due sconfitte, l’ultima nel torneo di C1
94/95 quando
Nelle due immagini la rete di Alfredo Aglietti, che grazie a questo gol mise un mattone in più per la serie B |
La partita di andata
che sì gioco a Santo Stefano, finì 1-1 con reti di David Di Michele
all'inizio partita, e poi pareggio di Galabinov nella ripresa dopo
aver trasformato un calcio di rigore, che secondo i Reggini il fallo
dato dall'arbitro, fu molto
Schiavon(Avellino) in contrasto con Miguel Maza(Reggina) |
Rigore trasformato da Galabinov(Avellino) |
Vantaggio della Reggina con Di Michele |
Pisacane(Avellino) impatta duramente su Di Michele( Reggina) |
CONVOCATI: Mister
Gagliardi non potrà potrà contare su gli squalificati Maicon e
Pambou, dal momento che son stati squalificati contro il Cesena, c'è
un piccolo nocciolo da sbrigare se ci sarà Di Michele, Strasser, e
Gerardi, scelte ancora inspiegabili dal momento, che la rosa della
Reggina, non dispone di grandi campioni, staremo a vedere.
FORMAZIONE:
Questa è la formazione che sicuramente la Reggina metterà in campo:
Modulo (5-3-2) con: Pigliacelli; Di Lorenzo, Coppolaro, Lucioni,
Bochniewicz, Contessa; Frascatore, Dall'Oglio, Barillà; Sbaffo,
Fischnaller.
GIOCATORI CHIAVE: Come
di consueto nella ''Baronata'' seleziono sempre i giocatori che
secondo me, sono gli elementi chiave della rosa, il primo è: Daniel
Adejo, classe 1989 nato in
Nigeria, oramai un veterano della difesa
amaranto, ha esordito con la Reggina nel 2007 dove viene notato da
Simone Giacchetta, altra grande bandiera del calcio reggino, Adejo
esordisce nel 2009 in un Reggina – Fiorentina, da quel momento è
diventato giocatore irremovibile nonché pilastro della difesa.
Dotato di notevole corsa, concentrazione e tenacia, è possente
fisicamente e abile nel colpo di testa. Con la
Daniel Adejo dal 2007 con la Reggina |
Reggina ha collezionato
per il momento: 153 presenze segnando due reti.
Il secondo è: David di
Michele, classe 1976 oramai un veterano del calcio italiano, un
giocatore che ha espresso il meglio sia in A che in serie B,
acquistato dalla Reggina nel 2013 è rimasto in pianta stabile nella
società amaranto, ma se torniamo indietro, Di Michele aveva già
vestito la casacca amaranto, nel 2002 dove gli ha giocato fino al
2004, in 62 presenze segnò 15 reti, poi tanta serie A, con Udinese,
Palermo, Torino, breve parentesi
con gli ''Hammers'' del West Ham in
Inghilterra, torna poi in Italia rivestendo la casacca del Torino,
per poi essere girato al Lecce, dove in due anni segna 22 gol in 77
presenze, ultimo giro di boa il Chievo, ma a causa del poco spazio Di
Michele ha espresso la volontà di esser ceduto, così ritorna a
Reggio Calabria dopo nove anni, e l'impatto è positivo 50 presenze e
altrettante 15 reti per un totale fino ad ora di 112 presenze e 30
goal. Attaccante di peso, sfrutta i colpi di testa, ed è un buon
funambolo, carattere forte sia dentro che fuori il campo. Da
sottolineare inoltre che Di Michele detiene un record personale, con
24 reti in coppa Italia, è il primo marcatore della competizione
ancora in attività.
Tra passato e presente: David Di Michele |
Il terzo è: Federico Gerardi classe 1987, friulano.
Prima punta,forte fisicamentee nel gioco aereo. Giocatore dotato di
una buonatecnica individuale,gioca spesso di spondaper far salire la
squadra. Dal 2013 in 48 presenze ha segnato 12 gol. Attualmente è il
miglior marcatore della squadra assieme a Fishnaller nella sfortunata
stagione di serie B.
Federico Gerardi(il futuro) giocatore di grandi prospettive |
Salernitana:
gemellaggio vecchissimo, ancor più vecchio di quello col Bari,
storico, molto sentito. Col Bari in casa l’anno scorso esposta la
scritta “Salernitani liberi”. Numerosissime le visite reciproche
che si scambiano. Sbandierata con giri di campo in
Salernitana-Reggina 01/02 e altre volte. Un’amicizia che va oltre
il calcio. Bari:
fraterna e consolidata amicizia,
consolidata nell’87/88; già dagli
anni ’80 esisteva un forte gemellaggio con gli U.C.N. Bari. In
Reggina-Bari 12/13 esposto dai reggini lo striscione “Cambiano i
tempi e le
Curva sud Siberiano in azione |
Quattro immagini che ritraggono, il gemellaggio tra Bari-Salerno-e Reggio Calabria |
Gemellaggio tra Salerno e Reggio Calabria |
Curva Nord Latina, rapporto solidato quest'anno durante la partita di andata |
Curva Sud Milano |
Ex-gemellaggi-amicizie:
Roma: amicizia che cominciò tra gli anni 80 e i 90, ed
univa gli “Oltranzisti” con “Boys” e “Fedayn” Roma,
riconosciuta comunque anche dagli altri gruppi. In Reggina-Genoa
01/02 di B, esposto lo striscione romanista “Orgoglio Capitolino”.
In Ternana-Reggina 01/02, al fianco dei calabresi, ci sono anche i
romanisti con gli striscioni “Boys” e “Salario Group”. Bello
il giro di campo coi bandieroni coi romanisti. Con lo scioglimento
degli Oltranzisti, il rapporto venne proseguito dal C.u.c.n., ma, col
passare del tempo i romanisti non digerirono il gemellaggio coi
torinisti e, in seguito, con gli odiati milanisti. In Re-Roma 03/04 i
romanisti lanciarono diverse torce nel settore reggino: chiusa
l’amicizia. Incidenti anche in Roma-Reggina 04/05. Torino:
famoso il furto, nel 2003, da parte di juventini penetrati nel
settore ospiti, durante uno Juve-Reggina di Coppa Italia, dello
striscione “Ragazzi” dei Ragazzi della Maratona, gruppo del Toro,
scioltosi proprio per questo motivo. Lo striscione era attaccato da
questo gruppo che aveva fatto visita agli amici reggini. Fu la fine
del gemellaggio. Giri di campo coi bandieroni sulla pista in
Toro-Reggina 98/99, ultima giornata del campionato di B, classico
“biscottone” che valse la Serie A per entrambe, con un “Delle
Alpi” pieno come forse mai è stato; una gran bella festa per le
due tifoserie allora gemellate. Tornando all’episodio del furto
dello striscione, furono proprio i “Ragazzi della Maratona” del
Torino a confezionare lo striscione “Cucn e Ragazzi: fratelli
d’Italia”. Palermo: era un gemellaggio piuttosto
sentito, per esempio gli Warriors Palermo riservarono ai reggini una
splendida accoglienza per la partita di Coppa Italia Palermo-Parma
del settembre ’91 ed anche per un Palermo-Messina di C1 nell’aprile
‘92. Più volte presenti anche i palermitani a Reggio (con Andria,
ecc.), in particolare fu massiccio il loro apporto in un
Reggina-Catania di C1. Il legame tra le due tifoserie risaliva agli
anni 80, ma si è deteriorato con l’andar del tempo. Affinità
politiche e tante rivalità in comune lo cementavano, poi sono
cambiate le generazioni e, con l’andar del tempo, si è guastato.
L’ultima volta (o sicuramente una delle ultime) che si è
rinnovato, con consueti cori reciproci, giri di campo, scambio di
sciarpe, sfottò contro i rivali comuni e partite amichevoli tra i
gruppi, è stato nel 95/96. Le cose non sono andate più bene,
secondo i reggini, per il comportamento ambiguo tenuto dai
palermitani in una partita Palermo-Reggina alla “Favorita”. Si
sono chiesti che gemellaggio è quando una curva ti fa mezzo applauso
e l’altra fischia. Nel novembre 2013 una trentina tra bastoni e
sbarre di ferro, assieme a bottiglie in vetro, nascosti all’interno
di un aiuola sono stati trovati e sequestrati nelle adiacenze dello
stadio “Granillo” dove si era svolto l’incontro di calcio
Reggina-Palermo (vedi comunque sezioni “Rivalità” e “Liberi
pensieri”). Siracusa: esisteva un vero e proprio
gemellaggio, risalente agli anni 80-90. Una sincera amicizia tra
“C.U.C.N.” e “Gioventù Sudista” Siracusa. In particolare,
l’incontro di C1 del 24 maggio ’92, importantissimo per la
salvezza di entrambe, vide recarsi in Calabria più di 500 ultras del
Siracusa, che rimasero colpiti dalla grande accoglienza e gentilezza
dei reggini, in virtù del gemellaggio, che, però, avrebbe potuto
subire gravi danni vista l’importanza del risultato per le due
squadre: chi avrebbe perso si sarebbe trovata in piena zona
retrocessione. Nonostante questo il gemellaggio rimase, anzi, si
rafforzò ulteriormente. Prima dell’incontro, molti reggini
andarono in mezzo ai siracusani. Poi, una volta entrati
nell’impianto, sono stati fatti i soliti giri di campo coi
bandieroni, e poi cori contro catanesi e messinesi. Bello anche in
seguito sentire i reggini che cantavano “Siracusa!” e, viceversa,
i siracusani incitare la Reggina, che vinse 1-0. Ma i siracusani, pur
col magone in gola, trovarono la forza per gridare ancora “Forza
Reggina”, tanto che lo stadio si sciolse in un caloroso applauso
verso di loro. Sicuramente fu una bellissima giornata di sport,
finita con scambi di sciarpe, abbracci e reciproci auguri. Striscione
“Gioventù” in Reggina-Nocerina 85/86. Peccato davvero che
purtroppo che tutto è finito con una spaccatura, nel 1994/95. Adesso
vi è una fiera rivalità. Cagliari: amicizia datata
fine anni ’80, più o meno, con gli “Eagles Cagliari” che
avevano stretto amicizia col “C.U.C.N.”, andando insieme a
Sassari, città rivale per entrambe, nel maggio ’88. Avellino:
feeling e simpatia sul finire
degli anni 80, poi svanita per il
gemellaggio dei reggini coi salernitani, acerrimi nemici degli
avellinesi. Sporting Gijon: intorno ai primi anni 90 il
direttivo dei Crazy Group era amico degli spagnoli “Ultrà Boys
Gijon”.
Cattivi rapporti sono scaturiti con i tifosi del Avellino, dal momento che Bari e Salerno, sono rivali da sempre degli Irpini |
Rivalità:
Messina: sicuramente la più sentita, campanilistica,
quella del derby dello Stretto; i messinesi vengono chiamati
“buddaci”, numerosi gli scontri e gli striscioni di sfottò in
passato. A loro venne rubato lo striscione “Cep”, esposto in
Reggina-Salernitana 2001-02 (vedi sezione “Liberi pensieri”). In
un derby dello Stretto del 1990, successe il finimondo. Dalle h.13
alle 19 fu una vera battaglia, una guerriglia urbana, con oltre 100
feriti tra le forze dell’ordine. I facinorosi partirono dal settore
della curva Nord per forzare il cancello, aggredirono i messinesi
presenti in Tribuna e invasero il campo, scontrandosi con la polizia.
Si tornò a casa a tarda sera, per poi
Curva sud Messina |
Nelle cinque immagini, scambi gratuiti di sfottò tra Reggini e Messinesi |
Un altro derby sentitissimo è quello con il Cosenza, un uno dei tanti motivi ad esempio è perché i Silani hanno cattivi rapporti con i Catanzaresi |
Frosinone: I Reggini hanno la rivalità, sopratutto per il rapporto di gemellaggio con i tifosi del Latina |
Curva Nord Atalanta |
PALMARES:La
Reggina come squadra ha un palmares molto povero, ovviamente non ha
avuto grandissimi successi. Nella sua bacheca sì può vantare 3
campionati di serie C, il primo vinto nel 1964-1965, il secondo nel
1983-1984, il terzo nel 1994-1995( grandissimo testa a testa contro
l'Avellino). Da aggiungere in oltre che nella sua storia può vantare
nove presenze in seria A.
Vi
aspetto fra 6 giorni con l'ultimo numero de ''La Baronata''
BARONE
FERDINANDO.
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